venerdì 19 marzo 2010

ACQUA BENE COMUNE







Il popolo dell'acqua pubblica manifesta domani a Roma


Domani a Roma a scendere in piazza non ci sarà solo il centro-destra, ma anche il popolo dell'acqua per una manifestazione nazionale a favore dell'acqua pubblica indetta alcuni mesi fa dal Forum italiano dei movimenti dell'acqua. Si protesterà contro il decreto Ronchi che apre in via definitiva ai privati le società di gestione del servizio idrico diminuendo al contempo la quota di partecipazione pubblica che passerà dall'attuale 51% al 30% entro il 2015.

«Un provvedimento che Alemanno vuole anticipare addirittura al 2010. Roma sarebbe l'unica città a svendere anticipatamente le quote del proprio comune», ha sottolineato Corrado Oddi, del Forum dei movimenti per l'acqua.

In attesa del corteo di domani, che alle 14 partirà da piazza della Repubblica per arrivare a piazza Navona, già oggi si sono avute delle anticipazioni: in piazza di Spagna ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti è stata inscenata, con tanto di banchetto e travestimenti, un'asta per la fontana della Barcaccia raggiungendo il prezzo simbolico di 130 euro. Blitz anche in altre zone della Capitale, dove alcune fontanelle in strada sono state coperte con uno scatolone dalla scritta "Insert coin: un euro".

Tre persone sono poi salite sul tetto della sede romana dell'azienda multiservizi Acea esponendo uno striscione dalla scritta "L'acqua e l'energia sono un bene comune". Insieme ai movimenti, cittadini, partiti della sinistra ci saranno anche le associazioni ambientaliste "storiche".

«L'acqua è un bene comune, il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilità pubblica e Legambiente è assolutamente contraria a ogni norma che obblighi alla privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese- ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale dell'associazione del cigno verde- Per questo, l'associazione sarà in piazza domani a Roma con il Forum italiano dei movimenti per l'acqua». Consumi elevati, depurazione inefficiente o inadeguata, costi troppo bassi sono alcune delle criticità rilevate da Legambiente per il settore, in cui la sfida ambientale deve passare dalla "gestione della domanda" alla "pianificazione dell'offerta", partire cioè da una valutazione della reale disponibilità idrica per pianificare in seguito le attività, invece di basarsi sulle richieste idriche e cercare disperatamente di soddisfarle.

«Distinguere in modo rigido, come fanno molti paladini della privatizzazione, tra proprietà dell'acqua che deve rimanere pubblica, come peraltro sancito da innumerevoli norme di legge e convenzioni internazionali, e gestione del servizio che va affidata ai privati, è una formula astratta - ha continuato Cogliati Dezza - Se, come sta avvenendo in quasi tutti i casi di privatizzazione del servizio, i privati che gestiscono l'acqua sono grandi imprese multinazionali, questo rende assai complicato per i ‘controllori' fare valere l'interesse pubblico nei confronti dei ‘controllati'. E non è vero che l'Europa impone agli stati membri la privatizzazione dei servizi idrici».

Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria di Legambiente ha poi aggiunto: «meglio sarebbe lasciare a comuni e Regioni la scelta su come gestire i servizi idrici, tenendo ben presente che si tratta di un bene che non deve sottostare a criteri mercantili. Lo Stato e gli Enti locali devono mettere in campo una forte, autorevole, indipendente autorità pubblica chiamata a controllare che le gestioni rispondano ai criteri di un uso socialmente equo e ambientalmente sostenibile dell'acqua».

Anche il Wwf Italia, tra i promotori della manifestazione, domani sarà in piazza per ribadire «che la gestione della risorsa idrica non può essere relegata a continui provvedimenti frammentari, al di fuori di un'ottica di pianificazione e gestione partecipata a livello di bacino idrografico, come peraltro sostiene la direttiva quadro acque 2000/60/CE. Anche l'ultimo disastro ambientale sul Lambro e il Po, che tra l'altro ha determinato il blocco momentaneo dell'approvvigionamento di acqua potabile nel Delta e messo a rischio un ecosistema delicatissimo ed importanti attività economiche, ha evidenziato la forte interrelazione della gestione dell'acqua nei suoi differenti usi e la necessità di un approccio trasparente e partecipato per la gestione e la tutela della risorsa idrica» hanno concluso dal Wwf.


http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=3998&lang=it

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