mercoledì 26 settembre 2012

Tutti collusi nel sistema- Lazio.

da Grazia Longo, per La Stampa. La distribuzione dei fondi elettorali alla Regione Lazio? Non solo una scelta condivisa «tra i cinque partiti che componevano l'Ufficio di presidenza del consiglio regionale». Ma anche il frutto di «una strategia studiata a tavolino a e concordata a voce affinché non risultasse niente di scritto nel bilancio: si attingeva dalle voci manutenzione, telefonia e comunicazione». La fotografia di come venivano suddivisi i soldi dei contribuenti per foraggiare le «spese elettorali» emerge dall'interrogatorio di Franco Fiorito, la settimana scorsa di fronte al procuratore aggiunto Alberto Caperna, il pm Alberto Pioletti e la guardia di finanza. «Nel 2011 vennero stanziati 17 milioni e mezzo di euro, di cui 14 destinati a tutti partiti e 3 milioni e mezzo alla presidenza del consiglio regionale» spiega l'ex capogruppo e tesoriere del Pdl regionale indagato per peculato, che poi aggiunge tutti i dettagli di com'è avvenuta «la spartizione». Si è trattato di «un'intesa a parole, fuori sacco, come eravamo soliti definirla, tra Partito delle libertà, Partito democratico, Unione di centro, Italia dei valori e Lista Polverini». Anche la governatrice neo dimissionaria, Renata Polverini, quindi «non poteva non sapere di come veniva suddiviso il denaro. Non solo perché era lei stessa una consigliera regionale, ma perché uno della sua squadra, Gianfranco Gatti, sedeva nell'ufficio di presidenza del consiglio regionale». Gatti ricopriva l'incarico di «consigliere segretario» insieme a Isabella Rauti (Pdl, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno) e Claudio Bucci (Idv). Oltre al presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese sedevano i due vice presidenti Raffaele D'Ambrosio (Udc) e Bruno Astorre (Pd). «Sono stati loro - prosegue l'indagato - , con l'avvallo tecnico del segretario dell'ufficio di presidenza Nazzareno Cecinelli, a stabilire la quota del denaro che doveva servire a finanziare i partiti. Ci furono alcune integrazioni in corso d'opera, e quelle risultano nelle apposite delibere, ma in generale i soldi venivano presi da altre voci, da altre capitoli di spesa». Quali? Fiorito, assistito dall'avvocato Carlo Taormina, dichiara a verbale: «Il denaro veniva prelevato dalle voci di manutenzione, telefonia e comunicazione del bilancio». Quando viene chiesto all'ex capogruppo se quei milioni di euro venissero sottratti da capitoli di spesa come la scuola o la sanità, lui risponde di «no, solo da quelle voci che riguardano l'attività generale del consiglio». Ogni gruppo regionale riceveva poi una quantità di soldi in base al numero dei consiglieri eletti. A quel punto «la gestione dei fondi era stabilita all'interno dei singoli gruppi consigliari. Io ad esempio davo ad ognuno dei 16 miei compagni 100 mila euro all'anno». L'ex sindaco di Anagni precisa inoltre che la spartizione delle sovvenzioni per le spese elettorali avveniva «a cadenza trimestrale, sempre con lo stesso espediente contabile. E comunque era una prassi a norma di legge, come stabilito dalla legge regionale 6 del 1973». Al di là delle valutazioni su sovvenzioni pubbliche più o meno esagerate e spese inopportune (dalle ostriche e champagne alle interviste a pagamento) l'inchiesta della procura di Roma resta concentrata, per ora, su Fiorito e i 7 milioni di euro transitati sui conti del gruppo Pdl dal 2010 al luglio del 2012. A proposito delle spese del gruppo regionale Pdl, nel 2011 sono stato assunti molti nuovi collaboratori, in aggiunta ai consulenti, con un esborso economico di oltre 665 mila euro. «E' stato necessario aumentare notevolmente il numero del personale a disposizione del gruppo stesso», scriveva nel febbraio scorso Fiorito in una relazione al comitato regionale di Controllo contabile del Consiglio. Oltre alle assunzioni di nuovo personale, «è stato inoltre necessario - osservava Fiorito - per svolgere le varie attività acquistare attrezzature tecniche, e coprire varie spese di informazione». E nonostante gli emolumenti per il gruppo fossero consistenti, le uscite superano le entrate: nel «Rendiconto finale» le entrate 2011 ammontano a 2.735.502,15 euro (Contributi regionali), le uscite a 3.110.326,15 euro: in virtù dell'avanzo dell'anno 2010 di 888.211,26 euro, l'attivo del gruppo Pdl nel 2011 era di 513.387,26 euro.

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