lunedì 18 ottobre 2010



Le due anime di Veronesi

di Alessio Quinto Bernardi, lunedì 18 ottobre 2010



Due sono le aspirazioni che covano non tanto segretamente nell'animo del noto oncologo e politico italiano Umberto Veronesi, già ministro della Sanità nel governo Amato ed attualmente senatore in quota PD: l'una medica ovvero la "cura definitiva" per il cancro, l'altra politica ovvero la presidenza dell'agenzia nucleare. Già proprio così. Cose che parrebbero anche alla casalinga di Voghera in chiaro contrasto, sapendo tutti che le radiazioni sono cancerogene. Si profila uno scenario paradossale nel quale a San Pietro si propone la rotazione delle cariche e gli viene offerta la portineria dell'Inferno in cambio delle chiavi del Paradiso. E il santo che fa? Ovviamente accetta! Ne dubitavate.







Si tralasci il dirimente esempio di corretta applicazione del metodo scientifico offerto dall'indiscusso "esperto di salute" sugli inceneritori che non farebbero male di perchè "i suoi esperti gli hanno giurato"e si salti a pie' pari dopo un doppio salto mortale anche sulla posizione riguardo gli OGM, che, in tempi non sospetti, il professore ha sostenuto persino con la sottoscrizione di un manifesto . Umberto Veronesi sembrerebbe quasi predestinato alla guida dell'ASN: è uno scienziato "futurista". Vive con trasporto viscerale la modernità ed il primato tecnologico. Sì agli OGM, sì agli inceneritori, sì al nucleare! Ma anche sì alla panacea del cancro. Con piglio marinettiano, mentre conferma a Belpietro durante la trasmissione Mattino 5 la sua disponibilità alla presidenza, declama «i nuovi reattori sono bellissimi, potenti e non c'è alcun dubbio sulla loro sicurezza». Ma in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, nevvero? I reattori oltre all'energia producono anche rifiuti che nella fattispecie prendono il nome di scorie nucleari. Tuttavia non c'è di che preoccuparsi. Tanto in Italia con i rifiuti e loro traffico e smaltimento siamo messi benissimo già prima dell'avvento dell'atomo berlusconiano: un'avanguardia europea. Ma ci rassicura il luminare "Scorie nucleari? Niente pericoli". Chi gliel'avrà suggerito stavolta? Alcune neoplasie come le leucemie, il tumore del polmone, del colon, della mammella, della tiroide e della vescica sono particolarmente sono particolarmente sensibili agli effetti delle radiazioni. In un articolo recentemente pubblicato su Cancer Research si sostiene, vieppiù, che le radiazioni oltre a generare un singolo tumore, ne possono produrre multipli.







Per uomo come Berlusconi, che viene mediaticamente propinato come il risolutore di ogni problema, il ritorno all'atomo rappresenta una ghiotta opportunità scenica, che non s'è fatto sfuggire. Ed intanto avanza l'agenzia nucleare, la cui presidenza, in accordo a cotanta speme, deve certo toccare a qualche insigne scienziato: un ingegnere, un fisico, un chimico. Macchè! Mettiamoci un famoso oncologo: dà maggiore sicurezza ed è da comunisti dire che le radiazioni sono agenti eziologici del cancro. "Foglia di fico" o meno la figura di Veronesi (ma anche la sua persona del resto) ben si presta al ruolo. Lo spot del nucleare garantito con Veronesi funziona come le pentole della Mondial Casa o i materazzi della Eminflex (in offerta speciale alle prima 100 chiamate da più di vent'anni). Il no del PD di Veronesi al programma nucleare del governo è netto e lo ribadiscono i senatori Della Seta e Ferrante che parlano “di una pericolosa avventura che finirà nel nulla”. La nomina di Veronesi, seppur nota, non è stata digerita e gli stessi senatori hanno chiesto le sue dimissioni da parlamentare. Paolo Brutti, responsabile nazionale Ambiente, Infrastrutture e Territorio per l'Italia dei valori con evocazione cinematografica spiega "come il professor Immanuel Rath, alle prese col fascino ambiguo, ha ceduto all'angelo azzurro Marlene Dietrich, così Umberto Veronesi ha ceduto all'ultima tentazione, sposando la battaglia nucleare". Al di là della connotazione politica, delle eventuali dimissioni o della competenza in materia nucleare del professore, mi chiedo, in scienza e coscienza, se vi sia compatibilità morale tra la professione medica e la presidenza di un'agenzia nucleare.

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