venerdì 19 marzo 2010

Quando la Chiesa ci aiuta

Altrachiesa
“Questo straordinario Gesù di Nazaret” di don Pierluigi Di Piazza


"Questo straordinario Gesù di Nazaret" è il libro in cui don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro di accoglienza e promozione culturale E. Balducci di Zugliano, ha raccolto i commenti ai Vangeli della domenica ospitati da “Il Messaggero Veneto” per due anni, dalla fine del 2007 al 2009.

Gesù e la donna samaritana: relazione profonda
Vangelo di Giovanni, 4, 1-42

di don Pierluigi Di Piazza

La nostra esperienza continua a confermarci la decisiva importanza per la nostra vita delle relazioni; le rispondenze interiori positive e gli arricchimenti dell’anima, come le tribolazioni più dolorose e le tristezze conseguenti derivano soprattutto dalla profondità e dalla qualità delle relazioni. La rivelazione profonda a tu per tu arricchisce sempre, proprio perchè comunica e riceve in amore e in dolore, in luce e in sofferenza, in scoperta dell’altro e di se stessi. I Vangeli sono una straordinaria narrazione di incontri tra Gesù di Nazaret e le persone nelle diverse situazioni della vita e degli esiti conseguenti. Il racconto del Vangelo di questa domenica ci coinvolge a partecipare all’incontro tra Gesù e una donna samaritana. Il gruppo si ferma per una sosta, accanto a un pozzo d’acqua conosciuto per tradizione storica e religiosa e perchè vi si può attingere l’acqua, elemento indispensabile per la vita in quella zona assolata e
arida. L’acqua è indispensabile sempre in tutto il Pianeta. Pensiamo agli aspetti drammatici che oggi si vivono, con i profitti che gruppi multinazionali vogliono ricavare, con l’esigenza vitale che riguarda la gran parte dell’umanità, con le resistenze e le lotte che si vivono per preservare questo bene indispensabile e appartenente ugualmente a tutti.
Gesù resta solo perchè i discepoli sono andati in città a comprare qualcosa da mangiare; è affaticato e assetato; una donna samaritana viene con la brocca al pozzo per attingere l’acqua.
La richiesta che le rivolge Gesù di dargli un po’ d’acqua da bere la sorprende: è un uomo solo, è un giudeo; e poi tra i Samaritani e i Giudei c’è ostilità: chi è dunque per osare tanto? In realtà è disdicevole per un uomo e tanto più per un maestro fermarsi a parlare in pubblico con una donna sola, senza la presenza del marito, data la condizione di subordinazione della donna. Difatti i discepoli al loro ritorno si meravigliano di quel colloquio isolato con una donna sconosciuta. Gesù con il suo atteggiamento apre ad un futuro di novità, supera quei muri di separazione formati dall’intreccio tra chiusure culturali, preclusioni sociali e religiose, perchè è attento e incontra la persona che gli sta davanti con tutta la sua storia. Inizia un dialogo rivelatore, proprio a partire dall’acqua: Gesù parla alla donna di un acqua che lui può darle, che diventa energia vitale per soddisfare la sete profonda di amore, di verità, di giustizia, di dedizione, di senso profondo della vita. La comprensione esige approfondimento; l’interlocutrice per ora riesce a pensare solo all’acqua del pozzo; l’altra di cui le parla Gesù la intende solo come un sollievo perchè la dispenserebbe dalla fatica di venire più volte al pozzo: “Signore, dammela quest’acqua così non dovrò più venire qui a prendere acqua”. La profondità con cui l’Uomo di Nazaret le parla non può non toccare il nucleo affettivo profondo: resta sorpresa che lui le sappia leggerle nell’intimo le difficoltà e le tribolazioni delle sue storie affettive: “E’ vero che non hai marito. ne hai avuti cinque di mariti e l’uomo che ora hai non è tuo marito”. Sente la diversità di quell’uomo che le sta di fronte, lo avverte come un profeta e allora non può mancare il riferimento alla questione della fede: “I nostri padri Samaritani adoravano Dio su questo monte; voi in Giudea dite che il posto per adorare Dio è Gerusalemme”. E Gesù le dice: “Credimi: viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio”.
Lo Spirito soffia dove e come vuole: è spirito di libertà, di profezia , di pluralità, di diversità e sempre e solo di vita per
tutti; la verità è quella del rapporto fra uomo e Dio che Gesù
rivela: è la verità che costruisce umanità, che accoglie, ascolta, perdona, guarisce; è la verità della giustizia e della pace, della condivisione e della fraternità. è finita l’importanza della religione del tempio, relegata nella separazione di un luogo; è iniziata la fede della vita e della storia, da vivere e testimoniare in ogni luogo e situazione, da parte delle persone di tutte le culture, di tutte le fedi religiose. Gesù rivela alla sua interlocutrice, di essere quell’Uomo speciale, quel Messia, atteso anche da lei e dal suo popolo.
La donna coinvolta e commossa, riferisce alla gente dell’incontro con quell’Uomo; tanti si dirigono verso Gesù, gli chiedono di fermarsi almeno due giorni tra loro: ascoltano le sue parole e ne restano stupiti, coinvolti, interpellati. L’incontro ha arricchito entrambi: certo la donna di Samarìa ha intravisto un nuovo orizzonte, proprio per l’attenzione, l’ascolto, la delicatezza, la profondità, la fiducia che quell’Uomo speciale le ha fatto esperire; Gesù ha conosciuto più profondamente l’umanità ed è stato arricchito dalla storia umana della donna di Samarìa. Anche a noi in tutti gli incontri ci è richiesta attenzione, profondità, serietà, quella reciprocità che arricchisce.

Nessun commento:

Posta un commento