mercoledì 16 giugno 2010

Spatuzza l'ingenuo?




Quaquaraquà

di ALBERTO CAPECE MINUTOLO


Il pentito Spatuzza è stato davvero un ingenuo: non ha pensato che solo a pronunciare quel nome che comincia per “B” si sarebbe esposto alla lupara bianca della cosca continentale, quella vincente. E infatti per lui niente protezione.

Del resto mettiamoci nei suoi panni: forse da membro di un’organizzazione criminale ha finito paradossalmente per idealizzare lo Stato, ritenendolo esente dalle logiche di sopraffazione e dai metodi violenti della mafia, nonostante le debolezze e le crepe che spesso ha mostrato e di cui lo stesso Spatuzza è stato testimone.

Non immaginava che nel frattempo gli uomini dello Stato, i suoi cosiddetti servitori, ma anche i suoi padroni avevano cominciato ad idealizzare la mafia, libera dai lacci e lacciuoli delle regole, dedita senza remore e infingimenti a vergognose vendette.

E nemmeno poteva immaginare la quantità di ominicchi e quaquaraquà di cui si sarebbe riempito: qualcosa di cui persino la cupola si sarebbe vergognata.

IL SIMPLICISSIMUS

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