domenica 17 ottobre 2010

L'altra metà del cielo

Il contributo delle scrittrici allo sviluppo della letteratura nella Cina contemporanea


Fonte: www.noidonne.org

Alla nascita della Repubblica popolare di Cina il numero delle scrittrici cinesi è assai ridotto. Solo con la fine della rivoluzione culturale cominciano ad affacciarsi sul panorama letterario diverse scrittrici: alcune si sono affermate negli anni ‘50, altre iniziano la loro carriera letteraria agli inizi degli anni ‘60, prima dello scoppio della rivoluzione culturale, altre ancora, cresciute a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, appartengono alla generazione delle 'giovani istruite' (zhishi qingnian) costrette a trasferirsi nelle campagne durante gli anni della rivoluzione culturale.
Attorno alla metà degli anni ‘80, grazie anche alla disponibilità di opere tradotte in lingua cinese di scrittrici occidentali come Margherite Duras e Simone De Beauvoir, che favoriscono la presa di coscienza della donna cinese come soggetto, si afferma un genere letterario tutto al femminile (nüxing wenxue), i cui temi di fondo sono la famiglia, l’amore, la vita quotidiana, la carriera. Nel racconto, quasi sempre, la figura centrale è una donna. Nelle loro opere le scrittrici mettono in risalto il desiderio di eguaglianza e indipendenza delle donne cinesi nei sentimenti, in famiglia e nel lavoro. Le narrazioni delle scrittrici sono di solito ricche di metafore poetiche e di immagini, intrise di emozioni e sentimenti. Lo stile adottato è semplice e delicato, traendo quasi sempre spunto dall’esperienza personale. Di questo periodo, particolarmente rilevante è il contributo della scrittrice taiwanese Chen Ping (pseudonimo San Mao, 1943-1991). Morta suicida dopo due matrimoni d’amore intensi e sfortunati, e dopo un’esistenza avventurosa che le fornisce abbondante materiale per i suoi romanzi, diventa una sorta di modello romantico soprattutto per le ragazze degli anni ‘80, tanto da dar vita ad un vero e proprio fenomeno sociale, cui è attribuito il nome di febbre di San Mao (San Mao re). Nel clima di generale allontanamento dalla politica e dalla letteratura ideologicamente impegnata, che contraddistingue in particolar modo la fine degli anni ‘70 e gli anni ‘80, diversi sono i generi letterari che emergono: a volo di farfalla, ricordiamo qui i racconti e i romanzi della c.d. 'letteratura della ferita' (shanghen wenxue), che descrivono le violenze inflitte alla gente comune negli anni della rivoluzione culturale e denunciano il decennio della “nera dittatura in campo artistico e letterario” (wenyi heixian zhuanzheng), e le opere della c.d. 'letteratura delle radici', indifferente al mito della modernità e alla ricerca costante delle origini della civiltà cinese, delle sue credenze magiche e religiose. Accanto a questi due generi si afferma pure una corrente letteraria amorosa d’appendice, entro cui possiamo collocare le opere della citata scrittrice taiwanese San Mao. Certo, non mancano in quegli anni esperienze letterarie meno introspettive e meno romantiche, come quelle degli scrittori tesi a conciliare le esigenze di libera espressione artistica senza tuttavia rinnegare il partito e il nuovo corso cinese. Sono i letterati della perestrojka cinese. Lo sforzo di conciliare linea del partito ed esigenze della Cina moderna produrrà testi di grande valore, tra cui quelli della scrittrice Yang Jiang (1911), della quale ricordiamo Gan xiao liu ji (Sei capitoli di ricordi della scuola quadri, 1980) e Mengpo cha (1983 - II tè dell’oblio, Einaudi contemporanea 1994). In quest’ultimo libro è descritta l’opera di rieducazione in campagna dell’autrice e del marito tentata negli anni della rivoluzione culturale. La narrazione si concentra su piccoli episodi della vita quotidiana, dove i lavori a cui ciascuno è destinato (pulizia del cortile, dei bagni, lavori domestici) 'hanno' un fine pedagogico. Ma, alla resa dei conti, il risultato è relativo: “... In fondo a me stessa, continuavo a sentirmi la coscienza pulita... I colpi, gli insulti, le umiliazioni, non erano riusciti a piegarmi”. Di questa straordinaria scrittrice si ricorda soprattutto il libro Xizao (II bagno, 1988), il cui titolo allude al lavaggio ideologico al quale erano tenuti gli intellettuali per affrancarsi dalla mentalità borghese. Altro indirizzo che susciterà particolare interesse negli anni ‘80 è quello che si richiama alla c.d. 'letteratura della riforma' (gaige wenxue) e che guarda con ottimismo alla Cina della campagna delle 'quattro modernizzazioni' (1982-86), ponendo con forza al centro del dibattito letterario il tema del processo di rinnovamento della società. Come si è già accennato, allo sgomento successivo alla fine della rivoluzione culturale nasce una 'letteratura d’introspezione' (fansi wenxue), alla quale sono da collegarsi alcuni degli esiti più interessanti sul piano artistico della letteratura dei primi anni ‘90. Non manca, tuttavia, un certo gusto per il realismo di una parte della produzione letteraria, che contraddistingue sia gli anni ‘80 che ‘90, da cui scaturisce un fenomeno letterario sui generis, a metà tra giornalismo e narrativa: la c.d. 'letteratura di reportage' (baogao wenxue), che avrà stretti intrecci con il 'nuovo romanzo sulla terra natale' (xin xiangtu xiaoshuo). Nel 'nuovo romanzo…' si affronta, come in altre esperienze letterarie precedenti (si pensi al romanzo Musilin zangl del 1988, in italiano “Funerale musulmano”, della scrittrice Huo Da: storia di una famiglia musulmana in Cina, attraverso cui l’autrice cerca di costruire un ponte tra mondo antico e moderno), il tema del rapporto tra arretratezza e sviluppo, tra città e campagna, tra tradizione e modernità, non sempre risolto in chiave ottimistica. Altro genere letterario che avrà successo è quello conosciuto con l’espressione xiandaipai xiaoshuo (romanzo modernista) tramite cui gli scrittori rielaboreranno la lezione del 'modernismo occidentale'. Quest’ultimo influenzerà i lavori della scrittrice Can Xue (1953), dal linguaggio onirico e fortemente simbolico, della quale esistono in italiano alcuni racconti raccolti sotto il titolo di Dialoghi in cielo (Roma-Napoli, Teoria 1991).

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