lunedì 3 settembre 2012

Un libro:" Il suolo è dei nostri figli."

«La lotta contro la distruzione del suolo italiano sarà dura e lunga, forse secolare. Ma è il massimo compito di oggi se si vuole salvare il suolo in cui vivono gli italiani.»
Così scriveva Luigi Einaudi, allora presidente della Repubblica,sul Corriere della Sera del 15 dicembre 1951. Nulla distrugge il suolo quanto la sua cementificazione (soil sealing), con perdita spesso irreversibile delle funzioni ecologiche di sistema che esso aveva esercitato; e il soil sealing (chefra l’altro accresce la probabilità di frane e alluvioni, rendendone più gravi gli effetti) appare particolarmente perverso laddove si esercita su suoli eccezionalmente fertili come quelli della Pianura Padana,sottraendoli alla loromassima e più produtiva vocazione: l’agricoltura. Eppure, per il profitto di pochi, stiamo continuando a consumare risorse che sono di tutti, anche – anzi soprattutto – delle generazioni future. Un Paese accecato da un mercantilismo senza scrupoli non riesce più a riconoscere dove stiano le proprie vere ricchezze: non in un’edificazione senza regole e senza fine, ma in un uso accorto del territorio. Non nel moltiplicare le devastanti invasioni edilizie, ma nell’indirizzare investimenti e risparmi su attività produttive basate sulle competenze, sulla creatività, sul talento degli italiani (specialmente dei giovani). Non in un astratto benessere misurato solo dal Pil, ma in una più vera e concreta felicità del vivere che includa tra i fattori determinanti del benessere anche la soddisfazione ambientale e la memoria storica, componenti essenziali (entrambe) della nostra salute fisica e mentale, come individui e come comunità. L’esperimento di Domenico Finiguerra a Cassinetta di Lugagnano, la campagna Stop al consumo... (stralcio dell'introduzione Salvatore Settis)

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