martedì 3 luglio 2012

Il ritorno dei nazionalismi.

Regressione e paura per la Tempesta perfetta.
di Loretta Napoleoni, da Repubblica. Dietro il fenomeno della destra c'è il ritorno ai nazionalisti come protezione dal nuovo e dal diverso. Un'involuzione che taglia tutto il Continente. Una miscela esplosiva fatta di anti-elitismo, annti-europeismo, anti-immigrazione. Gli europei hanno metabolizzato la democrazia, ma ciò non toglie che quello che è già successo possa tornareIl sogno europeo, simbolicamente racchiuso in una monetina chiamata Euro, rischia di disintegrarsi. Il pericolo è che l'Europa Unita 'regredisca' agli stati nazione antecedenti alla caduta del Muro di Berlino: economie isolate dal filo spinato delle restrizioni monetarie; paesi etnicamente vergini e con forti culture endogene. Regredire è un verbo che ben descrive il processo d'involuzione in atto non solo a livello economico ma anche e soprattutto a livello culturale e politico. Si tratta di un fenomeno che taglia trasversalmente tutto il continente e che affonda le sue radici nel grande calderone della globalizzazione. Il nazionalismo, con tutte le sue molteplici facce, appare come l'unica ancora in grado di proteggerci dai cambiamenti radicali in atto; eventi, fatti e circostanze che non piacciono a noi europei. L'Alba Dorata greca, il partito di estrema destra che nelle elezioni di maggio ha saltato la barricata del 5% ed è entrato in parlamento, è manifestamente razzista e se la prende con gli extra-comunitari che hanno fatto della Grecia la porta d'ingresso nell'Europa Unita, come se la responsabilità dell'immane debito greco fosse loro e non di chi fino ad ora ha governato il paese. A sua volta, gran parte dell'opinione pubblica tedesca sfoggia sentimenti altrettanto irrazionali e nazionalisti quando attribuisce al carattere indolente dei greci la responsabilità dell'attuale crisi economica e rifiuta di pagare i loro debiti sulla base di queste considerazioni. Usi e costumi 'stranieri' sono il capro espiatorio del peggioramento generale del tenore di vita europeo. In Olanda e nel resto dei paesi scandinavi l'arrivo degli immigrati mussulmani ha svuotato interi quartieri, facendo precipitare il valore degli immobili. I nordici considerano barbare le usanze mussulmane - come quando per la Id al-Adha si sgozzano gli agnelli nei giardini di casa e se ne appendono le carcasse sulle verande per farli dissanguare nel rispetto del rito Halal. Eppure questa cerimonia onora Abramo, personaggio chiave nella religione cristiana, un credo ed una cultura che l'estrema destra europea nostalgicamente dichiara di voler difendere dall'Islam. Anche all'interno dell'Europa Unita ritroviamo una narrativa 'razzista' secondo la quale il diverso, e cioè chiunque non sia nato dentro i vecchi confini nazionali, è causa di tutte le sciagure. Così portavoce del governo finlandese dichiarano apertamente che la crisi dell'euro dilaga nelle nazioni dove corruzione e criminalità sono endemiche, e cioè quelle mediterranee, attribuendo connotazioni culturali ai deficit di bilancio ed all'ampiezza dei debiti pubblici. La diversità, di qualsiasi forma essa sia, dal credo religioso fino agli usi e costumi alimentari, è il comun denominatore del malessere europeo, e, paradossalmente, la paura del diverso è ciò che meglio di qualsiasi altro attributo oggi definisce gli abitanti dell'Europa Unita. Da almeno un decennio la destra tradizionale e quella estrema hanno intuito l'esistenza di questa frattura esistenziale ed infatti da allora la cavalcano come tigre con discreti successi. Oggi se ne iniziano a raccoglierne i primi frutti grazie anche all'inerzia della politica tradizionale. Le invettive e le minacce che Le Pen padre lanciava alla fine degli anni Novanta contro la contaminazione dell'immigrazione maghrebina in Francia sono ormai entrate nel lessico della destra europea. "Sebbene questa non abbracci apertamente la violenza neppure ne condanna apertamente il lessico, volutamente lascia aperto uno spiraglio di tolleranza," spiega Matthew Goodwin, che insegna all'università di Nottingham. E' quello che fanno Cameron e la Merkel quando dichiarano morto il multiculturalismo, ma anche ciò che proclama la nuova destra italiana quando non prende le distanze dal fenomeni come CasaPound. Il lessico della contaminazione attraverso l'esposizione a culture straniere, la cui manifestazione più conosciuta è l'odio per gli immigrati, costituisce le fondamenta di una paura tanto irrazionale quanto viscerale che da almeno dieci anni infetta gli europei: il terrore, insomma, di ritrovarsi cittadini di un'Europa senza identità, una costruzione fittizia nata dall'ingordigia dell'élite di Bruxelles. Evocativa di questa paura è l'immagine di Eurabia, l'asse Europa-Arabia all'interno del quale cristiani ed ebrei saranno assoggettati con la forza alla legge islamica. Formulato dall'inglese Giselle Littman-Orebi, che si firma Bat Yeor, questo ipotetico stato del terrore viene ripreso spesso dallo stragista norvegese Breivik per giustificare azioni violente a difesa del popolo norvegese contro l'establishment. Come con il fascismo ed il nazional-socialismo, il populismo della destra del XXI secolo è intriso di tematiche popolari ed anti-governative. Una formula che, ahimè, continua a funzionare. Alle ultime elezioni in Finlandia il partito di destra Veri Finlandesi ha guadagnato il terzo posto passando al 4 al 19%. L'agenda politica mischia xenofobia e nostalgia nazionalista a temi cari al vecchio stato assistenziale della sinistra sessantottina, quali la sperequazione dei redditi. Forte nella retorica del leader, Timo Soini, è la difesa della gente comune contro l'establishment del denaro. Lo stesso cocktail viene somministrato al pubblico dal Fronte Nazionale francese, dai Democratici di Centro olandesi dal partito della Libertà austriaco e dal Partito del Popolo Svizzero. A sua volta il populismo di questa destra, che pesca senza vergogna nell'acquario della vecchia sinistra anche per quanto riguarda l'attivismo porta a porta, si ispira alle vittorie riportate nel 2009 da partiti populisti apertamente anti-immigrazione quali la Lega italiana, il British National party e gli ultrà ungheresi confluiti nel Jobbik. Ed ecco la miscela esplosiva: anti-elitismo, anti-europeismo, anti-immigrazione. Una pozione contro lo status quo che, se somministrata globalmente, dovrebbe riportarci allo status quo ante, a quando la complessità del mondo contemporaneo non esisteva e gli europei erano al sicuro dal mondo. Studiosi della destra attribuiscono il forte elemento di nostalgia ad una serie di fattori verificatesi negli ultimi anni. Matthew Goodwin sostiene addirittura che questi stanno preparando una tempesta perfetta. "Negli ultimi dieci anni si è diffusa in Europa l'islamofobia, la paura che l'immigrazione approfitti dei servizi pubblici e dello stato assistenziale a nostre spese e che mini la cultura nazionale. A questi sentimenti si sovrappone l'ansietà dei mussulmani riguardo al loro futuro in Europa, la mancanza di una risposta chiara da parte dei partiti istituzionali ed una crisi economica epocale." Se l'11 settembre ha foraggiato l'anti-islamismo introducendo la figura del terrorista islamico quale nemico della cultura occidentale, lo scoppio della bolla finanziaria nel 2008 ha infatti prodotto un'ondata di panico nell'estrema destra. La battaglia è diventata violenta ed anche fisica perché si teme per la propria famiglia, per la propria sopravvivenza. Rimandare indietro le lancette del tempo è l'unico modo per evitare la catastrofe. Nell'immaginario collettivo dell'estrema destra, dunque, siamo prossimi ad armageddon, perché allora meravigliarci se un rappresentante di Alba Dorata trasforma una tribuna elettorale in un round di boxe, prendendo a pugni ed a schiaffi la collega socialista? La violenza, che fino a qualche tempo fa era latente o marginalizzata, oggi esplode nelle strade e persino sui nostri teleschermi. E viene naturale domandarsi come mai queste teste calde non siano finite sotto il radar delle forze dell'ordine. La risposta è semplice: la moderna estrema destra europea ha legami con chi dovrebbe proteggerci dalle manifestazioni di estremismo politico. Nelle elezioni di maggio il 50% della polizia di Atene ha votato per Alba Dorata, contribuendo ai sensazionali risultati elettorali (7%). Ultrà di destra e poliziotti usano gli immigrati per sfogare la propria frustrazione esistenziale. In Germania, lo scorso novembre, la scoperta della cellula neo-nazista Zwichau ha messo a nudo le negligenze della polizia nei confronti di tre estremisti di destra a piede libero dal 1998. I tre sono accusati di aver ucciso 9 immigrati ed una poliziotta. L'indagine pubblica condotta a seguito della scoperta della cellula ha anche frantumato alcuni miti quali quello che l'apologia di nazismo è prodotto dell'ex Germania orientale. Infatti la maggior parte dei neo-nazisti in clandestinità appartengono alla Germania occidentale ed hanno forti legami con la criminalità organizzata e con quella spicciola. Il ponte tra eversione di destra e crimine è il mercato delle armi gestito da sempre da elementi appartenenti a queste nebulose. Chi non ha un decennio per pianificare una strage come Breivik, ma vuole sfogare la propria rabbia, cerca nel sottobosco del crimine gli strumenti per farlo. E come spesso succede, l'attivista politico finisce per essere risucchiato dalla mala, un ambiente dove in fondo si trova a suo agio dal momento che le regole del gioco sono basate su rapporti di forza e violenza. E' questo il caso di due italiani dell'estrema destra Alessandro Alvarez e Francesco Durante, finiti accoltellati a Milano sui navigli per un regolamento di conti con la mala. L'asse estrema destra-criminalità fa particolarmente paura nell'Europa centrale e dell'est, dove la tradizione democratica è molto debole, è quello che sostiene il professor Goodwin. Ad esempio in Ungheria l'estrema destra ha forti connessioni con i gruppi paramilitari, o in Croazia dove ci si imbatte in uomini come Karamarko, soprannominato "il Putin Croato". Ex capo della polizia di Zagabria ha lavorato a lungo per i servizi segreti di intelligence ed è stato ministro degli interni per i governi Sanader e Kosor. Quando nel 2009 l'ex primo ministro Ivo Sanader è stato arrestato, Karamarko è stato indicato come il trait d'union tra la mafia e il palazzo. E' però improbabile che nel breve periodo si verifichi una rivoluzione di destra nell'Europa Unita poiché i veri valori europei non lo permetterebbero. "Gli europei hanno metabolizzato la democrazia e la maggior parte della gente non è violenta," conclude Goodwin. Siamo lontani dagli anni venti e trenta, ma questo non significa che bisogna abbassare la guardia, con la crisi economica che non accenna a scomparire all'orizzonte, il pericolo che l'estremismo di destra si trasformi in una forza politica popolare esiste. E' già successo in passato e quindi può succedere ancora. 27 giugno 2012

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