mercoledì 7 dicembre 2011

“esiste una guerra di classe, certo, ma è la mia classe, la classe dei ricchi che sta facendo questa guerra e la stiamo vincendo”.


Monti apprendista di Dark Bank: l’Impero colpisce ancora

di Pierfranco Pellizzetti, da Micromega

"Una brutta manovra", "rigore sbagliato", "dal governo dei Professori ci saremmo aspettati qualcosa di più"…
Di grazia, ma perché tanto stupore? Perché aspettarsi un qualcosa di sostanzialmente diverso? Sarebbe come sbalordire se la Chiesa di Ratzinger parla il linguaggio dell’oscurantismo, della crudeltà tracotante nei confronti degli umani sofferenti.

A questo punto c’è poco da aggiungere ai commenti amareggiati dei delusi, se non un tentativo di riflettere sul senso generale di quanto è accaduto (la manovra annunciata all’insegna del SEC, il nuovo acronimo della rivoluzione prossima futura: severità, equità, competitività; rivelatasi l’ennesimo prelievo, privo di un benché minimo orizzonte di speranza per i taglieggiati) posizionandolo in una cornice di significato più ampia, che tenti di rivelarne le logiche intrinseche.

Forse la chiave per capire tale significato sta tutta in un differenziale: l’imposizione fiscale sulle rendite finanziarie ferma al 20 per cento, mentre quella sul lavoro raggiunge ormai quota 36. Con l’ulteriore conferma della piccola chiosa a margine sui patrimoni “scudati” (quelli illegalmente esportati in precedenza e poi fatti rientrare in Italia gravati da un ridicolo 5 per cento, grazie allo scudo fiscale), a cui il Governo impone la vieppiù risibile sovratassa dell’1,5.

Come la Chiesa di Ratzinger fa il suo mestiere, i distinti professori al Governo fanno il loro. E il loro mestiere è quello degli ascari, gli ausiliari indigeni, in un conflitto che si combatte sottotraccia a partire dal 1973.
Certo, l’anno della guerra arabo-israeliana detta “del kippur”, ma anche delle prove generali in Cile per l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale (morte del presidente Allende e colpo di stato del generale Pinochet).
Il conflitto degli abbienti contro il popolo.

Del resto un segreto di pulcinella, visto che proprio Warren Buffet (il secondo o terzo uomo più ricco del mondo) ebbe recentemente l’impudenza di formulare la seguente dichiarazione: “esiste una guerra di classe, certo, ma è la mia classe, la classe dei ricchi che sta facendo questa guerra e la stiamo vincendo”. In larga misura colonizzando gli immaginari collettivi (“pensiero pensabile”, dice Noam Chomsky).

Infatti è dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso che assistiamo – via, via – alla conquista di tutte le casematte del cosiddetto pensiero pensabile. A partire dalle facoltà economiche, dove un tempo si coltivava il mainstream keynesiamo tradotto nell’appoggio al Welfare State e al modello del “capitalismo amministrato”, poi passate armi e bagagli nel campo di quello “selvaggio” (“Supercapitalismo” lo definisce il pur falco del Pentagono Edward Luttwak).

I distinti professori al Governo, in questa landa marginale dell’Impero finanziario globale chiamata Italia, sono solo i fiduciari locali di un vasto e potentissimo aggregato di forze internazionali al lavoro per ristrutturare a proprio uso e consumo l’intero pianeta. Dunque, fanno il loro (modesto) mestiere di ausiliari a tutela dei confini (il nuovo Limes). E sono stati chiamati a un impegno diretto perché il precedente ausiliario – chiamato Silvio Berlusconi – aveva dato tali e tante dimostrazioni di inettitudine da imporne l’accantonamento.
Difatti nulla vi è nell’attuale manovra che non sia in linea con quanto il governo Berlusconi intendesse realizzare. L’unico elemento di novità sono solo maggiori garanzie di affidabilità e di immagine professionale. Stop.

Per raccontarla alla “Guerre Stellari”, Dark Bank ha imposto la fine della Repubblica inconcludente, dove prevaleva la corrotta gilda dei mercanti, decretandone l’ammissione all’Impero oscurantista, asservito al lato oscuro della Forza (i misteriosi “Mercati”). E – ad oggi – non si vede apparire all’orizzonte nessun cavaliere Jedi che intenda battersi per il ripristino di una nuova Repubblica, quella della Giustizia e della Libertà.

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