lunedì 5 settembre 2011

Facciamo un po' di rivoluzione!



Borsa italiana, irruzione dei militanti del centro sociale Cantiere

Nel lunedì nero delle piazze europee gli iscritti al sindacato Usb protestano contro la manovra del governo e contro "i signori della finanza internazionale"
Una protesta “contro il governo Berlusconi e le ricette del suo governo che sono inadeguate e per questo vanno cacciati via al più presto”, ma anche contro il meccanismo dei “signori della finanza internazionale”. Queste le ragioni dell’irruzione, stamane, dentro l’edificio della Borsa italiana da parte di alcuni militanti del centro sociale milanese “Il Cantiere”, appartenenti anche alla sigla sindacale Usb, e dei collettivi studenteschi.

“Predicano austerity ma razzolano male, rubano ai poveri per dare ai soliti”, c’è scritto su uno degli striscioni. Fuori, in piazza Affari, i militanti hanno distribuito volantini e allestito tende stile “indignados”. Dentro, una decina di loro sono riusciti a salire fino al secondo piano del Palazzo della Borsa. E qui hanno esposto alcune bandiere del sindacato.

Inevitabili alcuni momenti di tensione con le forze di sicurezza, in particolare quando un secondo gruppo ha tentato di penetrare nell’edificio sede della Borsa Italiana venendo bloccato alla porta, che poi è stata chiusa.

“E’ tutta l’estate che fanno manovre dicendo che si deve pagare il debito pubblico”, spiega Leon, un portavoce del centro sociale, “ma hanno deciso di farlo solo tagliando il welfare e i diritti dei lavoratori, con misure generalizzate come l’aumento dell’Iva o il ritocco alle pensioni. Ma questo debito non è causato dai giovani, che invece si troveranno a pagarlo a vita, nè dai lavoratori, molti dei quali sono precari”.

Gli autori della protesta che sono entrati dentro l’edificio della Borsa sono poi stati fatti uscire in tarda mattinata dalle forze di sicurezza. Tutti, comunque, parteciperanno domani alla manifestazione che comincerà dalle 9.30 in piazza Cairoli. Intanto nei loro confronti manifesta solidarietà e appoggio il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, che dice: “E’ del tutto evidente che la crisi è frutto dello strapotere del capitalismo finanziario e della deregulation totale dei mercati”. Secondo Ferrero l’unica via d’uscita dalla crisi è “la nazionalizzazione delle grandi banche”.

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