mercoledì 1 giugno 2011

Vai Giuliano e smarcati dai partiti




Pisapia: «Vendola deve ascoltare»Il neosindaco sul comizio del leader di Sel: «In una città che non si conosce è meglio parlare meno»

Dal Corriere della Sera


Pisapia: «Vendola deve ascoltare»

Il neosindaco sul comizio del leader di Sel: «In una città che non si conosce è meglio parlare meno»


MILANO - «A Nichi Vendola voglio bene. Ma quando va in una città che non conosce dovrebbe ascoltare più che parlare»: il neosindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha commentato così a Telenova le parole di lunedì del leader di Sel venuto a Milano per festeggiare la vittoria dell'avvocato.

BOTTA E RISPOSTA - Vendola era salito sul palco di piazza Duomo, lunedì pomeriggio (guarda il video), e aveva parlato alla folla chiedendo subito «elezioni anticipate, perché finisca un incubo». Con toni accesi, il governatore della Puglia in trasferta aveva spiegato che «finisce la pornografia al potere con una bocciatura senza appello. È stato un terremoto politico che chiude un ciclo durato un quindicennio. L'Italia migliore si è riappropriata della propria storia civica». Un intervento e un protagonismo che molti avevano considerato fuori luogo nel giorno della festa per la nuova amministrazione cittadina. E già lunedì, a stretto giro di dichiarazioni, Pisapia gli aveva replicato sottolineando che «a Milano si è vinto perché abbiamo parlato dei problemi di Milano». Ora la nuova presa di distanze in tv.



IL DEBUTTO - Oggi nel frattempo è atteso il vero debutto del nuovo sindaco. Nel pomeriggio sarà una cerimonia a Palazzo Marino a scandire il passaggio di consegne tra Letizia Moratti e Pisapia. A partire da oggi l'avvocato di Sel sarà dunque ufficialmente il primo cittadino e giovedì, in occasione della Festa della Repubblica, qualora dovesse presenziare a cerimonie pubbliche, potrà indossare per la prima volta la fascia tricolore.










Palazzo Marino, è il giorno di Pisapia

Prima uscita del nuovo sindaco di Milano nelle case popolari: "Mantengo gli impegni presi"

Domani il debutto istituzionale per il 2 Giugno. "Insieme penseremo anche alle piccole cose"

di ALESSIA GALLIONE da Repubblica

Giuliano Pisapia è stato proclamato eletto ufficialmente sindaco con 365.717 voti. Il sindaco uscente, Letizia Moratti, è stata votata da 297.814 milanesi. E' il risultato ufficiale del ballottaggio dopo le verifiche della commissione elettorale centrale che ha proceduto alla proclamazione. La Moratti era in lacrime, nella sala Alessi, mentre salutava i dipendenti di palazzo Marino. Il sindaco uscente , prima con la voce rotta e poi in pianto, ha ringraziato dirigenti, funzionari, operatori e commessi invitandoli a proseguire il lavoro "per il bene della città". Al termine del discorso, la Moratti si è fermata a salutare i dirigenti uno per uno. Nel suo intervento ha ricordato come "tutti insieme", la giunta e i funzionari di palazzo Marino, hanno "lavorato in un momento di difficolta' per la crisi economica".

Il 'buongiorno' di Pisapia Il trasloco della Moratti I balconi color arancio La festa in piazza Duomo Gli striscioni Vecchioni esulta al comitato elettorale "Pisapia ha votato Pupo e Filiberto"

Ed è un passaggio di consegne lampo quello che avverrà oggi alle 16 fra la Moratti e Pisapia: nel 2006, la stessa cerimonia con Gabriele Albertini si svolse otto giorni dopo la chiusura delle urne. Questa volta, l’avvocato verrà proclamato sindaco a quarantotto ore dalla vittoria e dalla grande festa in piazza Duomo. E nel pomeriggio farà il suo ingresso ufficiale a Palazzo Marino. In tempo, domani, per la sua prima uscita pubblica durante le celebrazioni della festa della Repubblica, con tanto di fascia tricolore. Un’occasione particolare per la città. Tradizionalmente, le porte del municipio vengono aperte ai milanesi. Comprese quelle dell’ufficio del sindaco. Letizia Moratti, che ha già svuotato le stanze, non ha voluto prendere decisioni su questo punto. Lo farà Pisapia per il suo “debutto” istituzionale, ricevendo i cittadini.

A offrire la sua disponibilità per il passaggio di consegne è stata la stessa Moratti durante la telefonata di congratulazioni che, a risultati acquisiti, ha fatto al suo ormai ex sfidante. Un ritorno al fair play dopo una campagna elettorale dai toni accesi. «Sarà una giornata importante per Milano», ha detto l’avvocato. Che, probabilmente, non immaginava una tale accelerazione del suo insediamento in municipio. Ma le celebrazioni del 2 giugno hanno reso immediato l’incontro con la Moratti, che difficilmente, in questo interregno, avrebbe voluto incontrare i milanesi come primo cittadino.

Eppure Pisapia ha voluto comunque iniziare la sua unica giornata da sindaco in pectore in modo simbolico, con un incontro nella sede dell’Anagrafe di via Larga con i dipendenti comunali. Lontano, per delicatezza istituzionale, da Palazzo Marino. «Mi sono confrontato con i lavoratori — ha detto — per salutarli e augurare loro un buon lavoro per il futuro di Milano. Mi hanno accolto con entusiasmo enorme e con fiducia. C’è la volontà di impegnarsi per la città». Poi, due appuntamenti altrettanto significativi per segnare la sua nuova idea di Milano. Con la visita (privata) promessa a una vecchia partigiana, Nori Brambilla (la vedova del comandante partigiano Giovanni “Visone” Pesce”), ha ribadito la volontà di continuare a onorare la storia di Milano come città medaglia d’oro per la Resistenza e la sua memoria antifascista.

Con la visita al quartiere popolare di San Siro ha lanciato un segnale altrettanto preciso già dichiarato in questa lunga cavalcata verso piazza Scala: l’attenzione alle periferie. Proprio lì, tra i caseggiati popolari, il sindaco ha dichiarato che il suo peregrinare lontano dal centro non finirà: «Durante le campagne elettorali si fanno tante promesse e si prendono tanti impegni — ha detto — e io voglio dimostrare anche con la mia presenza qui che manterrò gli impegni, li sto già mantenendo». L’avvocato, parlando a Telenova, ha anche voluto puntare sulla scommessa di costruire un nuovo senso civico: «Ciascuno di noi dovrà pensare anche alle cose più piccole evitando, per esempio, di sporcare la città perché pulirla costa. E chi ha di più dovrà mettere a disposizione di chi ha di meno».

C’è stato spazio anche per un commento alle parole che il leader di Sel, arrivato a Milano per festeggiare la sua vittoria, ha pronunciato dal palco in Duomo. Da lì, Nichi Vendola ha rivolto un invito ad «abbracciare i nostri fratelli rom e musulmani», in evidente polemica con la Lega Nord. Aggiungendo anche che «oggi la Milano dell’ipocrisia e dell’arroganza è stata sconfitta dalla mitezza di Giuliano Pisapia». «A Nichi Vendola voglio bene — ha detto l’avvocato — Ma quando va in una città che non conosce dovrebbe ascoltare più che parlare». Un modo anche per ribadire che è lui il sindaco di Milano e che, nonostante la stima e l’affetto, non vuole essere tirato per la giacchetta dai leader nazionali di partito.

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