martedì 25 maggio 2010

Mi inchino a Rita Pani


Esortando l'italiota

di Rita Pani, da "Informare per Resistere"

Ora, italiota, dimmi come ti senti quando i criminali che hai votato ti annunciano che dovrai fare sacrifici. Non tu italiota medio borghese, che regolarmente evadi il fisco, che sfrutti nella tua azienda l’extracomunitario, che non hai problemi ad andare a fare il pieno alla macchina, tanto te lo paga l’azienda; o tu, italiota che “gli altri” hanno privilegi e tu rubi lo stipendio. Tu, italiota che vorresti essere un piccolo borghese e invece sei uno schiavo, che hai votato i criminali in attesa d’essere almeno un po’ uguale a loro.

Dimmi come ti senti quando il terreno sul quale pensavi di aver ben radicato i piedi, inizia a franare nell’incertezza del domani. Pensa italiota, pensa. Lo so che non è semplice, che non ci sei abituato, che hai difficoltà a discernere a separare la merda dalla nutella, ma prova a fare uno sforzo. Pensa a quando andavi al supermercato e sceglievi i prodotti per il colore della confezione, e guardati oggi, mentre giri tra una corsia e l’altra a gettare lo sguardo sul cartellino del prezzo. Tu, italiota, non sei come il tizio. Tu sei come noi.

Ascolta il tizio che ti parla, italiota. Pensa a tuo padre, a tuo zio, a tuo nonno col cancro, che a mala pena hanno potuto permettersi una visita presso uno di quelli ospedali che hanno i letti anche nei locali caldaie, e poi ricorda che lui, il tizio, forse poteva anche non essere operato “perché ha una grande fiducia in sé stesso”. Ce la puoi fare italiota a comprendere che tu, tre specialisti per un cancro non potrai vederli mai, e ti dovrai accontentare e sperare che il medico che ti prenderà in cura sia uno di quelli che ancora fa il suo mestiere con passione e dedizione.

Guarda alla vita, italiota, alla tua. Ascolta la tua compagna che ti dice quanto le piacerebbe avere un bambino, e ascoltati mentre le rispondi che: “non ce lo possiamo permettere.” Ragiona sul fatto che oggi, per certe donne, avere un figlio è come era un tempo avere una pelliccia. Guardati mentre fotti il tuo collega perché non sai quanto ancora potrà durare il tuo contratto. Poi pensa a quanto sia fondamentale la legge sulle intercettazioni telefoniche perché tu, come me, non dovrai più sapere quanto criminali siano i mafiosi e i piduisti che hai mandato a depredare il paese (e la tua vita).

Coraggio italiota imbecille! Ce la puoi fare un’altra volta ancora ad andare a votare e mettere la tua firma – una croce – sul simbolo (fallico) che tanta speranza ti ha dato, se non altro di non cadere in mano ai comunisti, quelli sporchi e cattivi che forse avrebbero potuto continuare a garantire a tuo padre d’essere curato e a tuo figlio di essere erudito. Hai sentito? C’è la crisi, come in Grecia ma un po’ meno, come nel mondo ma meno che in Portogallo. Anche i partiti prenderanno meno soldi, un euro in meno per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali. Lo sai italiota che votammo un referendum per non dar più nemmeno un centesimo a questa banda di ladri? E poi, tu che dici? In proporzione, toglieranno più dalle tue briciole o dal loro piatto farcito?

Dai italiota, provaci davvero a contare, e se non ce la fai mentalmente, usa le dita delle mani e dei piedi: posto che servono 24 miliardi di euro, quanti ne servirebbero se si potessero recuperare i miliardi che si sono fottuti soltanto negli ultimi due anni, grazie anche al tuo voto da idiota?

Ce la puoi fare a comprendere chi sei,italiota, ne sono convinta.

Rita Pani (APOLIDE)

Nessun commento:

Posta un commento