lunedì 1 ottobre 2012

L'economista Bagnai commenta il duo Berlusconi/Grillo.

ORTOTTERI E SUINI. dal blog Goofynomics.
Ora che le cose stanno diventando chiare, Berlusconi, come avevo previsto un anno fa, sta per fare carne di porco del PD (no es que me gusta, pero siento un fresco), e dall'altra parte Grillo, come non avevo previsto (perché ne ignoravo l'esistenza) si accinge a prendere una barca di voti, per poi darseli in faccia. In mezzo Di Pietro si candida a Mariotto Segni del 2000, un altro caso di fallimento che i politologi sviscereranno, senza venirne a capo. Eppure ci vorrebbe così poco. Comunque, siccome parlo di queste cose da tempo, è tutto un florilegio di perché non vai da Grillo, perché non vai da Berlusconi, sei troppo berlusconiano, sei troppo poco grillino, ma perché sei grillino, ecc. Che palle, ragazzi! Allora, ri-chiarisco i termini del problema come li vedo io, così voi mi aiuterete, come al solito, a chiarirmi le idee. Il problema è uscire dall'euro e riprendere a crescere, ma quel problema non lo risolvono né B né G. Semplicemente, si risolverà da solo. In ogni caso, entrambi questi personaggi sono ambigui. B di meno, perché di lui si ha la certezza che NON farà MAI quello che promette. Il suo atteggiamento è palesemente strumentale e se dall'altra parte non ci fosse il nulla non lo porterebbe lontano. G non è da meno, però. Chi paga? Cosa vuole? Perché dà spazio alla rima in demenza e alla rima in azzo, ma poi non vuole l'euro, ma poi vuole un referendum (che oggi, con la disinformazione che circola anche grazie a lui, significa volere l'euro), ma poi... Secondo me dovrebbe bastare che uno dicesse:" la politica non mi interessa, non sono portato", per chiudere il discorso. Ma siccome qualcuno non lo capisce, allora lo dico in un altro modo, che essendo più vicino al modo di sentire di alcuni, sarà da loro più facilmente compreso: io vorrei tanto, oh, come vorrei, fare il ministro di Grillo, diciamo fare la cavalletta, oh, sì! Ma c'è un problemino-ino-ino. Non sono ancora riuscito, e non riuscirò mai a capire, se tutta la verve anticastacriccacoruzzzzzione del nostro sia, oltre a un modo per captare i voti dei dr. Livore, anche un modo per ridurre il government footprint, come troika vuole. Ecco, i nostri ortotteri, come i nostri suini, temo siano ideologicamente figli di troika. Da qui alle prossime elezioni difficile che riescano a convincere del contrario. Naturalmente non è un fatto personale né contro di loro, né contro le tante brave persone che gli vanno dietro, che sono libere di fare e, evidentemente, di non fare le loro analisi. Ve lo dico in un altro modo? Se Grillo avesse detto subito, forte e chiaro: fuori dall'euro, occorre un intervento forte dello Stato per regolare e gestire l'economia, rilanciando la crescita con la domanda interna, ecco, ministro magari no (siete veramente troppo gentili), ma una cartolina dalla Francia gliela avrei mandata. Ma siccome non lo ha fatto, e vorrei non capire perché, allora se non me ne parlate è meglio, tanto è inutile. Meglio passare il tempo a parlare del Btp de mi cuggino, almeno si fa informazione.

1 commento:

  1. DIALOGO IMMAGINARIO CON IL PROF. ALBERTO BAGNAI
    (A PROPOSITO DELLA MANIPOLAZIONE DELLE IDEE)

    Gentile Professore,
    ho iniziato a frequentare con interesse il suo blog per comprendere ragioni e prospettive della proposta di abbandono dall'euro, che sta alimentando tanta parte del dibattito a sinistra.
    A tale fine, ho letto con attenzione il suo paper e ne ho tratto spunto per alcune considerazioni che mi piacerebbe poter condividere con Lei e con i Lettori del blog, nell'auspicio che possano essere di stimolo per ulteriori approfondimenti e confronti di opinione.
    Ho inviato tali mie considerazioni nella mattina di domenica 23, in risposta al suo post "Liquidità o compensazione: quale Bretton Woods?". Ma non avendo finora visto la pubblicazione, ne ho desunto che sicuramente si doveva essere verificato un problema tecnico e mi sono permesso di inviarLe la presente per riproporre nuovamente quanto sopra.
    Nel rigraziare per l'attenzione e lo spazio che vorrà riservarmi, desidero esprimerLe apprezzamento per lo sforzo di ricerca e divulgazione di nuove linee di pensiero, nonchè il mio augurio per l'esercizio equilibrato della sua responsabilità di accompagnare crescita culturale e apertura mentale dei giovani studenti che le sono affidati.
    Un cordiale saluto.

    RISPOSTA
    Guardi, nel mio blog mi sono dato la regola di non pubblicare commenti a puntate, come lei saprebbe se avesse letto le istruzioni. Trovo molto significative le sue considerazioni e le pubblicherò in un post, in tempi direttamente proporzionali all'insistenza dei suoi solleciti (cosa altresì chiarita nelle istruzioni).
    Cordialmente.

    REPLICA
    Buonasera,
    spero stia bene.
    Ieri verso le 14.00 ho inviato un contributo sul post "Catalano alla riscossa". In sintesi: la tesi da lei sostenuta nel post è che l'esplosione del debito pubblico negli anni Ottanta sia stata causata dalla crescita dei tassi di interesse, conseguente la svolta in senso restrittivo delle politiche monetarie a livello internazionale, piuttosto che dai disavanzi pubblici (eccesso di spesa rispetto alle entrate fiscali o viceversa).
    La mia osservazione era circa questa
    • tra 1980 e 1992 il debito pubblico italiano è esploso dal 58 al 116% del PIL (+60 p.p.);
    • nello stesso periodo il debito pubblico delle altre grandi economie industriali con cui siamo usi confrontarci (ger, fra, uk, us, jpn) è cresciuto molto meno;
    • come si spiega questa divergenza, considerato che il tasso di interesse reale sul debito pubblico italiano, sebbene in forte crescita rispetto ai valori negativi degli anni Settanta, si manteneva comunque inferiore a quello degli altri paesi?
    • Hanno forse sbagliato gli altri paesi ... ?
    Salvo che non sia dipeso da un problema tecnico (nel qual caso la prego di non considerare quanto segue) riterrei che la sua decisione di non dare visibilità al mio punto di vista possa essere interpretata in uno dei modi seguenti:
    1.sta valutando la risposta più opportuna, in quanto non ne ha una immediatamente pronta;
    2.non ha intenzione di rispondere, in quanto la risposta potrebbe instillare nella sua piccola corte la sensazione che la realtà è sempre più complessa dell'interpreta zione data secondo schemi ideologici predefiniti (sia ortodossi che eterodossi).
    Se invece ritiene che la mia osservazione sia basata sull'errore e vuole evitarmi il pubblico ludibrio, beh! la ringrazio, ma ho le spalle grosse e in fondo "sbagliando si impara".
    Per concludere, so bene che si tratta di casa sua e che lei può farci entrare chi vuole ... ma non conoscendola di persona desideravo solo comprendere di che pasta è fatto veramente. Capire se lei, che dimostra così tanta passione e capacità nel denunciare il pensiero unico, i condizionamenti del potere, etc. etc. ... nel suo piccolo usa poi le stesse odiose strategie per creare e difendere il piedistallo su cui si è issato.
    Un cordiale saluto.

    RISPOSTA
    Bravo.

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