Il nostro Primo Ministro è ormai impresentabile come capo di governo nella comunità dei paesi civili
L’Economist: con Berlusconi al governo è il tempo dell’impunità
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“Impunity time”, così titola l’Economist di questa settimana. La nota rivista economica della “City” torna alla carica contro Silivo Berlusconi e lo fa da par suo, senza mezzi termini e con la solita pungente ironia “british”.
“Ridere o piangere? Il 1 marzo – si legge nell’articolo - il Consiglio dei ministri di Silvio Berlusconi ha approvato una legge anti-corruzione, appena due giorni dopo la ripresa del corruzione LEconomist: con Berlusconi al governo è il tempo dellimpunitàprocesso che vede coinvolto lo stesso premier con l’accusa di aver corrotto un testimone“. Il settimanale d’orientamento conservatore ha ripercorso le tappe del lungo percorso giudiziario che ha visto per protagonista, oltre allo stesso Berlusconi anche David Mills “L’avvocato inglese, che era stato testimone in un altro processo che vedeva coinvolto lo stesso Berlusconi, poi condannato per aver preso una tangente da 600.000 dollari. Il 25 febbraio il suo reato è stato estinto dai giudici italiani di grado più alto (la Cassazione n.d.a.). Il collegio giudicante ha deciso che il reato era stato commesso tre mesi prima di quanto precedentemente calcolato ed è quindi stato prescritto“. L’Economist ha poi ricordato, quasi con puntiglio, o forse solo per obiettività – caratteristica che molti media italiani, ultimamente stanno smarrendo – che “il termine di prescrizione era stato ridotto dal precedente governo Berlusconi“, esecutivo, a detta del giornale economico d’oltremanica, che ha reso con le sue leggi approvate precedentemente “eccezionalmente difficile garantire una condanna definitiva in Italia per qualsiasi crimine commesso dai colletti bianchi“.
HUMOR BRITISH - “La riduzione del termine di prescrizione – spiega L’Economist – rende altamente improbabile che il processo contro lo stesso Primo ministro giunga a conclusione“. Oltre alla corruzione di Mills, l’articolo ricorda pure l’altro processo in cui è impelagato il premier, quello in cui “il signor Berlusconi è accusato di frode fiscale. In questo caso, la sua strategia per ritardare il giudizio è volta ad insistere sul suo diritto di essere in tribunale per ogni udienza, onde poi avanzare, ogni volta, un “ostacolo” a suo dire “legittimo” (il cosiddetto legittimo impedimento) per lo svolgimento dei suoi “affari di governo”, che ne impedisce la partecipazione“. “L’ultima scusa – annota il settimanale con humor tutto British – è stata la riunione di governo per approvare la stessa legge anti-corruzione. Consiglio dei ministri spostato, guarda caso, dalla settimana precedente. I giudici avevano già cancellato le altre tre audizioni precedentemente previste, proprio per rendere possibile l’udienza dello scorso 1 marzo“. Berlusconi, come sappiamo, anche questa volta “è fuggito dal suo processo e dal suo giudice” e quando il giudice ha deciso di procedere comunque “senza il signor Berlusconi, il suo avvocato, Niccolò Ghedini, ha minacciato di rivolgersi alla Corte costituzionale su un presunto conflitto tra il potere esecutivo e quello giudiziario. L’onorevole Ghedini - annota L’Economist – che è un deputato del partito dell’onorevole Berlusconi, ha contribuito a preparare un progetto di legge per rendere più facile per i ministri ritardare eventuali processi a loro carico“.
lunedì 8 marzo 2010
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