giovedì 4 agosto 2011

2 Europe. Italia pig.


Il muro del debito che divide in due l´Europa

Europa a due velocità. Se ne è sentito parlare tante volte ma la possibilità è stata sempre negata con decisione dai governanti dei paesi dell´Unione. Nessuno ha però il coraggio di fare un passo avanti verso un´unificazione che non sia solo monetaria e così sono i mercati finanziari a farsi carico di certificare la spaccatura tra quelli più virtuosi del Nord Europa e i Piigs mediterranei.

Lo scorso mercoledì lo spread tra i titoli di stato decennali Btp e bund ha toccato un nuovo record dalla nascita dell´euro, a 393 punti base. Il rendimento richiesto dal mercato per acquistare i Btp ammonta così al 6,3%. Sopra il 6% il debito pubblico italiano viene considerato dagli analisti insostenibile nel lungo termine. Negli stessi giorni lo spread tra i decennali spagnoli bonos e il bund ha superato i 400 punti base. Il differenziale tra Italia e Spagna si è così annullato e i due paesi sono considerati sullo stesso piano.

Certo l´Italia non è la Grecia, nè il Portogallo ma neanche la Germania. Ed è proprio questa la differenza che i mercati stanno facendo scontare alle nazioni periferiche. Stephen Wood, chief market strategist di Russell Investments chiarisce il concetto: "Sta diventando sempre più chiaro che, almeno per l´immediato futuro, i deboli paesi della periferia europea non saranno in grado di essere competitivi sul mercato obbligazionario". Una convinzione che non si è formata oggi ma risale agli albori della crisi del debito degli stati: "Già nel 2009 avevamo rilevato come il debito sovrano avrebbe continuato a rappresentare un fattore chiave di rischio negli anni a venire. La nostra riflessione era dovuta al fatto che i governativi avrebbero inevitabilmente affrontato conseguenze a causa del deleveraging globale a seguito della crisi finanziaria. E l´impatto più acuto sarebbe stato nel Vecchio Continente perchè l´Eurozona altro non è che un progetto incompleto, un´aspirazione piuttosto che una vera è propria area valutaria".

Sono i mercati finanziari a confermare questa visione. Il rendimento dei bund scende. Ci si sposta verso un rifugio sicuro anche se la scelta implica la rinuncia a ritorni più elevati: "L´andamento del mercato del debito indica che la paura di un contagio è in aumento - prosegue il report di Stephen Wood - ed è chiaro che se il rischio di un default a breve è stato scongiurato temporaneamente, i paesi che si trovano ad affrontare questa crisi devono assolutamente implementare dure riforme strutturali. Questo processo richiederà non settimane nè mesi, ma anni. Le misure di austerità e il fondo di salvataggio europeo potranno potenzialmente, e per un periodo limitato, risolvere alcuni problemi di liquidità. Ma non risolveranno l´insolvenza endemica e strutturale dei periferici. Per il futuro - conclude Wood - quello che possiamo attenderci per l´Europa è un´economia a due velocità, con una spaccatura nel livello dei paesi. Avremo così quelli che faranno parte della zona a tassi di mercato e quelli che invece saranno a tassi agevolati".

Alessandro Piu dal sito di Finanza online

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