martedì 20 settembre 2011

Il più sano ha la rogna




Caso Tarantini, all’ombra di Berlusconi potere e affari dei dalemiani


Nelle carte dell'inchiesta di Bari spuntano i tentativi di Gianpi di favorire, grazie all'intervento del premier, gli affari di Roberto Intini, uomo legato a Massimo D'Alema, con cui l'imprenditore pugliese racconta di avere giocato a burraco durante una gita in barca a Ponza. Tra gli obiettivi c'era l'acquisizione di un appalto per un gasdotto tra Italia e Albania
“Non gli ho mai chiesto nulla … ma nulla nulla nulla – dice Gianpi - non gli ho mai interferito un cazzo … credo che me la fa senza nessun problema …. no, voglio dire, la presentazione del gruppo tuo così importante … non è che andiamo con un’aziendina di merda …”. È il 17 ottobre 2008 che Gianpi, dopo aver sedotto il premier con uno stuolo di donne accondiscendenti, esce allo scoperto con la sua prima richiesta d’affari: sta sponsorizzando un dalemiano. L’azienda che spinge nelle braccia del premier, e del connubio Finmeccanica-protezione Civile, è l’ “importante gruppo” di Roberto Intini. È a una “lobby” del centroninistra che Gianpi funge da cerniera, usando le donne come mezzo di scambio, per convincere il leader del centrodestra.

È una torbida riedizione del “compromesso storico”, quella operata da Gianpi, che porta il premier a favorire gli affaristi legati a Massimo D’Alema (nessuno di loro risulta indagato nell’inchiesta per prostituzione). Con l’esponente del Pd, durante una gita in barca a Ponza “giocammo a burraco”, racconta Tarantini in un verbale del novembre 2009. A consigliare le avvenenti ragazzine, da portare poi al premier, c’è l’avvocato Salvatore Castellaneta, amico di Roberto de Santis – soprannominato il “banchiere di D’Alema” – a sua volta intimo dell’imprenditore Roberto Intini. La “superiorità etica” dell’area dalemiana crolla dinanzi a questa catena, un abbraccio mortale, sotto il profilo politico – impreditoriale, dannoso quanto gli abbracci sensuali che stanno devastando la reputazione del premier. È agli imprenditori “dalemiani”, infatti, che il Berlusconi accecato dalle donne e da Gianpi, garantisce gli appuntamenti con il boss della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e i contatti con il numero uno di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. È questa la sua prima richiesta al premier.

Tarantini e i suoi soci sono un vortice di iniziative: sognano di entrare in una società di Finmeccanica (la Sel Proc) e ottenere appalti per il G8 dell’Aquila. Immaginano di conquistare 12 appalti per la Protezione Civile (per 51 milioni), e poi gasdotti in Albania, contratti sulla tracciabilità del sangue con la Regione Lombardia. Poco, nonostante l’interessamento di Berlusconi e di alti dirigenti pubblici, è andato in porto. Tarantini scopre d’essere nel mirino della procura: gli affari svaniscono in un istante. Ma restano i tentativi: “Il progetto del comitato d’affari Intini-Tarantini – si legge negli atti – era entrare nel circuito delle grandi opere pubbliche. Il primo passo… era stato compiuto grazie alla mediazione di Berlusconi, che ad inizio novembre 2008 aveva messo in contatto Tarantini con il capo della Protezione Civile, al fine di sondare la possibilità di entrare a far parte, con società del Gruppo Intini, della short-list della struttura tecnica della Presidenza del Consiglio. Dopo i primi incontri, Bertolaso aveva “dirottato” il neonato comitato d’affari sul Gruppo Finmeccanica, con la prospettiva (iniziale) di entrare nel capitale di una società di progetto, allora in fase di costituzione, a cui sarebbero stati destinati 280 milioni”.

Chiariscono i pm: “I rapporti con la Presidenza di Finmeccanica venivano avviati e mantenuti grazie anche all’intervento del Presidente Berlusconi”. Che le ragazze appaiano merce di scambio, lo dimostrano le intercettazioni. Tarantini: “Venerdì probabilmente vado con lui a New York!”. Castellaneta: “Perfetto… ma stiamo quagliando o non stiamo quagliando un cazzo?”. Tarantini: “Stai zitto, che secondo me la settimana prossima prendiamo l’appuntamento!”. Castellaneta: “Per Enrico?”. Tarantini: “Sì… Ma ora chi dobbiamo portare? Non hai più niente tu?”. Castellaneta: “Ora te la trovo una, stai tranquillo…”. Tarantini: “…Ma la marocchina quella che dicesti tu una volta?”.

Nel frattempo Gianpi qualcosa intasca. Una consulenza pagata 150mila euro da Intini alla sua GC Consulting. E ancora: il 14 marzo 2009, annota la Finanza, Berardino Mastromarco (autista di Tarantini) racconta di aver ricevuto “da Intini una scatola di scarpe colma di “pacchettini da 100, da 500″ euro quale acconto – di 200 mila euro – per la mediazione svolta per l’affidamento di una prima trance di lavori da Finmeccanica a società del Gruppo Intini…”.

Il Cavaliere tranquillizza Gianpi: “Lui (Berlusconi, ndr) mi ha detto “stai tranquillo, te lo faccio veramente con il cuore, con piacere”, racconta Tarantini a Intini. Berlusconi lascia un depliant di Intini a Bertolaso. E Gianpi racconta: “Lui (il Premier, ndr) mi ha detto “informati perché io gli ho lasciato una brochure e ha detto che ti avrebbe chiamato”, io ho detto “senta faccia una cosa gli lasci proprio il mio numero”, ha detto “va bene”, ha detto che lui lo vede o lunedì o martedì di nuovo”, ma chiedi ad Enrico, non è che è stato chiamato qualcuno dell’azienda?”.

Nel novembre 2008 Berlusconi contatta Gianpi: “Senti sono in macchina con il sottosegretario Bertolaso… ecco te lo passerei così vi mettete d’accordo direttamente”. Bertolaso: “Eccoci buonasera”, Tarantini: “Dottore buonasera, lieto di conoscerla”, Bertolaso: “Piacere tutto mio… ma lei dove sta a Roma? (…) Ecco allora domani quando torna a Roma… a che ora vuole venire a trovarmi?”. A Berlusconi l’incontro tra Tarantini e Bertolaso sta a cuore. Il 14 novembre 2008 mentre sta per volare a Washington chiama Gianpi: “Quand’è allora che lo vedi?”. Tarantini: “Oggi alle 3”. Berlusconi: “Sii prudente sempre… ecco lui (Bertolaso, ndr), ha in mano i tuoi depliant…”.

Poi c’è il tassello che al duo Tarantini-Intini sta più a cuore: Finmeccanica. Il 10 dicembre 2008 Tarantini chiede: “Ha visto Pierfrancesco Guarguaglini (presidente di Finmeccanica, ndr)?”. Berlusconi: “L’ho visto e poi ti riferisco”.

La lista degli amici “dalemiani” di Tarantini è lunga. C’è anche il banchiere Vincenzo De Bustis. Ma soprattutto è De Santis che, dicono i pm, “lo ha guidato nei rapporti d’affari in contesti istituzionali”. Insieme si lanciano nel tentativo di realizzare un gasdotto sottomarino tra Albania e Puglia. E grazie “alla mediazione di Paolo Berlusconi”, scrivono i pm, presentano alla Regione Lombardia un servizio offerto dal Gruppo Intini sulla tracciabilità del sangue”.

di Antonio Massari e Ferruccio Sansa

da il Fatto quotidiano del 18 settembre 2011 – aggiornato dalla redazione web alle 12.00

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