sabato 4 febbraio 2012

Una acuta analisi di Freccero su Monti


FRECCERO A RUOTA LIBERA SU RIGOR MONTIS - “L’IRONIA NON è IL SUO FORTE, MA ORMAI LA NOSTRA DEMOCRAZIA È DIVENTATA L'ECONOMIA: QUANDO PARLA MONTI AVVERTO LO SPIRITO SANTO CHE GLI TRASMETTE LA BANCA CENTRALE EUROPEA” - “L’ITALIA, PER NON FINIRE TRAMORTITA COME LA GRECIA, DEVE TRASFORMARSI IN UNA SILICON VALLEY D’IMPORTAZIONE CON TANTI BILL GATES CHE ODIANO IL POSTO FISSO”…
sintesi articolo da Dagospia

Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"


La sindrome dei professori a Palazzo Chigi colpisce ancora: "Pronto, parliamo di Mario Monti? Fammi pensare. Rifletto, e ci sentiamo fra dieci minuti", dice Carlo Freccero, direttore di Rai 4, che ripassa la lezione del premier a Canale 5, divisa in due tempi, come per le matricole pari e dispari, fra il telegiornale e il programma Matrix.

Poi richiama, ed esonda: "Lo Stato di eccezione si presenta come la forma legale di ciò che non può avere forma legale. Mi riferisco a Giorgio Agamben: lui diceva che a volte la democrazia si sospende, e fa l'esempio di Guantanamo, io dico che la nostra democrazia è diventata l'economia".

Scusi, Freccero, mica siamo in guerra?
"Certo, viviamo una condizione di guerra economica. Tutto è concesso se la democrazia è assente e, per il momento, irraggiungibile. Quando parla Monti avverto lo spirito santo che gli trasmette la Banca centrale europea. Notate, cavolo, le sue espressioni: ‘Basta monotonia, sintonizziamoci con Bruxelles, riformiamo le menti'".

Dove la mettiamo l'ironia?

"Non è il suo forte. L'ironia per Monti è uno strumento per confermare la sua autorevolezza. Mi ricorda il professore universitario che, guadagnata l'attenzione degli studenti, si concede con narcisismo parentesi più leggere. Ormai ha conquistato l'aula e l'opinione pubblica, da buon padrone evidenzia il consenso, e ci scherza su: 'Non ho potere sul meteo'".
montimonti

A Monti non dispiace la televisione, ci va volentieri a una condizione: faccia a faccia, domande e risposte, mai dibattiti. Perché?
"Semplice, ripeto: attraversiamo uno Stato di eccezione. Il confronto è sospeso perché lui è scienziato, educatore e, soprattutto, incarna il sapere. È il ministro dell'Economia che soppianta l'intero governo, che sacrifica l'articolo 18. A Matrix hanno indovinato le posizioni e le luci: Monti e Vinci, l'ospite e il conduttore, illuminati speciali e il resto buio. Quando il professore spiega non si può interrompere, si deve ascoltare con attenzione nel complicato tentativo di comprendere".

Avrà una regola mediatica oppure si muove senza spartito?
"Scherza, lui è la regola. Quella che preferisce la Banca centrale europea e che Monti conosce a perfezione, e ci ammonisce: ragazzi, io non mi interesso di etica o di bioetica o di politica, mi offro a voi per riformare le menti e riportavi al mio principio di ragionevolezza: l'economia. La sua missione si insinua con il tono serioso, raramente bonario, assolutamente autorevole".


Il governo dei tecnici doveva disertare salotti e telecamere, invece le apparizioni si moltiplicano e Monti guida il gruppo. Dall'esordio di Porta a Porta a dicembre in occasione del primo decreto legge, il professore ha infilato programma in serie: Che tempo che fa, Otto e mezzo, In mezz'ora, l'intervista al Tg1. Vanità o utilità?
"Il professore rispetta gli impegni, presiede le lezioni, frequenta le aule. Il professore è sempre uguale a se stesso, e Monti non è mai cambiato, la televisione d'informazione si è adeguata ai suoi bisogni. Lui va in televisione per il suo intervento ex cathedra non può sprecare minuti preziosi per una discussione a più voci. L'unica voce che conta è la sua, l'unica regola che interessa è la sua. Non c'è motivo di cercare il giusto e l'errore. Non c'è errore per chi anima e popola uno Stato d'eccezione in cui l'economia regna. E l'Italia, per non finire tramortita come la Grecia, deve trasformarsi in una Silicon Valley d'importazione con tanti Bill Gates che odiano il posto fisso".

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