martedì 7 settembre 2010

Un lucido giornalista

BERSANI, FRA' VELTRONI E LA PAURA MATTA DI GOVERNARE

di Andrea Cinquegrani [ 03/09/2010]
Fonte: www.lavocedellevoci.it



L'ultima viene forse dal Tibet, dove fra' Walter sta meditando sui destini del mondo, con un occhio pero' attento alle sorti del tricolore. «Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei». E con modestia tutta francescana, aggiunge: «in fondo due anni fa quasi 14 milioni di persone fecero una croce sul mio nome». Con tutta probabilita' per eliminarlo, cancellarlo dallo scenario politico, una sorte di croce scacciavampiri. E invece no, lui, Veltroni, defilatosi per un po', torna alla carica, a tutta pagina sul Corsera, con le sue filosofie da giovane marmotta o da buon yankee in attesa del “si' buana” dallo schiavo nero di turno. E non vogliono togliersi dai coglioni, i burosauri che hanno massacrato la sinistra a martellate (la falce non esisteva da un pezzo), i D'Alema che quando governano non si sognano neanche per un attimo di fare la legge sul conflitto d'interessi di cui ancora osano parlare, i Bersani buoni per un piatto di tortelli e p(P)orta a p(P)orta, i gesuiti alla Franceschini e Bindi. Sono loro, i finti sinistri, gli inciucisti di professione, gli avversari patacca, i sottobanchisti, a tenere ogni giorno in vita il Cavaliere, che potrebbe governare - fosse per loro - altri cento anni. Inchiodati come i Breznev d'un tempo agli scranni dorati, ai 20 mila euro e passa, piu' mari di benefit e prebende varie (e Walter pensieroso osserva: «si va incontro a suggestioni di democrazia autoritaria proprie del sistema russo o cinese»...).
Ora la danza di fine estate: primarie si', primarie no, oddio il voto, Costituente antiBerlusconi, nessuna accozzaglia antiPremier. Poche idee, ma soprattutto sciocche, confuse, perfetti autogol per far capire agli italiani che non esiste alcuna alternativa al diavolo Silvio. Ma dove lo trovi un segretario del maggior partito d'opposizione che ha un terrore pazzo del voto? Anche in Groenlandia chi non governa cerca, o progetta, di farlo. Da noi no.
In questa bolgia masochista (ma fino a un certo punto: se si va al voto se ne tornano tutti a casa senza certezze per il futuro e i danari rischiano d'andare in fumo), in un simile deserto che il Sahara sembra un campo da golf inglese, forse resta solo una chance, Nichi Vendola, che parla “ancora” un linguaggio di sinistra (non inorridite!), e a quanto pare individua obiettivi concreti e strategie praticabili. Almeno sperimentabili. Forse, l'unica ancora di salvezza sono primarie a tutto campo (per riportare in vita un po' di “proporzionale” follemente ucciso dai killer veltronian-dalemiani), non solo per il candidato leader-premier (del centrosinistra), ma anche per tutti gli altri da presentare in lista. Insomma, i cittadini-elettori devono reimpossessarsi del diritto di scegliere chi li dovra' governare (come con saggezza Ferdinando Imposimato illustra nel suo intervento), trovando la forza (organizzativa) di cacciare i farisei (in blocco tutti gli attuali vertici Pd e dintorni) dal tempio. Via. Per sempre. Si cambia pagina.
Farisei allineati e coperti nei partiti e nei media (a cominciare da Napolitano) per commemorare “il grande statista” Cossiga, «l'uomo che fece i capelli bianchi in un giorno dopo la morte dell'amico Moro». Attraverso il libro “Doveva Morire” di Imposimato e Sandro Provvisionato (che per la Voce ricostruisce le tappe della carriera di Kossiga), sappiamo da un paio d'anni che l'allora ministro degli Interni fu protagonista della “non liberazione”. Nell'inchiesta di questo numero della Voce torniamo a via Gradoli, in quel covo delle Br (oggi crocevia di coca e trans), per scoprire che tutto e' stato sempre gestito dai Servizi. Quindi dagli Interni. Da K. Siamo - come allora - al Kaos istituzionale, con un Paese alla deriva. Vero Walter?

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