3.04.2010
La faida del panino
Diciamoci la verità: sarebbe bello se il gran casino della presentazione delle liste elettorali del pdl, fosse nato per l’inettitudine di un cretino, ma temo che purtroppo non sia così. Ci siamo divertiti e abbiamo riso parecchio, anzi, ancora sorridiamo tra vignette, filmati, e satira bruciante, ma l’idiota non è altro che l’ennesima vittima sacrificale di questa masnada di malavitosi arroganti.
Se fossero stati casi capitati nello sprofondo di un piccolo comune dimenticato da Dio e dagli uomini, forse avremmo anche potuto crederci, ma che si sia tardato a presentare le liste a Roma e Milano, per le due Regioni più importanti di Italia, dovrebbe farci intuire che altro non è stato che un gioco di potere, spinto fino al punto di non ritorno.
Questo accade grazie alla legge elettorale porcata – per stessa ammissione del porco che la firmò – che tutti, maggioranza e opposizione, fingono di voler cambiare. Le liste elettorali ultimamente sono lo specchio di una ripartizione di danaro e potere; la politica è diventata un’associazione a delinquere tesa al controllo dei grandi affari edilizi ed industriali, ed evidentemente a qualcuno non andava più bene che molti di quei preziosi posti “in consiglio d’amministrazione” dell’azienda Italia, fossero donati come braccialetti o automobili, in memoria di una serata romantica passata sul letto di Putin o di Napoleone.
Il despota della libertà è notoriamente un tipo vendicativo, e io non stenterei a credere che alla fine, l’ordine di andare “a mangiare il panino”, o di sostituire le liste all’ultimo minuto, fosse partito proprio da lui. Non stento nemmeno a credere che il servo abbia obbedito, convinto del fatto che il rischio si poteva correre visto che tanto, in Italia, le regole sono fittizie, e si cancellano e riscrivono per come lui dispone. E fare un favore al re, se pure si deve passare per il pubblico ludibrio alla fine paga sempre; una sorta d’investimento per il futuro, tanto che non mi stupirei un domani di sapere che Milione è diventato senatore, deputato oppure ministro per le politiche alimentari.
Un messaggio chiaro di chi col comando s’impone, in barba a qualunque tipo di democrazia. Così è governato il partito che governa.
Certo, è meglio far credere agli italioti che un imbecille abbia messo un bastone tra i raggi della ruota della macchina da guerra che è il pdl, meglio far credere che sia in corso un tentativo di sovvertire lo stato, meglio fomentare la rivolta di una ventina di italioti – che poi sarebbero tutti gli iscritti dell’UGL, ma sarebbe anche un altro discorso – che lasciar trasparire la realtà. Loro la faida interna la risolveranno al chiuso del palazzo, mentre al loro seguito di imbecilli daranno le rassicurazioni che meritano, anche con una terrificante chiamata alle armi, direttamente espressa dal ministro per la guerra la russa.
Ovviamente questa storia finirà nel nulla, o forse con un decreto scritto su misura, come troppo spesso accade in questo paese da cartone animato, dove tutto è possibile e nemmeno il peggio esiste più.
Noi ridiamo, è vero. Ma ad un certo punto è sempre meglio smettere, perché nemmeno ridere ormai è gratis. È da un po’ che abbiamo iniziato a pagare, e il costo appare sempre più caro.
Rita Pani (APOLIDE)
giovedì 4 marzo 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento