domenica 17 ottobre 2010

L'altra metà del cielo

In fila per l'abbraccio di Amma, la sacerdotessa della felicita'


Fonte: www.corriere.it 10/14/2010

MILANO - Qualcuno medita, forse, qualcuno dorme. O cerca la concentrazione per ascoltare il suo messaggio, lei parla sì e no dieci minuti, prima e dopo, per 24 ore al giorno, abbraccia: ti offre un petalo di rosa con una caramella, ti stringe al petto come una madre, sussurra una preghiera. Si chiama Amma, Mata Amritanandamayi, è una grande anima, mahatma, come Gandhi, conosciuta in tutto il mondo come the hugging saint, la sacerdotessa dell'abbraccio.

È arrivata al Palasesto di Sesto San Giovanni martedì, entro stasera avrà abbracciato diecimila persone, dicono gli organizzatori (cinquecento volontari). In quarant'anni lo ha fatto con altri trenta milioni di «figli». È un gesto comune per noi toccare gli altri, in India non lo è, lei ha cominciato da ragazzina, oggi ha 57 anni, è il suo modo di salvare il mondo, predica amore e raccoglie fondi. Adesso è qui, Sesto San Giovanni è la seconda tappa del tour europeo.

Sta seduta con le mani giunte, vaste un sari bianco, ha un viso di bambina, i capelli neri raccolti, le guance morbide, parla, prega, canta. Dice cose come «la vera felicità è dentro di noi» o «l'amore è la nostra vera essenza» e ad ogni pausa è un lungo applauso, prima ancora che l'interprete traduca la sue parole. La sua lezione è nota, quello che fa i suoi «figli» lo sanno e Internet lo ha moltiplicato (embracingtheworld.org): opere di bene, più o meno tutte. Microcredito per le donne, diecimila borse di studio, 40 mila case per senza tetto, tre orfanotrofi, due milioni di pasti gratuiti all'anno e 73 mila per gli homeless negli Stati Uniti, 1.600mila pazienti curati gratuitamente, aiuti finanziari a vita per 100 mila vedove.

A renderle omaggio alle otto di sera arrivano Dario Fo e Franca Rame, l'attore Beppe Convertini e il vicesindaco di Sesto che annuncia la cittadinanza onoraria per Amma, perché è il settimo anno consecutivo che sceglie Sesto come tappa italiana. Le offrono una ghirlanda di fiori, lei restituisce petali sulla testa. Franca Rame prende la parola e la presenta come «una grande donna», parte dall'Afghanistan e arriva in pochi minuti alla conclusione: «Vogliamo la pace totale, subito». Come Amma. Applausi.

Alle nove di sera riprende il rito dell'abbraccio o darshan. Nel palazzetto si riforma la fila infinita. In centinaia aspettano da ore, ma nel frattempo, come da programma della manifestazione, hanno visitato i numerosi «shops» e si sono nutriti, si mangia pizza e si beve chai, menu indiano e italiano, costano 8 euro, è l'unica raccolta fondi, l'ingresso è gratuito. Arrivano ragazzi tatuati in felpa e cappuccio, anziani, molte donne, molti vestiti di bianco, ci sono famigliole, bimbi che gattonano. Cosa si aspettano? Dina Bizzi, golfino e collana di perle, arriva da Novara con marito e figlio più fidanzatina, per loro è la prima volta. «Qui c'è serenità. Mi piace l'aria che si respira. Speriamo di fare in tempo a ricevere il darshan, siamo arrivati ore fa e domani mattina si lavora». Alessio, impiegato trentenne di Varese, l'ha già provato, viene da tre anni: «Io non ci credo ma mi emoziona. E qui sto bene».

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