mercoledì 30 giugno 2010

Oltre lo specchio, con tenerezza




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Che cos'è il comunismo?


(Nichi Vendola, 27 febbraio 1989. )

Paolo inciampa in troppi perchè e culla le sue inquietudini dentro un buco.
Mi "buca" tutte le mie saggezze.
Come un astronauta solitario s'imbarca nella sua siringa. A cercare la luna? E non è il mio stesso desiderio?

Alice e il suo specchio. Quelle immagini consuete che rimbalzano dai suoi occhi di cristallo: un corpo - abitato da umori pensieri gesti precari - che abita una scena squadrata e intristita. Sagome in bilico su quello specchio, gusci noiosi e aspirine. Forse camicie di forza, pensa Alice.
Ed è un pensiero che si insinua, come una serpe, fin dentro al suo cuore, fino ai polmoni, fino al suo sesso. "Non sono poi così brutta, nonostante la mia immagine dimezzata, nonostante le mie gambe inerti, nonostante la mia carozzella su cui inchiodo tutti i miei vent'anni. A modo mio sono bella: il vero handicap è dentro lo specchio."

La città di Alice è lontana. E di lontananze si colmano tutte le geografie del simbolico. La città si dipana tra fretta, divieti e gabbie. La grande Barriera Architettonica solenne come una cattedrale incombe in ogni angolo. La solitudine di Alice ha anche un fondamento, come dire?, urbanistico. Come la serpe del vecchio Eden, le torna un pensiero: spaccare i vetri (delle convenzioni dei pregiudizi delle pietà)? oltrepassare lo specchio?

Samir non ha una valigia. Ha due buste di plastica, colme di stracci. Ha riccioli neri e anagrafe tunisina. E non parla bene l'italiano. Quando la sera, dopo dieci ore di fatica nei campi, conta le sue ventimila lire, non ha molta voglia di ringraziare Allah. "Mangerò carne e berrò vino tutti i giorni", mi dice rabbioso mentre camminiamo per le strade di Caserta. Eppure Samir, che non ha neanche una valigia, è un buon musulmano.

Non conosco i nomi dei cassintegrati e dei disoccupati: e tra questi, non so nulla di quanti sono impazziti o si sono suicidati.
Invece ho visto le foto di molti ragazzi di leva che sono stati "suicidati". Chi racconterà le loro storie? Nell'"album di famiglia" dei miei vagabondaggi ritrovo tutti i volti e le ragioni che mi hanno fatto comunista.

Contro 'questa' modernità: che mercifica e contabilizza ogni brandello di vita, ma non fa mai i "conti" con le persone in carne ed ossa.

Contro 'questa' modernità capitalistica che riduce l'elemento umano alla stregua di un optional!


Cos'è il comunismo? E' andare oltre lo specchio, con tenerezza.

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