sabato 4 settembre 2010

Che il bastardo piduista tratti la resa!

Morire democristiani? Non sapevamo sarebbe stata un'utopia! Passeremo dal governo di una destra mafiosa e piduista a quello di lottizzatori ex-fascisti, già in cabina di regìa al G8 di Genova...


Il Cavaliere: "Una condanna è la mia fine"

Fini: non daremo pretesti per rompere
Domani a Mirabello, davanti a 10 mila militanti, il presidente della Camera lancia il suo manifesto politico. E intanto prepara il partito. Il Cavaliere pensa a un gruppo parlamentare "ponte" per i moderati finiani
di FRANCESCO BEI

ROMA - A 24 ore dal discorso di Gianfranco Fini a Mirabello, la vigilia trascorre con i due eserciti che si scrutano in attesa dell'ordine di attacco. Silvio Berlusconi è rimasto chiuso ad Arcore tutto il giorno, impegnato con Letta a risolvere la grana del nuovo ministro dello sviluppo ma aggiornato continuamente sulle mosse (vere o presunte) del suo antagonista di Montecitorio. Aspettando magari che mette un piede in fallo - per esempio annunciando la nascita del nuovo partito - per addossargli la responsabilità della rottura. E tuttavia il gioco è talmente scoperto che Fini, spiegano i suoi, si terrà ben lontano dalla trappola. Ma a Berlusconi preme chiarire in fretta la situazione, c'è la magistratura che lo insegue, non può aspettare di farsi "logorare" dal presidente della Camera. "Fini e i pm - si è sfogato due giorni fa a palazzo Grazioli - mi vogliono far ritirare con ignominia dalla vita politica. A Milano hanno già scritto una sentenza di condanna, vogliono la mia morte politica dopo 16 anni di impegno per il Paese".
A Mirabello intanto si pianifica nei dettagli la nascita del nuovo partito. Ma con qualche accortezza. Dopo aver pranzato al ristorante "I Durandi" con tutti i suoi parlamentari "futuristi", domani il presidente della Camera salirà sul palco della festa Tricolore e proclamerà eterna "fedeltà" al governo. Fedeltà al governo, non al Pdl o al suo leader, beninteso. "Il premier - confida
uno dei luogotenenti finiani più ascoltati - dovrà rassegnarsi e accettare l'idea di una coalizione a tre gambe: noi, il Pdl e la Lega. Si deve fare questi 2 anni e mezzo di legislatura che gli restano e noi lo costringeremo ad arrivare fino alla fine". Con lo svantaggio, per il premier, di dover governare in una condizione molto diversa da quella antecedente alla nascita del Pdl. "Prima Berlusconi poteva contare sulla dialettica tra Bossi e Fini, ma a noi non interessa più contrapporci alla Lega. Anzi, a Mirabello Fini aprirà sul federalismo". Inoltre, quando ancora c'era Alleanza nazionale, il Cavaliere giocava sulla sponda interna dei colonnelli "berluscones", un fattore che è stato azzerato con la nascita di Fli.

Per non inciampare sulla giustizia, e regalare così al premier "l'alibi per andare al voto", i finiani sono disposti ora a trangugiare qualsiasi legge ad personam. "Purché sia davvero ad personam - scherzano - e non impatti violentemente sulle vite di migliaia di cittadini come invece fa il processo breve". Su questo punto infatti i parlamentari di Fli non cedono di un metro: il processo breve, con la norma transitoria che lo rende applicabile ai processi in corso, non lo voteranno mai e poi mai.

A questo punto al Cavaliere, per uscire dallo stallo, non resta che sperare su una scissione interna ai "futuristi". Sembra che a questo stia lavorando alacremente, con il sostegno degli ex An che gli sono rimasti fedeli. L'obiettivo è arrivare alla nascita di un gruppo parlamentare "cuscinetto", guidato da una personalità esterna come il repubblicano Francesco Nucara, che possa accogliere quei finiani che non se la sentono di seguire il presidente della Camera sulla strada di un nuovo partito. Ma dal quartier generale di Mirabello ostentano sicurezza: "Alla Camera siamo in 35 e abbiamo qualche dubbio solo su un paio di deputati. Se anche dovessimo scendere a quota 33 cosa cambierebbe? Nulla. Berlusconi si illude se pensa di portarci via 10-12 deputati come gli stanno facendo credere".

Fini conta molto sull'impatto visivo della piana di Mirabello. Muovendosi ormai come un vero partito (manca solo l'annuncio, ma non arriverà prima di ottobre-novembre), i finiani stanno organizzando treni, aerei e pullman da tutte le regioni d'Italia per ascoltare il loro leader. "Saremo in tanti - preannuncia Adolfo Urso - perché la destra italiana sente il bisogno di stringersi al suo leader per lanciare un messaggio forte alla nazione". Italo Bocchino, regista dell'operazione, prevede "almeno 10 mila persone". Un "movimento di popolo" che dovrebbe convincere anche le colombe più timide a rompere gli indugi e andare dritti alla fondazione del partito della "nuova destra".

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