mercoledì 14 luglio 2010

Ahi, Padania...


Il giudice Ilda Bocassini




Sviluppi nelle indagini delle Dda di Milano e Reggio Calabria
Le mani della 'ndrangheta sull'Expo


Il tentativo di mettere le mani sugli appalti per l'Expo del 2015 a Milano da parte della 'ndrangheta è emerso dall'inchiesta che oggi ha portato alla maxi operazione con oltre 300 arresti. Il procuratore aggiunto, Ilda Boccassini: individuati 500 affiliati in Lombardia



Milano, 13-07-2010

Il tentativo di mettere le mani sugli appalti per l'Expo da parte della 'ndrangheta e' emerso dall'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e Reggio Calabria che oggi ha portato alla maxi operazione con oltre 300 arresti. Nelle indagini e' stato ricostruito il tentativo, come si legge in una nota distribuita in conferenza stampa a Milano, di infiltrarsi nell'Expo in programma a Milano nel 2015.

500 affiliati
Sono 500 gli uomini della 'ndrangheta affiliati in Lombardia. Lo ha detto il procuratore aggiunto Ilda Boccassini nel corso della conferenza stampa che si e' tenuta oggi a Milano per illustrare le indagini della Dda milanese e di Reggio Calabria che oggi hanno portato a piu' di 300 arresti in tutta Italia.

Boccassini ha inoltre spiegato che nell'inchiesta sono state individuati 15 "locali" (le famiglie mafiose), tra cui anche uno a Milano centro, a Bollate, a Erba a Cologno e in altri centri sparsi nella regione, in particolare in Brianza.

"Ovviamente e' un punto di partenza - ha affermato - perche' dalle persone indagate sappiamo che sono molti di piu"'. "Il dato piu' sconcertante che sta emergendo - ha sottolineato Ilda Boccassini - e' che ancora molti negano di essere stati strutturati", cioe' di far parte dei "locali" sparsi in Lombardia.

Decisioni durante le feste
Venivano assunte durante feste patronali e matrimoni le decisioni riguardanti i vertici della 'ndrangheta che influenzavano le politiche imprenditoriali della Lombardia. Lo ha riferito il procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, durante la conferenza stampa in corso a Milano. "Polizia e carabinieri sono riusciti a registrare le trattative tra le famiglie - ha detto Pignatone - abbiamo filmato un matrimonio con migliaia di invitati a Plati' durante il quale sono state decise le nuove cariche della cosca. Poi ancora durante una festa patronale dedicata alla Madonna le stesse cariche sono state ratificate e gli investigatori hanno filmato l'omaggio degli affiliati al capo crimine".

Grasso: volevano autonomia
Nel commentare la maxi operazione contro la 'ndrangheta condotta dalle procure di Milano e Reggio Calabria il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha detto che "non si puo' parlare di una conquista di Reggio Calabria sulla Lombardia", ma ha voluto sottolineare che in territorio lombardo "c'e' una struttura che voleva rendersi autonoma ed e' stata riportata all'obbedienza". Gli appetiti della 'ndrangheta sulla Lombardia vengono spiegati da Grasso con la presenza in questa regione di "attivita' imprenditoriali ad alta redditivita': qui le societa' nascono una dietro l'altra e sono in grado di mimetizzarsi".



Valli (Lega): l'avevamo detto due anni fa
"Ricordo che due anni orsono dopo una commissione antimafia come Lega Nord sentimmo il dovere di manifestare la nostra preoccupazione per quanto riguarda le infiltrazioni nell' Expo 2015 da parte della 'ndrangheta. Ci dissero, tra il serio e il faceto, che portavamo sfiga. Ora con l'operazione odierna sappiamo che una societa', la Gruppo Perego, era il cavallo di 'troia' della malavita calabrese per infiltrarsi nei lavori dell' Expo".

Lo sottolinea il senatore della Lega Nord, Armando Valli, della commissione Antimafia il quale ricorda come in Lombardia, "ma anche in Emilia, Veneto, Piemonte, la potente organizzazione della 'ndrangheta ha messo radici per poter riciclare il denaro proveniente dal business della droga colombiana e messicana. Questo denaro - spiega il senatore Valli - viene in parte riciclato per la compravendita di immobili in loco, cioe' a Bogota' e nelle cittadine turistiche messicane, e in parte 'ri-lavato' e 'riciclato' per poterlo investire nel nord, in Lombardia e in particolare in zone come quelle della provincia di Como. Ora, sempre rimanendo vigili e attenti, non possiamo non tirare un sospiro di sollievo e ringraziare ancora una volta il ministro Roberto Maroni, i magistrati della Dda, i carabinieri e le forze di polizia".










Ndrangheta: una valanga di merda in Lombardia

Pubblicato da admin il 7/14/10 • pubblicato in Commenti

di Giulio Cavalli

Scrivo questo pezzo con rabbia. Che non sarà certo un sentimento nobile e sicuramente non è elegante per il mio ruolo (che ancora qualcuno dovrebbe spiegarmi in un gioco di rimbalzi e delazioni che mi hanno trascinato su tavoli diversi da giullare scarso a politicante interessato). Non è elegante, mi dicono, lasciarmi prendere dalla pancia che è una zona molle. Eppure oggi provo rabbia. Forse perché mentre scrivo sono di fianco ai nomi di questo Consiglio Regionale che vengono “segnalati” nell’ordinanza e nemmeno troppo preoccupati stanno preparando la strategia difensiva tutta di comunicazione e per niente sui fatti, i riscontri e la realtà. Come al solito. Però scrivo con il sorriso. Il sorriso nel leggere le intercettazioni dove queste merde criminali trapiantate anche qui si sentono braccati come topi di fogna mentre si dicono “questa volta non ce la scampiamo”, con la Boccassini sulle carte a tenere la barra diritta in un’operazione che comunque passerà alla storia. E allora mi si accende il sorriso ad immaginarmeli Alessandro Manno e Emanuel De Castro che scodinzolano desolati sotto gli stipiti. Mi si apre il sorriso a pensare che la mafia che in Lombardia non esiste ha deciso in Lombardia di chiamarsi proprio “Lombardia”, mentre il boss Pino Neri veniva eletto a Paderno Dugnano in un Centro intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sorrido perché non potranno rimanere impuniti: impuniti loro e impuniti tutti quelli che non sentono e non vogliono sentire, in una palude di immobile e latente inciviltà dove informare è un atto di coraggio. Non si potrà stare a lungo impuniti a forza di giocare a fare i sordi: magari mangiati, comprati, giudicati, annessi o complici. Perché il silenzio è complice. E allora mi sia giustificata la rabbia davanti ad un silenzio gelatinoso e interessato che oggi sanguina come di certo non si può nascondere. Lasciando per un secondo il tempo delle analisi, delle considerazioni, dei risvolti politici o criminali. Mi si lasci la rabbia e il sorriso di guardare oggi negli occhi chi gioca a sommergersi tenendomi la testa sott’acqua

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