venerdì 3 settembre 2010

Siamo già ai tempi supplementari

Combattiamo la destra che e’ dentro di noi. Il tempo è una risorsa scarsa

di Fabio Mussi

Bisognerebbe spiegare naturalmente perché si è seppellito l’Ulivo, si sono sciolti due partiti per farne uno che ha meno voti della somma dei due (comunque poco più della metà di quelli necessari a vincere un’elezione), si è sciolta l’Unione, per poi ora tentare in extremis di tornare a un qualche punto di partenza, ad una alleanza, ad un “Nuovo Ulivo”. Ma il tempo stringe maledettamente. Rimandiamo.

E siccome il tempo stringe e maledettamente, il primo obbligo è non perderlo a discutere delle cose autoevidenti: è per esempio di per sé evidente che bipartitismo, vocazione maggioritaria, autosufficienza di un partito solo etc. sono fantasie con cui si è costruito un castello sulle nuvole, contribuendo a ridurre l’Italia nello stato in cui versa. Ma, si sa, le ideologie sono potenti, e si trascinano inerzialmente dietro alla realtà che le falsifica. Mettiamo cortesemente da parte, e avanti. Così come è opportuno (forse meno cortesemente) mettere da parte la bislacca idea, lungamente coltivata nel campo democratico, praticamente fino all’altro ieri, che insieme a Silvio Berlusconi si può realizzare una riforma costituzionale e rifondare la Repubblica.

Bisogna fare presto cose nuove. Definire con chiarezza l’alleanza, il campo di forze di centrosinistra che si candidano a governare, e scegliere la leadership. Con le primarie. Si può essere a favore o contro il metodo delle primarie, ma non a giorni alterni e secondo le convenienze, perché altrimenti si arrabbiano molto in molti, e cresce il continente dei delusi e degli astenuti.

A questo punto viene la parte, anch’essa urgente, ma più impegnativa, dei contenuti. Intendiamoci: “Contro Berlusconi”, è già un contenuto. Come ottan’anni fa non si poteva essere democratici senza esser antifascisti, così oggi non si può essere democratici senza essere antiberlusconiani. Ma è vero, come si dice, che non basta essere “contro”. Ci vuole un progetto e un programma, un’altra idea d’Italia. Ripetere “riformismo” ad ogni piè sospinto lascia il tempo che trova: quali riforme ha in testa il centrosinistra? Non è chiaro,e deve diventarlo rapidamente.

Una alternativa. Non basta combattere la destra che abbiamo contro, bisogna combattere la destra che abbiamo dentro, fare i conti con l’alluvione di interpretazioni, rappresentazioni, miti tracimati dal campo altrui nel nostro, tanto che il blocco radunatosi intorno a Berlusconi –oggi in crisi ma non in rotta- si è visto consegnare le chiavi di casa: il primato e l’egemonia, la maggioranza dei voti nelle urne e delle idee nella testa della gente.

Di là si discute di intercettazioni e di processo breve: c’è da vergognarsi, ma si capisce. Di qua la discussione sembra concentrata sulla legge elettorale: con tutto il rispetto per l’importante tema, e il riconoscimento dell’obbrobrio di quella in vigore, non si capisce, se non si dà la priorità ad altro. Siamo nel cuore di una tempesta perfetta: la crisi del capitalismo globalizzato, che ha assunto caratteri sempre più spiccatamente predatori, è in pieno svolgimento. Il sistema, dominato dalla finanza, si regge su una doppia svalorizzazione: quella del lavoro umano e quella dell’ambiente. L’umanità si trova di fronte a problemi inediti, ad un bivio. Dopo il ’29, con Keynes e Roosvelt negli Usa e, dopo la sconfitta del nazismo e del fascismo, con il socialismo in Europa, la riforma che portò allo Stato sociale cambiò profondamente politica, economia e natura della società. E oggi?

La cosa più disperante è che la superclasse dei predatori, una volta saccheggiati i bilanci pubblici per salvare banche e imprese, è di nuovo all’attacco, e la sinistra in Europa è per lo più muta. Potremmo riprenderci la voce in Italia, e affrontare l’appasionante compito di una proposta di riforma di sistema che dia stringenti regole nuove alla finanza, e rimetta al centro il lavoro, l’ambiente, il sapere, i beni pubblici che non possono essere ridotti a merce.

Qui la discussione su un programma di governo potrebbe farsi parecchio interessante. Proporrei di cominciarla subito: il tempo è una risorsa scarsa.

Fabio Mussi

Presidente Comitato Scientifico SEL

Nessun commento:

Posta un commento