venerdì 12 agosto 2011

Era ora! La peggior arma speculativa dopo i derivati...




...ma solo per 2 settimane...è ridicolo!

Vendite allo scoperto stop anche dall’Italia


La Consob si muove con Parigi, Madrid e Bruxelles

FRANCESCO MANACORDA

MILANO, 12/08/2011

Prove di alleanze europee, ma in ordine sparso, contro la tempesta sui mercati. Martedì prossimo - annuncia una nota dell’Eliseo - il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel s’incontreranno a Parigi per discutere della crisi della zona euro e della governance europea.

E già oggi - a un livello assai meno rappresentativo dal punto di vista politico ma più operativo - le autorità di vigilanza sui mercati di Francia, Italia, Spagna e Belgio si preparano ad agire di concerto con una mossa che vieterà per due settimane le vendite allo scoperto su una serie di titoli di banche e assicurazioni.
Le indiscrezioni su queste mossa hanno avuto un effetto sui mercati azionari, contribuendo a spingere al rialzo Milano e Parigi. Ma è da vedere se la mossa sarà limitata ai Paesi europei oggi al centro della speculazione - la Grecia ha già imposto lunedì scorso il divieto su tutte le vendite allo scoperto per due mesi, mentre in Germania è in vigore da oltre un anno il divieto su quelle «nude» - o se qualcun altro si aggiungerà nei prossimi giorni.

Ancora ieri sera c’è stata una conferenza telefonica tra le singole autorità di Borsa nazionali e l’Esma, una sorta di superConsob europea che oggi ha solo un ruolo di coordinamento. Alla fine la decisione dei quattro Paesi. Così questa mattina, con la nostra Consob convocata prima dell’apertura dei mercati, si vedrà entrare in vigore con effetto immediato di vendite allo scoperto coordinato tra Roma, Parigi, Bruxelles e Madrid. L’Amf francese, secondo le indiscrezioni, si prepara a vietare le vendite allo scoperto su una serie di titoli finanziari, ma anche sugli indici che in qualsiasi modo comprendano questi titoli. In questo modo si conta di chiudere molti spazi per la speculazione al ribasso. Stamattina anche la Consob si allineerà, dando così corpo a un'intesa regolatoria mediterranea che non a caso cerca di proteggere i mercati più colpiti nelle ultime sedute.

Ma che cosa significa esattamente vendere allo scoperto? In sostanza è quello che avviene quando un operatore vende titoli, o altri strumenti finanziari, senza detenerli effettivamente. La scommessa che fa l’operatore è che, dopo averlo venduto, il titolo scenda ulteriormente, in modo da poterlo comprare a un prezzo ribassato rispetto a quello pattuito e poi consegnarlo all’acquirente ricavandone un guadagno. Insomma, chi vende allo scoperto punta sul ribasso di un titolo o dell’intero mercato.

E nel caso di grandi hedge funds o altri operatori che intervengono con vendite massicce proprio le loro mosse possono favorire quel ribasso grazie al quale guadagneranno. Le vendite allo scoperto possono essere di due tipi: «vestite», quando il venditore ha fisicamente in mano i titoli, ottenuti quasi sempre in prestito da un intermediario finanziario in cambio di una commissione, o «nude», quando i titoli non sono proprio presenti. Vendite di questo genere sono di fatto impossibili in Italia, dove vige la regola del T+3, ossia l’obbligo di regolare ogni transazione consegnando i titoli al massimo tre giorni dopo il contratto di Borsa. Dunque, se stamane scatterà l’obbligo, questo riguarderà le vendite «vestite», escludendo del tutto il meccanismo dello «scoperto» sul nostro mercato.

Mentre la proibizione di vendite allo scoperto può servire ad alleggerire temporaneamente la situazione dei mercati ed offre inoltre all’opinione pubblica il messaggio che le autorità si stanno muovendo contro la speculazione finanziaria, ci sono non pochi dubbi sull’effettiva efficacia di questa misura. La Sec, la Commissione di Borsa Usa, che aveva adottato il divieto nel 2008 dopo il crack di Lehman Brothers ha poi fatto retromarcia. Una manovra di questo genere, inoltre, funziona quando è condivisa da più mercati, come avvenne appunto nel 2008. Adesso, invece, la Fsa, l’Autorità di Borsa britannica che sovrintende alla maggiore piazza finanziaria europea, ha già fatto sapere che non pensa proprio a un blocco delle vendite allo scoperto. Oltre alla Grecia, negli ultimi giorni si sono mosse sulla stessa linea anche due Borse non esattamente centrali come quella turca e quella della Corea del Sud. Ancora, sarà difficilissimo evitare che operatori non sottoposti alle autorità di Borsa che istituiscono il divieto - ad esempio quelli statunitensi o britannici - rispettino davvero il divieto. Infine la stessa Consob ha fatto sapere l’altro ieri - quando Piazza Affari è crollata del 6,6% - che le vendite allo scoperto erano poco rilevanti nella dinamica del mercato.

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