lunedì 27 giugno 2011

La battaglia proseguirà: è l'intifada della Valsusa.


Guerra ai No Tav. Ma la valle resiste

di Orsola, dal manifesto online

Hanno sfondato. Lancio di lacrimogeni ovunque. E’ il messaggio di questa mattina alle 8. La guerra. Il governo ha scelto la guerra contro i No Tav. Non è una novità. Tragicamente questa è la norma. A prescindere dal colore dei governi. La Val Susa in tutti questi anni ha ribadito il suo no alla Torino-Lyon motivandolo con tanto di tracciati, dati incontestabili che hanno smascherato i reali motivi dei signori che il Tav lo vogliono. Che poi sono soldi, adesso, subito. Quello che succederà poi alla valle non importa. Non importa se non ci sarà mai quel flusso merci di cui parlano i signori del tav. L’importante è quello che si può succhiare ora. Dalle tasche dei contribuenti oltre che da quelle dell’Europa. Tanti soldi.
La resistenza della Val Susa è la lotta che in questi anni ha – spesso in solitaria – continuato a ribadire che con la violenza, con il sopruso, con il despotismo non si può governare. Non si può imporre a un territorio una scelta. Per contro, questo governo, come quelli precedenti (Prodi incluso) ha tragicamente confermato che in Italia la democrazia è sempre più a rischio.

La Val Susa, il popolo No Tav resiste. In diretta su radio Blackout i drammatici racconti delle cariche. Perchè la polizia avanza con mezzi di sfondamento.



Cariche in Val Susa guerra annunciata

della redazione del Manifesto

Stamattina alle otto lo sfondamento della barriera innalzata dai manifestanti che da giorni presidiano la Maddalena per impedire l'apertura dei cantieri per la Tav. Poi i lacrimogeni. Gli agenti delle forze dell'ordine che scortano una ruspa. E i manifestanti che cercano di resistere, lanciando pietre. Poi la guerra. Inutile la mediazione di alcuni esponenti degli enti locali, che hanno cercato di evitare l'attacco. Si aprla di tende andate al fuoco e di un lancio di lacrimogeni fittissimo nell'area del campo base dove ad un certo punto si sono concentarate le persone. "un lancio senza senso, solo per gasare la gente", ha denunciato il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, che proprio ieri sul manifesto aveva lanciato un appello affinché il presidio No Tav non fosse lasciato solo. I manifestanti hanno cominciato a scappare, per cercare di sfuggire alla polizia



Ma i leader della rivolta hanno spiegato che non intendono arrandersi, e che non ci sarà alcun inizio dei lavori. «Abbiamo perso un round, non la guerra». Lo ha detto Alberto Perino subito dopo lo sgombero dell'accampamento dei No Tav a Chiomonte, del leader del movimento. «Oggi - dice - è andata come di pensava che andasse. Noi abbiamo resistito poi le forze dell'ordine hanno sparato migliaia di lacrimogeni. Adesso dobbiamo portare via tutti i materiali dalla Maddalena. Poi vedremo il da farsi, di certo non siamo sconfitti».



Ma che ormai la decisione di proseguire con i lavori della Tav è presa, e che tutti i "poteri" si sono ricompattati intorno al progetto fortemente osteggiato dalla popolazione. Nonostante la motivazione che viene presentata per giustificare la repressione sia il "ripristino della legalità": "Un Paese civile e democratico come l'Italia non può permettersi la permanenza di un presidio come quello del 'villaggio Maddalena' al di fuori della legalità", ha detto la presidente di Confindutria Emma Marcegaglia. «La Tav è un'opera fondamentale - aggiunge Marcegaglia a margine dell'assemblea di Federchimica a Milano - per lo sviluppo dell'Europa e un'infrastruttura importante per mantenere i collegamenti italiani a livello internazionale. Per questo è fondamentale che i cantieri partano entro fine mese per non perdere la quota di finanziamento europeo», conclude il presidente di Confindustria.



Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, è tornato a ripetere che chi si oppone alla Tav è un soltanto una piccola percentuale della popolazione: «la Tav è un'opera assolutamente necessaria per il Piemonte e per l'intero sistema Paese. Non si può confondere - ha aggiunto - la posizione della Val di Susa con l'azione di violenti facinorosi. Le forze dell'ordine stanno facendo rispettare la legalità e - ha concluso Cota - a loro va il mio pieno sostengo e solidarietà». Eppure è certo che la protesta, la resistenza, le motivazioni che in tutti questi anni hanno opposto i militanti No Tav a chi ha sempre e solo ripetuto che quella dell'Alta velocità è una tratta "necessaria" raccoglie certamente simpatia e appoggio: non è un caso che, nonostante la crisi, stamattina molte fabbriche del piemontese siano entrate in sciopero di solidarietà. Mentre le donne di Chiomonte hanno appena occupato il Comune.



A Roma si svolgerà oggi pomeriggio alle 16 a piazza Colonna un presidio di solidarietà.

A Milano l'appuntamento è alle 18 a piazza San Babila.

a Bari alle 18 a piazza della Prefettura.

A Reggio Calabria davanti alla Prefettura in piazza Italia appuntamento alle ore 18.

A Genova si sta già mobilitando: dalle ore 11 davanti alla Prefettura.

A Bologna si dà appuntamento a piazza Nettuno alle 18.

A Modena alle 18 davanti alla prefettura.

A Rimini alle 18,30 in piazza Cavour.

A Perugia alle 18,30 in Piazza Italia.

A Torino alle 15,30 davant alla sede del Pd in via San Francesco d'Assisi.

A Napoli alle 17 a piazza Plebiscito.

A Pisa alle 17 Logge dei banchi

A Trieste alle 16,30 piazza Ponte Rosso davanti alla statua di Joyce.

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