venerdì 9 dicembre 2011

Un decreto "antivecchio"



Francesco Merlo per "la Repubblica"

Un vecchio povero non è un numero, sa che la vita gli sfugge e perciò la vuole afferrare in contanti. Monti però è stato chiamato a governare la realtà italiana con i numeri e dunque ha ridotto a numero anche il vecchio pensionato che non potrà più avere i suoi 500 euro in contanti.


Il decreto salva-Italia è così diventato, all´insaputa dello stesso legislatore, un decreto anti-vecchio, costringendo anche le nonne ad aprire un conto corrente, o postale o bancario. Ed è evidente che si tratta di una sbadataggine, ma non è detto che, almeno in questo caso, la disattenzione non sia un´aggravante.

Solo una manovra cieca e fredda, costruita esclusivamente con la matematica, poteva trattare - maltrattare - i vecchi pensionati come uomini d´affari in odore di camorra o come evasori fiscali e appunto stabilire che le pensioni che toccano i cinquecento euro non potranno più essere ritirate in solido. La degradazione della vita a numero è insomma il rischio, l´effetto collaterale della necessaria medicina che è stata somministrata all´Italia.


E forse bisognava scriverlo nel foglietto illustrativo della signora Fornero per esempio, o magari pronunziare al Quirinale davanti al capo dello Stato, insieme al solenne giuramento, una di quelle velocissime tiritere che accompagnano la pubblicità dei farmaci: «È un medicinale, può avere effetti indesiderati anche gravi, rivolgersi al "politico" se i sintomi persistono».


In fondo è ovvio che i ministri tecnici non contabilizzino le difficoltà di locomozione e di concentrazione dei vecchi, che i professori di economia si scordino che la cataratta non rilascia ricevute e che il tremito della mano non può essere messo a bilancio. È infatti politica la consapevolezza che il vecchio vuole la sua povera pensione in euro non solo perché aprire un conto corrente ha comunque un costo, e poi bisogna avere ancora la testa buona per memorizzare un pin, e ogni volta inforcare gli occhiali (quelli giusti), e intanto guardarsi attorno, e alla fine non lasciare le banconote nella macchina distributrice.


Ma soprattutto perché il soldo per il vecchio povero è solo solido, è infatti il poco futuro che gli rimane e ha bisogno di tenerlo in tasca e di amministrarlo con le mani: 25 euro al nipotino, 15 per pagare il latte la pasta e la frutta, e poi le sigarette, le gocce per il naso, l´insulina, la Settimana Enigmistica, persino l´amarissimo canone Rai per le spese correnti di Minzolini e ... e quanto durano 500 euro?


E che si tratti di sciatteria lo conferma il capitolo nel quale la norma è stata inserita: la lotta all´evasione. L´idea della tracciabilità del contante è infatti giusta ma, come si apprende dalla grande letteratura, dai romanzi di Hermann Broch alle poesie di Prevert alla prosa di Camus sino al nostro Trilussa (alla Bocconi li studiano?) quando si vuole essere matematicamente giusti si diventa matematicamente ingiusti con effetti sempre tragicomici: inseguire le pensioni in Svizzera per esempio o farsi garantire la tracciabilità dal sacrestano per ogni obolo versato durante la Messa.


L´economia ha in mano oltre al bilancio dello Stato anche la civiltà della convivenza sociale. E quindi è sempre politica. Che economia politica è quella che non previene gli scarti di imprevedibilità? Ci sono stati matematici che si sono illusi di misurare il senso profondo dell´universo, altri hanno ridotto Dio a un numero o ingabbiato persino l´amore in formule ed equazioni, e ci sono filosofi contemporanei che vorrebbero matematizzare le catastrofi. Non è giusto che l´Italia si distingua per le strampalaggini della matematica finanziaria applicata alle pensioni dei poveri vecchi poveri.


Del resto i nostri tecnici stanno diventando politici, come sempre è accaduto nella storia d´Italia, da Spadolini sino a Ciampi. Per adesso sono come i semidei della mitologia: il minotauro che era per metà uomo e per metà toro, il centauro che era per metà cavallo... Non potendoli definire poli-tecnici, che in italiano vuol dire un´altra cosa, li chiameremo dunque tecno-litici, per metà tecnici e per metà politici.



Insomma c´è già in loro abbastanza politica per abolire questa norma senza bisogno di uno sciopero unitario delle dentiere né di una concertazione con le badanti sociali o di una trattativa segreta con i nonni di Bersani di Alfano e di Casini. Basta il buon senso per eliminare la più grottesca delle tragicommedie dell´aritmetica politica che rende anche il tecnico italiano come il borghese italiano: piccolo piccolo.

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