lunedì 26 novembre 2012
Concentrato di Golpe: the Group of 30.
DI PAOLO BARNARD.paolobarnard.info.
Che venisse da un Vinci di Matrix, nulla di che. Ma anche da un Giannino, passi, quello è pagato per rovinarci. O dallo Scacciavillani del Fatto Quotidiano, che però ci crede secondo me, quindi è meglio di Oscar. O anche da uno dei tromboni del Corriere, stessa busta paga di Giannino, dei Rocca, Vaciago, Secchi ecc. Infatti, se a tutti questi si prova a dire che siamo sotto un Golpe Finanziario, all’unisono scrollano le spalle e col sorrisetto scuotono la testa. Fantasie da complotto, fine del dibattito, e sentenziano “Via! Siamo seri”. Ok, sappiamo chi sono, inutile insistere.
Ma che un intellettuale e autorevole penalista come Alessandro Gamberini, cioè l’avvocato di Sofri per intenderci, uomo di consumata esperienza conoscitiva delle peggiori trame del potere, che uno come lui reagisca sostanzialmente allo stesso modo mi preoccupa.
Perch� vuol dire che qui dobbiamo superare non una montagna per aprire gli occhi alla gente, ma proprio arrivare su Giove. E’ talmente incredibile, cioè proprio estraneo alle ipotesi peggiori anche di un cervello sofisticato, cioè così difficile da persino ipotizzare che sia accaduto questo immenso Golpe, che la sola menzione di esso causa anche a menti di solito brillanti come quella di Gamberini uno shut down istantaneo. Figuriamoci il pubblico. And this is bad news, brutte notizie miei cari 0,2%.
E allora forse si deve somministrare la verità in pillole autorevoli ma molto concentrate, cioè un aculeo di verità talmente pungente da scioccare l’ascoltatore verso la consapevolezza. E cosa c’è di meglio del Group of 30?
Il derivato dei Derivati, che sono astrusi prodotti finanziari del tutto comprensibili a non più di 200 individui nel mondo, è la crisi finanziaria 2007-2012. Non è un gioco di parole, perch� come ho già spiegato nei dettagli mesi fa, fu in particolare uno scherzetto di Derivati CDS fasulli della AIG di Joseph Cassano, ufficio di Londra, a far partire il collasso globale. Non che sia tutta colpa sua, perch� sui Derivati era nata la precedente bolla speculativa immobiliare americana dei subprime, dei criminali MERS, dei Servicers, e da cui poi altri e infiniti Derivati Frankenstein (definizione di Wall St.) sono nati infettando quasi tutte le maggiori banche del mondo, e a pioggia tutto il resto. La crisi finanziaria, poi, ci ha portato non solo un macello creditizio, aziendale, occupazionale e sociale da rasentare un 1929, ma ha anche fornito il grande pretesto per infliggerci la sciabolata del progetto di Spirale della Deflazione Economica Imposta (le Austerità) che i golpisti usano per depredare a sangue interi Stati europei, courtesy of the Eurozone. I Derivati sono armi di distruzione di massa, e massa è la parola giusta, visto che questi Frankenstein-assets vagano per il pianeta senza più controllo n� regolamentazione per una cifra di circa 650.000 miliardi di dollari. E’ dal 1994 che è suonato l’allarme su ste mine finanziarie, con Merrill Lynch che fece sparire 1,5 miliardi di dollari in assets da Orange County (USA), e si capisce chiaro che nessuno da allora ha voluto, n� potuto, regolamentarli, cioè frenarli, visto che sono arrivati anche in Italia dieci anni dopo in una frotta di Comuni e con danni terrificanti (es. Milano, 1,7 miliardi di Euro, con JP Morgan Securities). Ancora oggi i contratti OTC (Over the Counter, sempre Derivati) sono liberamente usati per distruggere, e lo stanno facendo gli Hedge Funds come quello del criminale John Paulson, che scommettono in queste ore contro l’Euro, giusto per sparare una bella raffica sulla croce rossa dell’Europa moribonda (che in effetti dovrebbe morire, ma non caoticamente e non per ingrassare i Mr Paulson). Ne Il Più Grande Crimine 2011 spiego in una serie di esempi come accada che usando i Derivati un pugno di speculatori possa affondare persino uno Stato sovrano del G8, possa ricattarlo, sospingerlo oltre il baratro del default, e questo con le conseguenze agghiaccianti che si chiamano disoccupazione, sottoccupazione, suicidi, morti anzitempo, abbruttimento sociale, svendita forzosa a truffa di patrimoni pubblici, usura sullo Stato, e soprattutto perdita di democrazia a favore non solo dei profitti indicibili dei sopraccitati speculatori, ma anche del fascismo finanziario alla UE che oggi fa gridare allo scandalo anche il Financial Times. Quel fascismo che ha imposto i micidiali Trattati UE mai votati da alcun cittadino, i quali hanno di fatto abolito la sovranità delle Costituzioni nazionali, abolite anche dal ricatto degli speculatori (si veda il Golpe in Italia dell’11/11/11), i quali aiutano i fascisti UE che aiutano gli speculatori e via daccapo. Insomma, ciò che si chiama il Colpo di Stato Finanziario nell’Eurozona. E, lo ripeto, i Derivati arrivano ai 650 mila miliardi di dollari, cioè 8 volte il PIL mondiale, non so se è chiaro.
La domanda come sempre è: come si è arrivati a questo? E poi: Perch� non lo si è evitato?
Risposta: Group of 30. Un complotto? Sì, Avvocato Gamberini. Ma non una fantasia (a meno che Mario Draghi non sia un DVD).
Lo schema è ormai un clich�, e l’ho già spiegato allo sfinimento. Primo: si distrugge la capacità dello Stato di creare e controllare qualsiasi ricchezza finanziaria significativa (con la “superstizione o isteria del deficit/debito” P. Samuelson). A quel punto la creazione di ricchezza finanziaria significativa rimane unicamente nelle mani dei mercati di capitali, da cui gli stati finiscono per dipendere in toto. Secondo: i mercati di capitali, che ora spadroneggiano, incaricano lobbies di eccezionali tecnocrati di disegnargli leggi, regole, strumenti, e anche propaganda, per ottimizzare la loro rapina globale. Terzo, li impongono ai governi che, come già detto, sono privati della facoltà di creare ricchezza finanziaria significativa e sono del tutto dipendenti dal ricatto di chi la crea, i mercati appunto, quindi ingoiano qualsiasi aberrazione speculativa, come l’esistenza dei mostruosi Derivati OTC a briglia scolta. Dopo di ciò i Golpe Finanziari sono quasi uno scherzo.
Ora tornate al secondo punto sopra, alle lobbies di eccezionali tecnocrati: il Group of 30, in primis. Nel 1978 il solito Rockefeller ci mette lo zampino (e te pareva se non c’entrava lui) e aiuta a creare il gruppo. Saranno 30 membri a rotazione, ma sempre 30 individui. E la cosa s’imposta fin da subito molto male: sono quasi tutti uomini che hanno lavorato con la mano destra nella speculazione finanziaria, e poi con la sinistra nella regolamentazione statale della stessa, o vice versa. No good. Ecco spiegato come accade che si crei un complotto, cari scettici. Non ci vuole un genio a capire che il poliziotto iscritto al club dei ladri che gli pagano laute prebende finisce col tradire il suo mandato nel più classico dei complotti per delinquere. Infatti, scrive Eleni Tsingou nel più devastante lavoro accademico sul Group of 30 (2003): “Questo Gruppo non solo ha legittimato il coinvolgimento del settore privato nelle politiche di Stato, ma ha anche permesso all’interesse privato di divenire il cuore delle decisioni di politica finanziaria. Questo perch� molti dei suoi membri sono proprio quei politici che il Gruppo mira a convincere”. E vi anticipo qui che fra un po’ vi porto a scorazzare in uno dei più paradossali balletti di conflitti d’interesse mai visti al mondo, roba confronto a cui il Cavaliere è un ladro di caramelle. Ma prima c’è da rompersi gli occhi ancora un po’ col ‘wonkish stuff’.
Il Group of 30 dunque partì, vi lavoravano cervelli eccezionali, ed era stipato di miliardi come non immaginate. Prima clamorosa intuizione: ‘i Derivati iniziano a diventare interessanti, promettono molto bene, e se noi siamo i primi a capirci qualcosa e a scrivere il libretto delle istruzioni, tutti gli altri faranno riferimento a noi, visto che nessuno ci capisce un’ostia in sta roba.’ Nel 1993 il Gruppo pubblicò il primo studio completo sui Derivati OTC, il Derivatives: Practices and Principles. I controllori statali delle transazioni finanziarie americani ed europei erano nella nebbia assoluta su quei prodotti, e ovviamente accolsero lo studio del Gruppo con favore. L’ignoranza gli tolse ogni potere di contrastarne le conclusioni. E le conclusioni del Group of 30 erano sostanzialmente due: i Derivati OTC sono indispensabili perch� “rappresentano nuovi modi di capire, misurare e gestire il rischio finanziario” (sic! cioè gli strumenti più ‘rischiogeni’ della storia della finanza avrebbero secondo loro ridotto il rischio); e in secondo luogo, si sottolineava che “la chiave per l’uso dei Derivati è l’autoregolamentazione… le regole statali intrusive e basate sulla legge ne rovinerebbero l’elasticità e impedirebbero l’innovazione in finanza” (cioè, ci possiamo permettere di dirvi che le regole ce le facciamo in privato, tanto voi controllori non sapreste n� contraddirci n� quindi farle quelle regole). E cosa fecero i controllori? Per evitare di apparire ignoranti che brancolavano nel buio si aggrapparono alle raccomandazioni del Gruppo, sia in USA che in Europa, come si vedrà fra poco, sospinti in modo decisivo proprio dai loro colleghi Senior che erano membri di spicco di questa lobby. Ma nel succitato studio, il Group of 30 osò anche di più e scrisse che i controllori avrebbero dovuto “aiutare a rimuovere le incertezze legali dei regolamenti in vigore, e fornire un trattamento fiscale (tasse) favorevole ai Derivati”. L’intero lavoro così pubblicato, cari scettici sui complotti, era stato abbondantemente oliato con i fondi della mega banca speculativa JP Morgan. Ogni altro commento è superfluo.
Nonostante la sfacciataggine di quelle righe, tre fra i maggiori organi di controllo del mondo, il Comitato di Basilea, il Congresso degli Stati Uniti e la Federal Reserve USA, trovarono l’idea dell’autoregolamentazione accettabile (in gergo è Best Practice), e di più: gettarono il loro peso contro i pochi controllori ed economisti che già allora suonavano le campane d’allarme (uno di questi fu il nostro glorioso William Black). A questo punto, due delle più potenti lobbies finanziarie anglosassoni, l’Institute for International Finance (IIF) di Washington e la Investment Banking Association di Londra (LIBA), buttarono sul tavolo della trattativa le loro proposte per l’autoregolamentazione della trasparenza sui Derivati, a pieno sostegno del Group of 30. Per dare l’idea agli scettici del complotto, la IIF è la lobby che poche settimane fa ha dato gli ordini nella trattativa suicida della povera Grecia verso la trappola del secondo bailout.
Risultato di quanto sopra: l’occasione per capire e controllare la distruttività dei Derivati OTC si era presentata all’inizio degli anni novanta. Il Group of 30 fu il primario attore nell’annullamento di ogni tentativo di portare questi killer sotto il controllo pubblico, e le conseguenze sono quelle che sappiamo, cioè crimini globali. Se il mio amico Avvocato Gamberini avesse una conoscenza precisa di cosa questi mostri hanno fatto alla vita di centinaia di milioni di famiglie, a milioni di aziende, e alle democrazie dei maggiori Paesi occidentali, per non parlare degli orrori nel Terzo mondo e sull’ambiente (ambito commodities); se potesse capire che oggi viviamo tutti su un ordigno termonucleare finanziario fuori controllo che si chiama 650.000 miliardi di Frankenstein-Derivatives in grado di far fallire il pianeta; se infine capisse che nessuna democrazia ha un senso quando tutta la ricchezza è nelle mani di queste lobby senza pietà a cui TUTTI i politici devono rispondere a bacchetta, invece che ai propri elettori - il mio amico Gamberini intuirebbe non solo la verità del Golpe Finanziario, ma anche l’urgenza di chiedersi cosa ci fa un uomo pubblico come Mario Draghi dentro il club di coloro che hanno impedito al mondo di fermare la finanza criminale planetaria dei Derivati, e parlo del club Group of 30.
Draghi è lì, lui, l’uomo che al timone della BCE dovrebbe vigilare proprio su coloro che condividono il suo club con intenti criminosi come quelli che si sono sopra descritti. E guardate (diamo il via alle danze): chi era il funzionario italiano che supervisionò da direttore generale del Tesoro lungo tutti gli anni ’90 la svendita del nostro Paese alle privatizzazioni selvagge che non hanno sanato di nulla il debito pubblico ma che hanno sanato di certo imprenditori falliti come De Benedetti e fatto incassare miliardi in parcelle alle investment banks? Chi era il funzionario italiano che non ha detto una parola contro la micidiale separazione fra Banca d’Italia e Tesoro che ingrassò le medesime banche? Era Draghi, uomo Group of 30, uomo Bilderberg, uomo Goldman Sachs, e anche ‘bugiardo-Sachs’ che ha sempre negato di essere stato in forza alla Goldman quando la banca di Wall Street organizzò la truffa per truccare i libri contabili greci in collusione col governo di Atene (e invece lui c’era eccome alla Goldman e ne dirigeva proprio gli affari europei). E allora, non è legittima la domanda del cittadino (facciamo finta che il cittadino si faccia domande, dai…) sull’imparzialità di un simile individuo nella gestione delle nostre vite? Quando ad esempio decide di inventarsi un trilione di Euro in piena agonia dell’Eurozona e di darli tutti, TUTTI, alle banche e senza condizioni (ad es. “riprendete a prestare alle aziende in percentuale X, o niente soldi”). Quando decide, come accaduto nei cruciali giorni del Golpe Finanziario in Italia, cioè dall’11 al 16 novembre 2011, di chiudere i rubinetti della BCE che avrebbero potuto salvare un governo eletto ma odiato dagli speculatori (che io detestavo, ma era un governo legittimo), e salvare l’Italia dal golpista Monti. Mario Draghi poteva fermare la loro mano semplicemente ordinando alla BCE di acquistare in massa i titoli di Stato italiani. Infatti tale acquisto avrebbe, per la legge basilare che li regola, abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, il cui schizzare in alto a livelli insostenibili stava portando l’Italia alla caduta nelle mani degli investitori/golpisti. I mercati si sarebbero fermati, resi inermi di fronte al fatto che la BCE poteva senza problemi mantenere a un livello basso costante i tassi sui nostri titoli di Stato. Ma Mario Draghi siede alla BCE e non fa nulla. Non siate ingannati dalla giustificazione standard offerta per questo rifiuto di acquistare titoli italiani da parte della BCE. Vi diranno che le è proibito per statuto, ma non è vero: infatti clausole come la SMP Bond Purchases lo permettono, e anche le regole sulla stabilità finanziaria del trattato d Maastricht. Draghi poteva agire, eccome. Ma l’uomo pubblico-membro del Group of 30 dimostrò che di pubblico ha solo l’aria che respira.
Come tutti gli altri colossi del settore pubblico internazionale compromessi in questa lobby sciagurata dove mischiano, o hanno mischiato, la loro funzione statale con quella speculativa, a partire dallo storico Paul A. Volcker, il Presidente della Federal Reserve (banca centrale USA) ma anche uomo della Chase Manhattan Bank e Group of 30.
Poi abbiamo Lord Richardson of Duntisbourne, Governatore della Banca Centrale d’Inghilterra, ma anche caro alla Lloyds Bank e Group of 30.
Poi Jacob A. Frenkel, Governatore della Banca Centrale d’Israele, ma anche in Merrill Lynch International e Group of 30.
Poi Geoffrey Bell, Ministero del Tesoro della Gran Bretagna, dirigente anche di Schroders e Group of 30.
Poi Domingo Cavallo, che era Ministro dell’Economia in Argentina, padre di un disastro economico spaventoso sulla vita di milioni di poveracci, e diligente scolaretto del Group of 30.
Poi Gerald Corrigan, Presidente della Federal Reserve Bank di New York, ma che attraversa la strada e si siede poi come Managing Director di Goldman Sachs, e anche Morgan Stanley, e Group of 30.
Poi Guillermo de la Dehesa, Governatore della Banca Centrale di Spagna, Ministro della Finanza, ma anche banchiere del Banco Santander Central Hispanico e di Goldman Sachs, e Group of 30.
Poi Arminio Fraga Neto Governor, Banca Centrale del Brasile, ma a busta paga di Solomon Brothers NY, Soros Management Fund, e Group of 30.
Poi Toyoo Gyohten, Ministero delle Finanze del Giappone, ma dirigente della Banca di Tokyo e Group of 30.
Poi Gerd Hausler, Governatore della Bundesbank (banca centrale tedesca), ma dentro alla Dresdner Bank, e Group of 30.
… (amico scettico del complotto, non è finita, perch� li hanno cooptati proprio tutti quelli grossi, stai lì a leggere, ci sono un paio di chicche in serbo più sotto, e pensa)
Poi Mervyn King, Governatore della Banca Cnetrale d’Inghilterra, e Group of 30.
Poi Jacques de Larosière Conseiller, Governatore della Banca Centrale di Francia, ma direttore esecutivo di BNP Paribas, e Group of 30.
Poi William McDonough, del Departmento di Stato USA, e a busta paga della First National Bank of Chicago, e Group of 30.
Poi Tommaso Padoa-Schioppa, non ha bisogno di presentazioni, n� le necessita la sua ideologia Neoliberista spinta, n� i suoi ruoli in FIAT e Bilderberg, e Group of 30.
Poi il colosso due americano, Lawrence Summers, Segretario del Tesoro USA, fedele del Bilderberg, e Group of 30.
Poi Jean-Claude Trichet, il predecessore di Draghi alla BCE, ma anche Ministro delle Finanze francese, altro Bilderberg e Group of 30.
Poi Axel A. Weber, Presidente della Bundesbank, ma anche membro della European Systemic Risk Board e della Financial Stability Board. Sarà poi super pagato presidente di UBS, e Group of 30. Ma questo è grottesco. Uno che lavora col Gruppo che ha scatenato il peggior rischio sistemico della storia della finanza mondiale, uno che lavora per i profitti del colosso speculativo UBS, poi siede anche fra i funzionari che valutano il rischio sistemico in Europa e fra quelli (FSB) che lavorano per “incentivare la stabilità finanziaria in un'ottica globale, adottare delle migliorie al sistema dei mercati e ridurre il rischio di crisi finanziarie per mezzo della condivisione di informazioni… inoltre, incentivare la cooperazione internazionale tra le autorità di vigilanza (sic)”. Poi Adair Turner, Presidente del Financial Services Authority della Gran Bretagna, che è l'istituto nazionale deputato a controllare l’industria dei servizi finanziari. Quindi un controllore, ok? Ma eccolo a busta paga della super banca speculativa Merrill Lynch Europe come vice-presidente, e in bella mostra al Group of 30 (questo bel signore fu anche capo delle commissioni per le pensioni e per i salari minimi, sic).
Poi Gerd Häusler , che ha diligentemente lavorato al Global Financial Stability Report (stabilità finanziaria, si noti) e al Financial Stability Forum (stabilità finanziaria, si noti). Ma questo signore ce lo troviamo come direttore del Institute of International Finance di Washington, altro deregolamentatore dei Derivati, ce lo troviamo ovviamente al Group of 30, e soprattutto ce lo troviamo a Lazard. Lazard di New York è un’agguerrita azienda di consulenze specializzata in alta finanza, che nel caso delle sempre disperata Grecia della crisi faceva il doppio gioco come consulente sia degli investitori-strangolatori, che del governo di Papademos allo stesso tempo. No comment.
Qui non si sta parlando di un miliardario con conflitti d’interessi. Qui parliamo dei padroni globali della finanza, di tutte le maggiori Banche Centrali del mondo, dei colossi bancari della speculazione planetaria, e dei massimi controllori della stessa, tutti invischiati in un’oscena amalgama di salotti condivisi, club condivisi, milioni di Dollari/Euro in consulenze condivise, dentro e fuori dalla funzione pubblica e in quella privata e vice versa di continuo. Qui stiamo parlando del sistema che ha messo in ginocchio l’economia del mondo in meno di un decennio, e che, per tornare nelle vostre case italiane, ha minato il futuro dei vostri bambini, e ha portato a masse immense fra cui tantissimi italiani sofferenze che oggi sono su tutti i giornali. Con la perdita di qualsivoglia democrazia reale. Questo è il Group of 30, la lobby che ha aiutato in modo decisivo a causare questo allucinante scenario, questo livello di crimine internazionale. Trenta individui a rotazione, ma solo trenta, col nostro Draghi in prima fila. Roba da far apparire Goldfinger un patetico principiante. Roba vera, tragicamente vera come sono vere le righe qui stampate, cari scettici del Golpe Finanziario. Caro, e sinceramente stimato, Avvocato Alessandro Gamberini.
Paolo Barnard
Fonte: /www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=379
3.05.2012
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