lunedì 2 luglio 2012

FUCK THE BANKSTERS!

COME “BRUCIARE” 45 MILIARDI DI STERLINE E VIVERE FELICI E INCENSURATI: IN INGHILTERRA GLI SQUALI DELLA FINANZA SONO ‘UNTOUCHABLE’ – FRED “THE SHARK” GOODWIN ROVINA LA ROYAL BANK OF SCOTLAND MA SI GODE LA BUONUSCITA MILIONARIA ALLA FACCIA DEI RISPARMIATORI – BOB DIAMOND, AD DI BARCLAYS, BECCA UNA MEGAMULTA PER LA TRUFFA DEI TASSI D’INTERESSE E RESTA AL SUO POSTO – IL GOVERNO IMPOTENTE CONTRO I “TOO BIG TO FAIL”: LA CITY DI LONDRA E’ UNA REPUBBLICA AUTONOMA. MA SE RUBI UNA MELA VAI IN GALERA…
Caterina Soffici per "il Fatto quotidiano". Fred Goodwin ha fatto un buco da 45 miliardi di sterline, ha lasciato la Royal Bank of Scotland sull'orlo del baratro, ha costretto il governo britannico a un salvataggio di Stato nazionalizzando la seconda banca del Paese con i soldi dei cittadini contribuenti. Fred Goodwin se n'è andato con una buonuscita di 16 milioni di sterline e il suo jet privato nuovo per motivi fiscali è parcheggiato a Parigi. L La poltrona di Goodwin è saltata nel 2008, all'inizio della più grossa tempesta finanziaria dal dopoguerra, che lui stesso ha contribuito a creare. Un gruppetto di indignati andò sotto casa sua, a Edimburgo, e gli distrusse a sassate le finestre e una Mercedes S600. Lo chiamavano "il megalomane", ha condotto la banca in maniera dissennata ma non ha commesso alcune reato, secondo la legge inglese. È a piede libero e non solo non ha mai fatto un giorno di galera, ma non è stato neppure messo sotto inchiesta. Per un normale cittadino creare un buco finanziario corrisponde a rubare. Per loro no. Too big to fail, troppo grandi per fallire. Ma troppo grandi anche per essere puniti, a quanto pare. Sono un pugno di superfinanzieri intoccabili, che continuano a fare i loro magheggi di finanza creativa e quando i conti vanno male non paga nessuno. Anzi, pagano sempre gli altri, i più deboli, i piccoli risparmiatori. Il 1° febbraio la Regina Elisabetta ha compiuto un gesto simbolico e inaspettato: ha tolto a Goodwin il titolo di "sir" del quale lo aveva insignito nel 2004. Una "umiliazione rituale" rara, riservata in precedenza solo a dittatori e spie come Mugabe, Ceausescu o Anthony Blunt. Così Fred The Shark, lo squalo, è diventato Fred The Shred, lo strappato. Ma questo brandello di stoffa stracciata dall'avidità non pare aver intaccato le certezze di impunità degli altri squali, e gli ultimi scandali lo confermano. Sono di diversa natura e si intrecciano globalmente. Da una parte c'è la bufera su JpMorgan, dove un trader (da solo?) ha giocato sui derivati sulla piazza di Londra e ha creato un buco che si credeva di 2 miliardi di sterline ma che potrebbe essere anche di 9. Nessuno è in grado di dirlo, ancora. Come è possibile che non siano neppure in grado di calcolarlo? Come è possibile che un trader solitario possa essere messo in grado di creare un danno così ingente a una delle prime banche d'affari del mondo? Eppure è così. Nessuno paga mai, nelle alte sfere. È sempre colpa dei sottoposti. Ha risposto così anche Bob Diamond, l'amministratore delegato della Barclays, condannata a una multa da 230 milioni di sterline (450 milioni di dollari) per aver manipolato il Libor, il tasso di interesse di riferimento per le indicizzazioni dei mutui. Cercavano di guadagnare il massimo alle spalle delle famiglie e dei piccoli imprenditori, ai quali applicavano un tasso diverso da quello di mercato. "Io non mi dimetto, non è colpa mia ma di una manciata di mele marce", dice Bob Diamond. Ammesso che sia vero, chi ce le ha messe lì, quelle mele marce? Chi le controlla? A chi rispondono? Neanche due mesi fa Diamond era stato al centro di un'altra bufera. Un azionista su 3 di Barclays aveva bocciato il suo super bonus da 17 milioni di sterline a fronte di risultati deludenti delle banca. Dal board della banca avevano risposto diplomaticamente cercando di spiegare il concetto di "remunerazione dinamica e non statica", ossia "la necessità di incentivare i progressi e premiare ogni piccolo passo verso gli obiettivi da raggiungere". Un giro di parole stigmatizzato da un azionista piuttosto esplicito: "Barclays è una mucca che viene munta a solo vantaggio dei dirigenti". Sotto inchiesta insieme con Barclays nella truffa dei tassi di interesse anche le altre tre maggiori banche britanniche. Hsbc, Lloyds e sempre Rbs, che potrebbe pagare 150 milioni di sterline di multa e il cui capo Stephen Ester quest'anno è stato costretto dalle forti pressioni politiche a rinunciare al suo bonus. E qui veniamo al nodo centrale, il ruolo della politica. "C'è qualcosa di molto sbagliato nell'industria bancaria britannica", ha detto il governatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King, ma si è ben guardato da rispondere a chi gli chiedeva se Diamond sia la persona giusta per stare a capo di Barclays. David Cameron, il leader conservatore a capo del governo, ha annunciato che intende mettere fine allo scandalo e ha parlato vagamente di "azioni pena-li" nel caso di vicende come quella dei tassi taroccati per truffare i piccoli clienti. Non è ancora chiaro se e come ci saranno dei provvedimenti contro i colpevoli. Secondo la Bbc alcune teste rotoleranno, ma non si sa ancora quali. Sembra più un'operazione di maquillage da dare in pasto a un'opinione pubblica sotto choc più che la volontà di risanare il sistema. Ancora una volta le banche con una mano truffavano i clienti e con l'altra chiedevano soldi allo Stato. "Disonestà elevata a sistema" ha dichiarato Martin Taylor, ex amministratore di Barclays. Gli squali che comandano nella City sono sempre rimasti impuniti. Quello che accade nel miglio quadrato più ricco del mondo è fuori dalla giurisdizione britannica, nel vero senso della parola. Nel distretto finanziario più potente del mondo le regole sono diverse e hanno un loro parlamento e un loro capo, cioè il Lord Mayor, il sindaco della City of London (che è un'altra persona rispetto al sindaco di Londra). Il suo ruolo è quello di "ascoltare i business della City" e fare lobbying con il governo inglese per consigliarlo su "cosa c'è bisogno di fare per aiutare i servizi finanziari a funzionare al meglio". Cosa questo voglia dire è facile da capire e spiega come a Londra il rapporto del governo in carica, laburista o conservatore fa lo stesso, con l'alta finanza sia così stretto. E questo spiega, almeno in parte, come un reato grave, come quello di taroccare i tassi di interesse per truffare i piccoli clienti, non sia (ancora) considerato penale.

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