mercoledì 29 giugno 2011

CGIL: la Camusso ha sbragato



Contratti, lo strappo della Fiom

"Bisogna far votare i lavoratori"


Intesa unitaria sui patti aziendali

Landini sfida la Cgil: "Ha ceduto,quello statuto non lo applicherò"

ROMA
Dopo sei ore di trattative serrate è stato siglato ieri sera l`accordo unitario sui contratti e la rappresentanza sindacale. Un accordo che la Fiom boccia senza appello, con il suo leader Landini che chiede un referendum e critica aspramente la posizione della Cgil. Riuniti nella Foresteria di Confindustria i segretari di Cgil, Cisl, Uil e la presidente degli industriali Emma Marcegaglia hanno siglato un accordo che ha spinto il ministro dell`Economia Giulio Tremonti a dire «Grazie a Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Susanna Camusso ed Emma Marcegaglia. Grazie per quello che hanno fatto oggi nell'interesse del nostro Paese».

L'accordo, ha spiegato Marcegaglia, «non sostituisce l'altro, quello del 2009», che non vide la firma dalla Cgil. «Questo - ha spiegato la presidente - ragiona su altri temi, come la rappresentanza e l'efficacia erga omnes dei contratti aziendali». Ma cosa prevede l`intesa raggiunta ieri? Nel corso della riunione è stato elaborato un documento di 9 punti. Dalle nuove regole per la rappresentanza sindacale, alle garanzie di efficacia per gli accordi contrattuali firmati dalla maggioranza dei rappresentanti dei lavoratori, ad una sostanziale possibilità di deroghe a livello aziendale (termine che comunque non compare esplicitamente nel testo della bozza), al quadro dei contratti nazionali.

Già, ma il giorno dopo Landini, segretario Fiom, si fa portavoce di tutti i malumori del sindacato delle tute blu. «Non siamo d’accordo e chiediamo che ci sia un pronunciamento dei lavoratori o almeno degli iscritti. A loro diremo che questo accordo non ci piace e non andrebbe firmato» attacca Landini. «E' un accordo con cui la Cgil arretra le sue posizioni e cede su punti non cedibili – spiega il segretario generale della Fiom - per esempio manca il voto dei lavoratori per validare gli accordi e si apre alla derogabilità del contratto nazionale attraverso accordi aziendali non decisi dai lavoratori, ma dalle Rsu e peggio ancora dalle Rsa».

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