lunedì 22 febbraio 2010

Una interessante analisi di Federico Rampini



Il crac di Dubai World ha raffreddato i frettolosi entusiasmi sul superamento della Grande Crisi della finanza facile e ha seminato il dubbio sull’efficacia delle riforme del sistema economico globale. Due libri pubblicati da Mondadori ci aiutano a capire l’origine della crisi e ci indicano come trarne qualche insegnamento: uno è scritto da Federico Rampini con il brio del giornalista, l’altro da Niall Ferguson con l’accuratezza dello storico.


Federico Rampini, Slow Economy. Rinascere con saggezza (192 pp, 17 euro, Mondadori) ci racconta “tutto quello che noi occidentali possiamo imparare dall’Oriente”. Rampini, già autore di numerosi saggi e libri e docente nelle Università di Berkeley e Shanghai, è giornalista di nome e di valore: è corrispondente da New York de la Repubblica, dopo esserlo stato dalla California e da Pechino; in precedenza, era stato vice-direttore de Il Sole24Ore, capo della redazione milanese de la Repubblica, editorialista, inviato e corrispondente da Parigi e da Bruxelles.

Il libro di Rampini parte dall’immagine dei risciò, le carrozzine trainate da un uomo a piedi o che pedala in bicicletta, mezzo di trasporto tipico dell’Estremo Oriente, ma che hanno ormai invaso New York: “Nella giungla d’asfalto il risciò supera le auto, s’infila in mezzo alle corsie, prende le scorciatoie. Emissioni di CO2 zero. Inquinamento acustico, zero … È un esempio fra i tanti - scrive Rampini - di ‘consumo frugale’ che ci viene dall’Asia”.

La tesi del libro è che, dopo la grande recessione che ha colpito il Mondo intero, l’Occidente si trova a fare i conti con un modello di crescita fallimentare, centrato su consumo e indebitamento. Se a vacillare tra caos e paura è un intero modello di vita, l’Occidente può cogliere un’opportunità di salvezza guardando a Oriente, a Paesi ora interlocutori imprescindibili, Cina e India e non solo.

È qui che entra in gioco la Slow Economy, la via a uno sviluppo diffuso e sostenibile, volgendo sempre lo sguardo a una millenaria saggezza orientale fatta anche di risparmio e di frugalità. Ma che ha pure qualche radice nelle nostre tradizioni contadine, ad esempio quelle che contrappongono lo Slow Food di Carlin Petrini al modello americano Fast Food.

Viaggiando tra memoria e futuro, Rampini ripercorre luoghi e storie in cui Occidente e Oriente si sono lasciati reciprocamente contagiare, con tappe scandite da pochi capitoli dai titoli evocativi: il consumo frugale, il prossimo shock energetico, orizzonte perduto, il nostro ottimismo vi contagerà. Un cammino intrapreso per avvicinarci a popoli e luoghi remoti e un tentativo di trarne spunti che ci consentano di trasformare l’uscita dalla crisi in un’autentica rinascita. Come la preziosa lezione che viene dal Bhutan, piccolo Stato appollaiato sull’Himalaya, che ha un misuratore di benessere alternativo rispetto al Pil: il Fil, la Felicità interna lorda. Hanno la nazionale di calcio peggiore al Mondo dopo Montserrat, dice la Fifa, ma sono più felici di noi che siamo campioni del Mondo

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