mercoledì 21 luglio 2010

Cercasi Bruto, disperatamente

Non vedenti

di Marco Travaglio

Si fa appassionante la caccia al “Cesare” della P3.

Secondo i carabinieri è B.

La Procura di Roma non è certa che sia lui.

Ghedini, Il Geniale e il mèchato di Libero (ieri mattina presente però a Omnibus senza le consuete mèches, ma con una chioma in tinta unita color antiruggine) son sicuri che non è lui.

Ecco, lui non farebbe mai certe cose, tipo comprare giudici e aggiustare sentenze:
infatti quello salvato dalla prescrizione per aver corrotto il giudice Metta tramite
gli avvocati Previti, Pacifico e Acampora (tutti condannati con Metta per corruzione) per fregare la Mondadori a De Benedetti non è mica lui: è un omonimo.

Mai, se avesse avuto anche soltanto il sospetto che B. fa certe cose,
il Corriere avrebbe potuto elogiarlo – come ha fatto l’altro giorno il
pompiere capo Massimo Franco – perché sta ripulendo il P3dl dagli
sparuti “segmenti di società che usano il governo come guscio dentro
il quale ingrassare i loro comitati d’affari”.

È quel che scrive anche Giancarlo Perna, lievemente sgomento, sul Geniale:
“Come fa il Cav a circondarsi di simili ceffi?
Verrà mai il giorno in cui, soppesata certa gente, la prenderà a calci nel sedere?”.
Ecco, B. con i ceffi e i comitati d’affari non c’entra.

Sono gli altri che lo dipingono così. Come Jessica Rabbit.

È proprio vero che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Plotoni di non vedenti volontari stanno rimuovendo l’intera biografia
berlusconiana per distinguere B. il buono dalla sua banda di cattivi
(Carboni, Dell’Utri, Verdini, Scajola, Brancher, Caliendo, Cosentino,
Sica, Lombardi, Martino).

Nessuno osa domandarsi perché mai, un giorno sì e l’altro pure,
Dell’Utri seguiti a esaltare l’eroismo di Mangano, un boss sanguinario
pericoloso finché si vuole, ma morto dieci anni fa e ormai inoffensivo.

A nessuno viene il dubbio che, quando elogia il silenzio (un tempo
si sarebbe detto omertà) di Mangano morto, Dell’Utri parli del silenzio
dei vivi: anzitutto il suo (“non so se, al posto di Mangano,
riuscirei a resistere…”), e poi quello degli altri (mafiosi e non) che
sanno tutto delle stragi del 1992-’93, ma finora non l’hanno rivelato.

Tipo Giuseppe Graviano che, lungi dallo smentire le accuse di Spatuzza, ha
preso tempo, riservandosi di parlare in un secondo momento.
Non sarà che, nobilitando il silenzio di Mangano, si vuole perpetuare il silenzio
di Graviano e far pesare quello di Dell’Utri? Il bello di queste vicende, sempre
dipinte come fosche e misteriose, è che tutti sanno tutto.
È universalmente noto che il no del governo alla protezione di Spatuzza è un
sasso in bocca al pentito. L’ha confessato senz’accorgersene Cappuccetto
Cicchitto: “Sappiamo perché alcuni tengono tanto a Spatuzza: egli avrebbe
dovuto essere la bomba atomica da lanciare contro Berlusconi”.

Dunque è per disinnescare la bomba atomica contro B. che il governo B.
gli nega la protezione. Ed è per aver detto che “via D’Amelio non è solo mafia”
che Fini è di nuovo nel mirino del P3dl. Ed è per aver accusato “settori del
governo” di “rallentare le indagini sulle stragi” che il finiano Granata viene
manganellato dal duo Cicchitto & Laboccetta.

Lo sanno tutti che la posta in gioco è il legame fra l’inizio di Forza Italia e la
fine delle stragi. Tutti, tranne i non vedenti.
Sul solito Pompiere il solito gnorri Pigi Battista nega ogni rapporto fra i due
eventi, con questa poderosa argomentazione: nell’estate ’93, quando
esplosero le ultime bombe, i cavalli vincenti della politica erano Occhetto
e Mariotto Segni, dunque è impossibile che Cosa Nostra abbia puntato sul
partito di B. ideato da Dell’Utri. Forse gli sfugge un paio di particolari.

Cosa Nostra aveva ottimi rapporti trentennali con Dell’Utri e B., mentre
non conosceva Occhetto e Mariotto. Mangano, come risulta dalle agende
di Dell’Utri, andò a trovarlo due volte nel novembre ’93 negli uffici milanesi
di Publitalia dove stava nascendo Forza Italia. Che però, secondo il sagace
Pigi, è nata sotto un cavolo o l’ha portata la cicogna.
La mamma non gli ha ancora detto nulla di come nascono i partiti.

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