lunedì 8 agosto 2011

Quando Beppe Grillo ha ragione



Questa mattina mi sono svegliato con la bocca impastata e la testa pesante. Sono i sintomi di una giornata di disincanto e di pessimismo. L'umore gira come una pallina della roulette e ogni tanto si ferma su un numero sul quale non hai puntato. Oggi è uno di quei giorni. Ripenso a un film di anni fa, Papillon, quando Steve McQueen era un esempio irraggiungibile per un ragazzo. Papillon sogna. Cammina in un deserto. Dopo ore di marcia incontra un tribunale, approntato sulla sabbia, in tutto e per tutto uguale a quelli di città. I giudici lo guardano severi. Lo aspettavano. Il giudizio è il massimo della pena. Papillon chiede quale sia il reato che gli viene imputato. Non ricorda di aver fatto nulla, né di aver violato le leggi della Repubblica. Impossibile che sia ritenuto colpevole. Un giudice gli legge le motivazioni della sentenza. L'accusa è di aver sprecato la sua vita. Papillon allora abbassa lo sguardo, ammette la sua colpa, volta le spalle allo scranno del giudice e ritorna da dove era venuto. Quanti italiani si riconoscerebbero colpevoli? Il cuore di tenebra dell'Italia è questa malia, questa indifferenza che sconfina nel cinismo che non riesci a scuotere. Li ho visti troppe volte quegli occhi immobili, sbarrati che ti trapassano quando gli gridi in faccia il nostro fallimento come Nazione e quindi il loro. Quanti siete perdio? Cosa vi è successo? Cosa sognate quando viene la notte? Quali sono le vostre ambizioni per l'unica vita che mai avrete?
Domani starò meglio. Ho bisogno di qualche sano momento di depressione profonda, mi aiuta a rimbalzare verso l'alto. Mi dà lo slancio. Ieri mi ha fermato la Polizia, mi ha chiesto il registrato dello spettacolo che ho tenuto a Fermo. Gli ho detto che non ho alcuna registrazione. Sono stati gentili, mi hanno accennato a denunce per un possibile vilipendio a Napolitano e mi hanno salutato. Napolitano... parlamentare nel 1953, l'anno della morte di Stalin. Il simbolo di un'Italia pietrificata.
Ci sarà forse un giorno un cantore, un nuovo Pasolini, che racconterà ai nostri nipoti il diario del grande saccheggio, di quando il Bel Paese fu depredato e ridotto ad appendice politica e economica del mondo. Spiegherà come eravamo e come avremmo potuto essere. Lo farà con i paesaggi scomparsi, con le intelligenze disperse in una moderna diaspora, con industrie di cui rimane solo il nome, con una democrazia tradita. Forse si avventurerà in una ricerca dei responsabili di una tale piaga. Ma non ci sono responsabili. La colpa è di un morbo che ha avvelenato la mente di uno dei popoli più brillanti mai esistiti e che non sa più chi è. Che vaga come un cieco nella notte e se lo prendi per un braccio per accompagnarlo sulla strada si ritrae e ti insulta. Non è cieco, quello che deve vedere lo sa bene. Non ci sono cure per questa malattia che non vengano da sé stessi.
Questo corpo indolente del Paese che non si muove, non si indigna, trangugia qualunque menzogna mi fa paura. Quando mi guardo allo specchio mi vedo più vecchio, qualche volta stanco o sfiduciato, ma sereno. Il 10 settembre sarò davanti a Montecitorio per chiedere che la legge Parlamento Pulito firmata da 350.000 cittadini venga messa in discussione al Senato. Rimarrò quanto serve. Anche se sarò solo. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.




I mercanti nel tempio

I nostri parlamentari, una volta all'anno, si trasformano in pellegrini. Un sacrificio per riscoprire i luoghi della Fede. Una piccola estensione delle vacanze di agosto in cui il parlamento è chiuso per ferie. La prima settimana di settembre, quando i cassintegrati diventano licenziati e i licenziati trovano i cancelli delle fabbriche chiusi per sempre, arriva il momento della penitenza e del raccoglimento. Quest'anno, dopo le trasferte in Turchia nel 2008, in Siria nel 2009 e in Russia nel 2010, i circa 200 tra parlamentari e famigli si recheranno in Terra Santa. Un programma da Rambo della politica. "Dalla scalata in piena notte sul Monte Sinai, dove Dio diede a Mosè le Tavole dei Dieci comandamenti a Nazareth; dalla casa di San Pietro sul lago di Tiberiade al Santuario della Moltiplicazione dei pani e dei pesci alla Basilica della Natività a Betlemme al Santo Sepolcro a Gerusalemme, fino allo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto: sono le tappe principali del pellegrinaggio". Un viaggio senza respiro per visitare i luoghi della cristianità e del martirio di Cristo, come ad esempio l'Hotel Dan Jerusalem 5 Stelle dove soggiorneranno i pellegrini. La guida sarà monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Vita e cappellano di Montecitorio che condurrà tra pranzi e cene di gala personaggi del calibro di Maurizio Lupi, Renato Schifani, Angelino Alfano, Raffaele Fitto, Carlo Giovanardi, Gianni Alemanno, Paola Binetti e Livia Turco. La Binetti, quella che ispirata dal Vangelo delle origini si oppose ai PACS, ha messo in evidenza i sacrifici che dovranno affrontare i parlamentari "Affittiamo i pullman. Siamo arrivati a riempire quattro pullman, stretti stretti, E' un'esperienza che forma e aiuta a creare l'armonia all'interno del Parlamento".Nel programma viene precisato che è necessario "essere in buone condizioni fisiche, muniti di giacca a vento, scarpe comode, borraccia, cappellino ed occhiali da sole". Dopo la visita al Castello dei Crociati e un salto a Petra, il ritorno a casa. A causa della riapertura anticipata (?) della Camera dovuta alla catastrofe economica a martedì 6 settembre (dopo più di un mese di chiusura...), il viaggio in Terra Santa dovrà essere anticipato di qualche giorno. Un martirio immeritato per deputati e senatori in viaggio per conto di Dio e che, come dice Lupi, pagano anche "di tasca propria" grazie agli stipendi parlamentari da nababbi pagati dai cittadini. Il prossimo anno, consci di quello che li aspetta, i pellegrini andranno a Lourdes per farsi benedire. La speranza di continuare a vivere alle spalle degli italiani è l'ultima a morire.




Parlamento Pulito a Montecitorio




Per evitare la catastrofe economica e ripartire, è necessario fare tre cose: cambiare la legge elettorale, un governo di salute pubblica per il tempo necessario a far passare la tempesta e il ritorno alle urne. Una nuova legge elettorale è già disponibile, lo è da quattro anni, è "Parlamento Pulito" la proposta di iniziativa popolare che prevede l'elezione diretta dei candidati, un massimo di due mandati, nessun condannato definitivo eleggibile. Va discussa al più presto al Senato e poi alla Camera. Nessun partito si è premurato di metterla all'ordine del giorno, Schifani è scomparso, Napolitano dorme. In questi giorni abbiamo assistito all'ennesima buffonata ad uso del popolo bue. L'11 luglio alcuni parlamentari di Pd, Idv e Sel hanno depositato in Cassazione la proposta di referendum abrogativo della attuale legge elettorale. Ora lanceranno banchetti estivi per raccogliere entro fine settembre almeno 500.000 firme. Sarà un trionfo carnevalesco di un'opposizione i cui membri sono stati tutti "nominati" (senza che nessuno muovesse un dito) nelle ultime due tornate elettorali: nel 2006 e nel 2008. Realpolitik per i gonzi per il mantenimento delle poltrone.
Le firme per una nuova Italia sono già state raccolte, sono 350.000, giacciono da quasi un lustro, per unica responsabilità dei partiti, nelle cantine del Senato. Dovrebbero essere discusse ora. Non dopo le vacanze. Per la maggioranza degli italiani le vacanze sono ormai un miraggio, mentre i parlamentari fanno un mese di villeggiatura e chiudono il Parlamento fino a settembre. Intanto il Paese va a fuoco nelle borse di tutto il mondo. Ma non si vergognano?
Qualcosa va fatto, lo dobbiamo a noi stessi. Al rientro dei parlamentari in bermuda, sabato 10 settembre 2011 sarò davanti al Parlamento per chiedere che sia immediatamente discussa la legge Parlamento Pulito in una sessione pubblica che come primo firmatario ho il dovere e l'obbligo di illustrare. Rimarrò di fronte a Montecitorio tutto il tempo che sarà necessario. Mi aspetto che mi raggiungano i 350.000 italiani che hanno firmato l'otto settembre del 2007 per restituire la democrazia a questo Paese.
La Seconda Repubblica è morta e gli italiani non vogliono perire legati al suo cadavere. Datemi un segnale di partecipazione, belìn. Non lasciatemi manganellare in solitudine. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.




Andatevene finchè siete in tempo


Io credo che ogni popolo abbia, a un certo punto della sua Storia, il diritto alla legittima difesa. E questo punto in Italia è stato ampiamente superato. I cialtroni che siedono in Parlamento, nessuno si senta escluso, in particolare dai banchi dell'opposizione, sono abusivi, illegittimi, senza alcuna autorità. La legge elettorale, voluta da TUTTI i partiti (la dimostrazione è che il governo Prodi in due anni si guardò bene dall'abolirla) è incostituzionale. Non permette la nomina diretta del candidato. Lo capisce chiunque e allora perché la Corte Costituzionale non è intervenuta, non interviene? Chi controlla la Corte Costituzionale? Il Parlamento rappresenta unicamente gli interessi dei partiti e delle lobby che controllano il Paese e che lo hanno ridotto in macerie. Stiamo entrando in un cono d'ombra come quello del Seicento, quando per due secoli diventammo una nullità a livello internazionale, di "Franza o Spagna purché se magna". Per questo disastro annunciato da tempo non c'è nessuno che abbia la minima dignità di chiedere scusa al Paese, non le mummie del Governo, una passerella di individui che avrebbe reso felice Lombroso, né gli incapaci, inetti, collusi membri dell'opposizione, ridotti a cani da pagliaio. Felici sostenitori delo Scudo Fiscale e della Tav, portatori d'acqua della maggioranza con travasi periodici di deputati.
La Costituzione vieta il fascismo, i secessionisti, le massonerie coperte che operano come antistato. E noi abbiamo al governo fascisti, secessionisti e piduisti. E il presidente della Repubblica non dice nulla. Firma, firma, firma. Morfeo, a 86 anni suonati, l'età del becchime ai piccioni e della panchina al parco, dovrebbe essere il nostro salvagente. E' preferibile allora buttarsi in acque infestate da squali in mare aperto durante una tempesta. Ci sono maggiori probabilità di salvezza. Napolitano è entrato in Parlamento nel 1953. 1953! Sono quasi sessant'anni di contributo continuo e fattivo all'attuale situazione. Un impegno quasi sovrumano.
Siamo in un vicolo cieco. Chi ha assistito alla farsa parlamentare con il governo rassicurante e l'opposizione inconsistente ha capito che sta per arrivare un altro otto settembre, che sarà forse anticipato ad agosto, non dipende più da noi quando. L'occupazione del Paese arriverà per via economica, non militare. Le basi americane sono già qui. La finanziaria d'ora in poi sarà decisa a Bruxelles, le politiche economiche, industriali, sociali saranno approvate dalla UE. Un nuovo popolo di schiavi. Prima di essere messi in catene o crocifissi come Spartaco e i suoi gladiatori, questi schiavi reagiranno. Nuove elezioni con questa legge e con questo presidente della Repubblica non servirebbero a nulla. La classe politica ha eliminato, in maniera scientifica, pianificata a tavolino, tutte le vie di cambiamento per via democratica, ma così facendo ha condannato sé stessa. La Bibbia dice: "Si temi l'ira dei mansueti perchè essi riverseranno in voi tutto ciò che hanno subito". Ripeto l'invito ai politici: andatevene finché siete in tempo.



Il mostro del debito USA



I cinesi si sono incazzati dopo il declassamento dei titoli pubblici americani. La Cina ne ha comprati per 1.160 miliardi di dollari. E' il primo finanziatore degli Stati Uniti e teme che il suo credito sia svalutato ancora di più in futuro, e forse di perdere tutto. Un nuovo tipo di guerra in cui bombardi l'avversario con titoli di Stato invece che con testate atomiche. Gli Stati Uniti hanno perso la tripla A dopo settant'anni, un periodo in cui sono riusciti a consolidare un debito spaventoso superiore ai 15 mila miliardi. La cura di Obama è stata peggiore del male con l'aumento del tetto del debito di altri 2.100 miliardi, una cifra da sola superiore all'intero debito italiano. C'è un mostro chiuso nei sotterranei dell'America: il debito, che cresce, cresce, fino a quando uscirà all'aperto. Dopo, aspettiamoci di tutto.

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