venerdì 26 febbraio 2010

Un Paese unico al mondo dove l’illegalità sommersa è accettata

Parla l'economista Loretta Napoleoni:

«Un paese unico al mondo dove l’illegalità sommersa è accettata»

di PIERCARLO FIUMANÓ


TRIESTE «In Italia la corruzione è entrata nel Dna del Paese. È un modus operandi che da tollerato è divenuto accettato. Si fanno affari attraverso l’illecito»: analisi spietata e documentata quella di Loretta Napoleoni, economista fra i massimi esperti di terrorismo e economia internazionale. Da anni Napoleoni collabora con Cnn, Bbc, Le Monde, El Pais ed è una delle voci più ascoltate anche all’estero sui mali dell’Italia e su quella che considera la deriva etica e morale che ha colpito il Paese.

Loretta Napoleoni, criminalità e corruzione sono voci all’attivo che sostengono il Pil italiano?
È vero che il sistema della corruzione del Paese non è mai stato debellato. La stessa crisi economica ha prodotto ulteriori infiltrazioni criminali e malavitose nel tessuto socio-economico. L’Italia vive di una economia sommersa che nessuno è mai riuscito a calcolare nelle sue dimensioni reali.

Il sistema degli appalti può essere gestito da comitati d’affari ristretti e autoreferenziali? Un sistema gelatinoso, come è stato detto dai giudici?
È un modus operandi che in Italia da tollerato è diventato accettato: così si fanno affari con l’illecito.

Peggio di Tangentopoli?
All’epoca di Tangentopoli tutti si muovevano come in un sottobosco di illegalità. Oggi tutto è esibito in modo spudorato. Certi episodi che emergono dalle indagini dimostrano che non c’è più neppure la paura di essere perseguiti. E lo dimostra il fatto che occupa un posto in Parlamento un notevole numero di personaggi inquisiti. Siamo di fronte a uno scadimento dell’etica. Il politico colto in flagrante comportamento illecito viene persino esibito come modello da seguire.

Siamo peggio degli altri? Cosa avviene negli altri Paesi?
In una crisi come quella che attraversiamo anche l’illecito diventa più facile. Sicuramente anche in Inghilterra e in Francia c’è una carenza di etica degli affari. Tuttavia l’Italia si distingue per la totale indifferenza verso chi si comporta in modo poco etico. In Inghilterra, per esempio, un inquisito non potrebbe continuare a occupare il suo posto in Parlamento anche se essere inquisito non vuol dire essere condannato.

È stato mai calcolato quanto vale il ”fatturato” del sommerso negli appalti e della criminalità che si muove nelle zone contigue alla politica?
Non ci sono statistiche a questo proposito. Di fatto non è mai stata fatta piena luce su un sistema così opaco e pieno di zone d’ombra. Soltanto con una generale presa di coscienza della società civile, e non dei partiti, si potrà fare piena luce. La commistione fra politica e affari è diventata molto diffusa, e non mi stupisce. Un Paese che sopravvive attraverso l’economia sommersa rischia di trovarsi di fronte alle molte distorsioni che oggi sono sotto gli occhi di tutti.



Tratto da: IL PICCOLO - TRIESTE - 24/02/10

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