sabato 5 novembre 2011

Ando piange e canta Genova






Sto pensando che Genova era quella di tutte le città che non lo meritava. Ho amato Genova come solo si può amare una città: e no una donna, solo le si fa credere. Ero un bambino zoppo non andavo a scuola la mattina, andavo a Genova. Amavo i suoi rumori, i suoi odori, i duoi mille mille gatti. Amavo i suoi vicoli, le sue salite per me così impossibili, le sue piazze ricurve, i suoi odori di frittur...a ... ti volevo bene Genova città della mia follia infantile, amavo i tuoi trentatrè bordelli dove chiedevo di parlare mia madre e la vecchia mi minacciava con la scopa. A Caricamento sedevo sulle scale di lavagna facendo finta di chiedere l'elemosina... adesso Genova mia dolce se Dio vuole sto morendo e tu con me .....

...
‎... e grazie a tutti. Genova risorgerà se i genovesi, spalato il fango, si riuniranno in piazza e proclameranno l'indipendenza della loro Repubblica, la Grande Genova, che ha sei secoli di storia, con una Università dove nelle facoltà di medicina e ingegneria navale il 30% degli studenti venivano dall'estero, dagli USA. Genova non c'entra con l'Italia: non c'entra proprio, ha una storia secolare ...totalmente diversa, e io ho parlato della mia Genova di Sottoripa con l'odore della frittura e dei suoi 33 bordelli, ma la mia Genova fu anche quella delle 30 biblioteche più ricche del mondo, la "mia" Berio, quella del primo museo d'Europa di storia naturale, del più avanzato laboratorio di ricerca sottomarina .... la mia Genova, una città della cultura quasi millenaria. E non ho parlato dei forti della Grande Repubblica uno degli stati più temuti e armati del mondo, del mio forte di Castetelletto dove a mezzogiorno si sparava il cannone per dare la messa a punto agli orologi della città e mia madre buttava la pasta ma io ero lassù a guarare il cannone ancora col cannoniere che dopo fu elettrico... Genova che con tutto il rispetto non è una Padania tenuta insieme da un corso d'acqua ma una forza militare, uno stato, una nazione, una lingua, un cultura di un popolo di bronzo fuso da mille vittorie terrestri e navali: Genova un popolo una razza una stirpe superiore diversa fiera indistruttibile ..... ma c'è ancora, qualcuno è rimasto? Che se i genovesi sono rimasti, spalato il fango riunitevi in piazza e dite all'Italia con la quale non avete nulla da fare, che la grande Repubblica di Genova ha riaperto gli occhi, si è risvegliata da un incubo, e ricomincia a vivere ....



Ando Gilardi

Nessun commento:

Posta un commento