venerdì 28 settembre 2012

Cronache dal Medioevo perenne italico.

Due donne conviventi con quattro figli, poi una muore in un incidente. E l’altra non ha nulla per restare a viverci. 28/09/2012.
Fonte: Il Tirreno del 27 settembre 2012. GROSSETO. Due donne che convivono felicemente, che crescono insieme quattro bambini frutto delle precedenti unioni. Poi un giorno - due mesi fa - di colpo, tutto finisce. Un terribile incidente che vede entrambe coinvolte e la morte che le separa. Ora l’assegnataria dell’appartamento, una casa popolare, non c’è più. Le due figlie tornano al padre e la convivente superstite (anch’essa con due figli piccoli) scopre di dover lasciare l’alloggio, di non avere titolo per continuare ad occupare quegli spazi dove le bambine sono cresciute, dove ogni cosa, ogni piccolo dettaglio, ha un significato. Dove ci sono i ricordi di anni di vita. È la legge che rema contro una poesia. La beffa che cala sopra un dramma. E’ una storia che suscita stati d’animo diversi quella che vede protagoniste Maria e Laura (i nomi sono inventati), una storia campione di una società che cambia, una disgrazia enorme che va a complicare dinamiche familiari complesse e innesca regole ingiuste. Da qualche giorno su Facebook questa vicenda è di pubblico dominio. Il Tirreno ha deciso di raccontarla in punta di penna, omettendo i nomi delle donne e il luogo dove è ambientata, cercando volutamente di non dettagliare. Ieri, attraverso le parole di legali, amici e amministratori, abbiamo acceso i riflettori sul disagio di Laura. «E’ una donna che sta soffrendo per la perdita della compagna. Da qualche giorno ha scoperto di dover tenere duro anche su un altro fronte. C’è la possibilità, infatti, che debba lasciare la casa dove vive. Come potete immaginare la questione è complicata. Stiamo parlando di quella che a tutti gli effetti era una famiglia di fatto, praticamente senza diritti. Tra le due donne non c’era vincolo formale, ma un rapporto fondato su qualcosa di molto più forte: sentimenti di affetto e di amore». Adesso Epg, il nuovo nome del vecchio istituto delle case popolari, e il Comune si trovano a gestire una partita delicata, tanto più che sulla casa avrebbe dovuto essere esercitato un diritto di riscatto da parte di Maria, la defunta assegnataria... Dal Comune, però, arrivano rassicurazioni. Oggi si incontreranno sindaco e direttore dell’Epg. L’obiettivo è trovare una soluzione. «In questo caso ci sono molti risvolti, alcuni anche privati, di cui tener conto. Non è un percorso lineare quello che permetterà eventualmente alla donna e ai due figli di restare nella casa dove abitano adesso. C’è da capire, in questa fase, chi può esercitare i diritti che aveva la ragazza scomparsa. Le sue figlie? La compagna? Nessuno? Teoricamente la dimora andrebbe lasciata libera al più presto, ma noi per primi ci auguriamo che non accada. Nel frattempo si stanno vagliando anche altre opportunità». Ieri intanto anche i carabinieri hanno fatto visita a Laura chiedendole quali sono le sue intenzioni. La conclusione della storia è lontana. Non è escluso, infatti, che alla fine si vada per tribunali. Insomma ne risentiremo parlare. Oggi solo raccontare o leggere certi “passaggi” produce amarezza e un sentimento di vicinanza nei confronti di Laura, ancora in mezzo al lutto, ancora provata nel fisico e nel morale da quanto accaduto; eppure costretta a difendere il tetto che ha sulla testa contro un nemico che non si vede, non si manifesta. Una storia d’amore piombata, di colpo, nel medioevo dei diritti. Perché si parla di tanto di società civile. E poi i diritti non sono gli stessi per tutti. Gabriele Baldanzi

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