venerdì 19 marzo 2010

VERGOGNA BLAIR, VERGOGNA AZNAR, VERGOGNA BUSH!








Leggendo questo articolo non posso non sottolineare quanto la sinistra italiana abbia guardato a Blair come al leader dell'innovazione politica modernizzatrice.
Centinaia di migliaia di morti civili per le inesistenti armi di distruzione di massa pesano anche sulla coscienza del laburista Blair, che ha mentito per giustificare una ennesima campagna coloniale in un territorio interessante per la geopolitica occidentale. E' stato un abbaglio idolatrare Blair, sarebbe ora di riconoscerlo.



BUGIE PER GIUSTIFICARE LA GUERRA IN IRAQ



A marzo ricorre il settimo anniversario dell'invasione dell'Iraq, un'operazione approvata nel 2001 e sostenuta da una grande menzogna. Ora si comincia a conoscere la storia completa di una guerra che ha causato centinaia di migliaia di morti.
"La guerra è di vitale importanza per lo Stato, è il dominio di vita o di morte, verso la sopravvivenza o la perdita di un Impero: essa dev'essere gestita bene". Non è una frase del frustrato aspirante a Cesare del secolo XXI, George W. Bush, ma lo sembra. Fu scritta circa 2500 anni fa, dal cinese classico Sun Tzu, in L'arte della guerra. In cui il grande autore militare ha parlato anche dell' inganno come elemento chiave in un conflitto bellico.
Bush Junior sembra aver letto ed essersi ispirato in particolare a quella parte. E 'vero che le politiche di molti dei suoi predecessori, a cominciare da Woodrow Wilson nel 1916, erano sufficienti per imparare in relazione all'inganno, alla propaganda di guerra, come preparare una popolazione, e ancor più all'opinione pubblica mondiale, per far apparire la guerra contro un paese come "inevitabile". Pr lui era più facile che per altri, nella sua propria casa potevano dirgli come fare, solo 13 anni prima, nel 1990, lo aveva fatto suo padre, George Bush senior, e nello stesso scenario, in Iraq. La cosiddetta Guerra del Golfo, la prima contro Saddam Hussein, è stata preceduta, come pure la seconda, un' ondata di menzogne meticolosamente preparate (vedi riquadro).
Saddam Hussein, l'uomo che ha visitato a Baghdad nel 1983 Donald Rumsfeld, allora inviato speciale di Ronald Reagan, l'uomo che ha finanziato ed armato pechè dichiarasse guerra alla nascente Repubblica islamica Iraniana, si era dimostrato incapace di ricoprire il ruolo di cui gli Stati Uniti avevano bisogno della zona e bisognava finire con lui e smantellare il suo potere. Ogni bugia era valida per questo. Una grande operazione mediatica è stata lanciata.

Le agenzie di stampa sputavano decine di comunicati all' ora, ripetuti da parte delle grandi catene televisive statunitensi e di tutto il mondo, con dichiarazioni allarmistiche di alti funzionari del Pentagono che prevedevano che se non si agiva in fretta, Saddam sarebbe stato inarrestabile. Con questo bombardamento mediatico in cui non si è badato a spese, né a falsi testimoni nè a fotografie scattate da satelliti militari manipolate, decine di paesi assecondarono gli Stati Uniti e Regno Unito per armare la più potente coalizione militare vista dopo la II Guerra Mondiale.

Centinaia di migliaia di morti in seguito, dopo aver lasciato l'Iraq fino a quel momento sviluppato, devastato, le truppe Usa e i loro alleati si ritirarono, non trovando un' alternativa per sostituire Saddam Hussein, mentre assoggetta l'Iraq ad un embargo crudele nei 12 anni seguenti... fino a lanciare una nuova guerra nel 2003.

L' 11 Settembre darà una nuova opportunità ai Bush per ottenere il controllo di uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. George W. Bush junior era talmente ossessionato dal finire con il compito che suo padre aveva lasciato incompiuto, che nella sua prima conferenza stampa all'inizio del suo mandato nel 2001, si scagliò contro l'Iraq.
E dopo l'11-Settembre ha tirato fuori dalla manica "nuove prove" che legavano Saddam ad Al-Qaeda e con armi letali di distruzione di massa.

Dall'interno della Casa Bianca nel suo libro Plan of Attack, il giornalista del Washington Post, Bob Woodward racconta di un incontro tra George Bush junior e Donald Rumsfeld, il 21 novembre 2001, solo un mese e mezzo dopo l'inizio della guerra in Afghanistan, in cui il presidente chiedeva al suo segretario di stato di aggiornare il piano d' attacco contro l'Iraq. Da quel momento si è messo in marcia un complesso piano militare, composto da elementi militari multipli, logistici, economici, politici e diplomatici, mentre si preparava una grande macchinazione mediatica per poter ammorbidire progresivamente il terreno, in attesa del momento opportuno per iniziare la guerra.

Nel 2008, l'ex portavoce della Casa Bianca Scott McClellan, a sua volta, ha pubblicato il libro Che cosa è successo nella Casa Bianca di Bush e la cultura dell'inganno di Washington, nel quale affermava che "entro l'estate del 2002, i consulenti Bush ha lanciato una campagna ben orchestrata promuovere aggressivamente la guerra." "In un'epoca di campagna permanente, tutto era basato su un tentativo di manipolazione delle fonti dell'opinione pubblica a favore del presidente", secondo McClellan.
Il destino di Saddam era stato segnato, anche se la guerra non sarebbe cominciata che un anno e quattro mesi più tardi. Parallelamente alla commissione della verità che attualmente indaga a Londra il ruolo della Gran Bretagna nella guerra, in Olanda una commissione analoga ha riconosciuto nel mese di gennaio che la decisione di appoggiare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna "è stato effettuato presso gli uffici del Ministero Affari già nel 2002", e che solo successivamente, sono state diffuse le informazioni dei servizi segreti per giustificare l'operazione contro Baghdad.Nel 2003 i Paesi Bassi hanno contribuito con 1.100 soldati alla guerra.
Il sito del Center for Public Integrity (www.publicintegrity.Org) ha pubblicato nel 2008 un resoconto dettagliato delle bugie provate in relazione all'Iraq dette da George W. Bush e sette dei più alti funzionari della sua amministrazione, tra cui Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Condoleezza Rice o la falsa "colomba" Colin Powell, subito dopo l'11-S fino all'entrata in guerra. E ha raccolto non meno di 935 menzogne. In questo documento riassuntivo si dettaglia, per esempio, che Bush ha fatto 232 dichiarazioni false sulle armi di distruzione di massa e di 28 altri presunti collegamenti dell'Iraq con Al Qaeda. La costruzione di un potente ordigno nucleare da parte di Saddam era imminente, assicuravano giornalmente i portavoce del Pentagono, del Dipartimento di Stato e dalla Casa Bianca, affermazioni che sono state ripetute, senza alcuna sfumatura da Tony Blair, José María Aznar e altri complici.

Nel settembre 2002, il Congresso ha approvato a stragrande maggioranza l'uso della forza contro l'Iraq. A nulla servivano i dossier sul terreno delle centinaia di esperti dell' ONU diretti da Hans Blix, nei quali si assicurava che l'Iraq non contava sulla capacità di armi di cui era accusata, che gran parte del suo arsenale era stato distrutto durante la Guerra del Golfo e che i continui controlli ai quali erano sottomessi rendevano impossibile lo sviluppo di armi di distruzione di massa.
Stati Uniti e Regno Unito, benedetti dai loro amici delle Azzorre, iniziarono i devastanti bombardamenti contro l'Iraq il 20 marzo 2003. Tutte le successive menzogn che architettarono per assicurarsi che avevano trovato traccia delle armi di distruzione di massa sono cadute rapidamente. Tutto il mondo è venuto a conoscenza del grande inganno, di come gli Stati Uniti ancora una volta, insieme a molti complici, sono tornati a demolire un paese giustificandosi con una terribile falsa minaccia per l'umanità.
Negli Stati Uniti sono innumerevoli i dati apparsi negli ultimi anni, che dimostrano in maniera inconfutabile come i servizi d'intelligence hanno fornito prove e accuse false in una lettera all'amministrazione Bush, perchè questo potesse dare forza alle loro dichiarazioni allarmistiche e giustificare l'inevitabile guerra. Tuttavia, nessuna di queste informazioni ha ottenuto una copertura mediatica simile a quella delle bugie versate nel loro momento che commossero il mondo.

Qual è l'interesse che ha questo ora?, si chiedono i direttori dei media, relegando queste informazioni ad un piano secondario, per la gioia degli autori di questi crimini, avvolti nel loro caldo mantello di impunità.

Fonte: http://www.diagonalperiodico.net/935-mentiras-para-justificar-la.html


Tratto da: http://www.vocidallastrada.com/2010/03/935-bugie-per-giustificare-la-guerra-in.html

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