martedì 27 novembre 2012
ADDIO ROSSANDA E IL MANIFESTO MUORE.
1- ROSSANDA DICE ADDIO AL MANIFESTO
Da "MicroMega" - http://temi.repubblica.it/micromega-online
Rossana Rossanda lascia il Manifesto. Una delle fondatrici della storica testata della sinistra italiana se ne va, con una lettera (che qui pubblichiamo) in cui accusa la direzione e la redazione di "indisponibilità al dialogo". Lettera che Rossanda ha inviato al giornale affinché venga pubblicata domani.
E' solo l'ultimo degli addii "eccellenti" che il Manifesto ha subito nelle ultime settimane. Prima Vauro, poi Marco D'Eramo (la cui lettera di commiato è stata liquidata con poche sprezzanti righe dalla direzione, ragione per la quale è in corso tra i suoi amici e lettori una raccolta di firme per criticare duramente l'atteggiamento del giornale nei confronti di una delle figure storiche del Manifesto).
E il giornale - fondato nel 1969, che versa in pessime acque finanziarie - continua a perdere pezzi. Dopo l'addio di D'Eramo, anche Joseph Halevi, uno tra i più noti collaboratori del Manifesto, ha deciso di lasciare, e in una lettera inviata al circolo del Manifesto di Bologna usa parole durissime nei confronti della direzione e della redazione: "Non si tratta più di un collettivo ma di un manipolo che per varie ragioni si è appropriato del giornale".
Nella sua lettera d'addio Rossana Rossanda annuncia che un suo commento settimanale uscirà sul sito di Sbilanciamoci.
LA LETTERA DI ROSSANDA.
Preso atto della indisponibilità al dialogo della direzione e della redazione del manifesto, non solo con me ma con molti redattori che se ne sono doluti pubblicamente e con i circoli del manifesto che ne hanno sempre sostenuto il finanziamento, ho smesso di collaborare al giornale cui nel 1969 abbiamo dato vita. A partire da oggi (ieri per il giornale), un mio commento settimanale sarà pubblicato, generalmente il venerdì, in collaborazione con Sbilanciamoci e sul suo sito www.sbilanciamoci.info.
REDAZIONE DEL MANIFESTO
Rossana Rossanda
LA LETTERA DI HALEVI
Care compagne e cari compagni
Non so se avete visto l'andazzo del manifesto nelle ultime settimane. E' peggiorato ulteriormente dopo il 4 novembre. Scandalose le linee di commiato a Marco D'Eramo, quelle della redazione non quelle di D'Eramo. Consiglierei di rompere, perché non si tratta più di un collettivo ma di un manipolo che per varie ragioni si è appropriato del giornale. Anch'io me ne vado, senza alcuna lettera. E' inutile.
Un caro saluto,
Joseph Halevi
2- IL FUTURO DEL MANIFESTO: L'ADDIO DI MARCO D'ERAMO E LA RISPOSTA DELLA REDAZIONE
Da http://www.ilmanifestobologna.it/
di Marco D'Eramo.
Cari lettori,
vi scrivo per prendere commiato da voi dopo una frequentazione di più di 32 anni e svariate migliaia di articoli. Come in ogni rapporto così lungo che si conclude, le cause della separazione risalgono lontano nel tempo e profondo nei sentimenti, anche se poi basta una quisquilia a rompere un equilibrio che già pendeva quanto la torre di Pisa.
Per fare breve una vicenda lunga, la mia storia nel manifesto e col manifesto è conchiusa. Sento con dolore che questa esperienza umana e politica sta finendo male, come spesso accade in regime di scarsità e penuria: me lo provano la suicidaria rottamazione dei prepensionati, quasi tutti esclusi dalla progettazione del giornale, e me lo ha provato in modo definitivo il pessimo andamento dell'assemblea romana di domenica 4 novembre coi circoli (nonché il suo non rendiconto).
Non ne faccio una colpa specifica alla direzione, sia perché in un giornale come era un tempo il nostro, le responsabilità sono sempre collettive, cioè del collettivo (redazione, grafici, tecnici e amministrativi e quindi anche mie), sia perché, come ho detto, alcuni dissidi sono carsici e rimontano nel tempo. Di proposito non entro in questioni personali che mi trascinerebbero in un ping-pong di recriminazioni e controaccuse: vi sono già stati troppi livori. Spero di sbagliarmi, e auguro ogni fortuna al collettivo, per quel che ne resta, e per il tempo che riuscirà a sopravvivere come tale.
IL COMMENTO DELLA REDAZIONE
È vero, le difficoltà materiali non aiutano. Ci dispiace per questo commiato, ma su una cosa siamo d'accordo: meglio evitare personalismi, «recriminazioni e controaccuse». Auguri di buona fortuna.
RISPOSTA INVIATA PER MAIL A TUTTA LA REDAZIONE DA MARCO D'ERAMO
Care compagne/i,vi ringrazio di cuore: la collocazione e la risposta che avete voluto dare al mio addio spiega le ragioni del mio commiato più di ogni mia parola.
articolo da Repubblica:
Il 31 dicembre si va alla liquidazione. Non ci sono imprenditori e cordate, sarà difficile mettere insieme una cooperativa nuova che per forza deve congedare decine di giornalisti e poligrafici. Gabriele Polo, già direttore, si chiama fuori, andrà in disoccupazione: «Per me la storia del manifesto finisce il mese prossimo. E l'addio di Rossana certifica la mutazione genetica del giornale».
Rossanda se ne va senza sentimentalismi, parole come pietre. «Per il momento escludo che ci ripensi», assicura Parlato. Fausto Bertinotti è colpito, addolorato: «Se davvero è così è un disastro. Rossana e il manifesto sono la stessa cosa, Rossana è il manifesto, lei più di altri, anche di Pintor». La conclusione non è meno amara: «La sinistra del Novecento, così come l'abbiamo conosciuta noi, è finita».
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