mercoledì 3 marzo 2010

I padroni tornano a "menare"

Accusa il suo datore di lavoro di averlo rinchiuso in una stanza e picchiato. Violenza con un unico scopo: costringerlo a firmare la lettera di dimissioni e a lasciare per sempre la fabbrica in cui lavorava come operaio. Dice di avere avuto paura e solo per questo di avere firmato, ma una volta uscito il ragazzo - poco più che ventenne - è andato in ospedale per farsi medicare: 8 giorni di prognosi. Poi si è rivolto ai carabinieri e ha denunciato il titolare dell'azienda, infine ha avvertito la Cgil (Fillea) che questa mattina ha proclamato uno sciopero straordinario di due ore con presidio fuori dai cancelli dello stabilimento, a Fontanellato in provincia di Parma. La protesta si è poi conclusa e la situazione in azienda è tornata normale. Il titolare però fornisce una versione completamente diversa dell'accaduto, affermando di non aver picchiato il ragazzo.

La storia. "Mi ha chiuso in un ripostiglio e ha cominciato a darmi calci e pugni, per obbligarmi a licenziarmi" afferma Andrea Pezzarossa, l'operaio picchiato dal suo datore di lavoro per costringerlo a fargli rassegnare le dimissioni. Andrea nella Holz Albertani manovra una macchina che lavora i pezzi di legno. L'origine della vicenda sarebbe uno scherzo telefonico che Albertani però non avrebbe mandato giù e che ha scatenato la reazione contro il 20enne operario: "Mi ha strattonato, lasciandomi lividi sul collo, e poi mi ha rifilato delle manate, sfiorandomi l'occhio" racconta. Dopo aver picchiato il dipendente, Albertani si sarebbe scagliato anche contro la macchina di Pezzarossa, prendendola a calci.

La replica del titolare. Il proprietario dell'azienda ha smentito la versione fornita dai sindacati e dall'operaio che si "sarebbe dimesso spontaneamente" afferma, dopo che il caporeparto lo avrebbe ripreso quando "per l'ennesima volta ha chiesto di andare a casa perché stava poco bene". Albertani sostiene che il dipendente si è reso protagonista di "innumerevoli" assenze. Il proprietario nega di aver chiuso il dipendente nel ripostiglio, di averlo picchiato o di aver preso a calci la sua vettura. Per quanto riguarda lo sciopero, secondo la sua versione, l'adesione sarebbe stata scarsa, anzi "i sindacati avrebbero intralciato l'accesso alla fabbrica ai dipendenti che volevano lavorare".

Il dipendente si è quindi recato all'ospedale di Fidenza, per farsi medicare. I medici gli hanno dato una prognosi di 8 giorni. Poi si è rivolto ai carabinieri per denunciare il titolare dell'azienda e quindi ha avvertito il sindacato di categoria, la Fillea Cgil, che ha proclamato uno sciopero di due ore che ha coinvolto tutti i 20 dipendenti dell'impresa che hanno manifestato la loro solidarietà al malcapitato collega. Albertani avrebbe cercato di far rientare i suoi dipendenti, come racconta il responsabile di categoria Fabrizio Ghidini. Sul luogo anche i carabinieri. La situazione è ora tornata alla normalità, dopo alcuni momenti di tensione.

Se confermati dagli organi competenti, segnala la Fillea, i fatti denunciati dall'operaio risulterebbero gravissimi oltre che emblematici di una deriva molto preoccupante rispetto al riconoscimento dei diritti dei lavoratori.
(03 marzo 2010)

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