sabato 10 settembre 2011

FORSE STAVOLTA JA FAMO



CONTO ALLA ROVESCIA PER IL GOVERNO BERLUSCONI

di Paolo Guzzanti



Primo segnale: La Repubblica avverte il presidente del Consiglio, con un editoriale non firmato, che il suo tempo è scaduto e che deve sloggiare subito dopo aver fatto approvare la manovra. Passano due giorni e lo stesso quotidiano intervista il senatore Beppe Pisanu che conferma: Berlusconi deve essere così responsabile da capire che è ora di andarsene, per il bene del Paese, che sarà grato. Ancora ventiquattro ore e ecco che su Avvenire il vice presidente della Camera e insigne intellettuale dell’Udc Rocco Buttiglione lo dice chiaro e tondo: caro Berlusconi, ti sta per arrivare fra capo e collo un’altra terrificante mazzata giudiziaria e dunque ti supplichiamo di togliere le tende e andartene, anche, dice Buttiglione, avrai un salvacondotto che ti metterà al riparo da tutti i processi penali presenti e futuri, come fu fatto per l’ex presidente americano Richard Nixon il quale ottenne dal suo successore Gerald Ford un salvacondotto giudiziario in cambio delle dimissioni dopo lo scandalo del Watergate.
Dunque, esistono una serie di indizi che autorizzano a chiedersi se si tratta di parole in libertà, o se esiste un piano, una “road map” della fine del governo Berlusconi. I messaggi, specialmente quello di Rocco Buttiglione, sono tutt’altro che cifrati. Che cosa c’è di vero e di verosimile?

Alcuni elementi sono sotto gli occhi di tutti: si parla di una nuova raffica di intercettazioni nel caso di Tarantini, pronte nelle borse dei pubblici ministeri in viaggio per Palazzo Chigi dove interrogheranno il presidente del Consiglio come parte lesa. I boatos insistono sul valore dirompente sia di alcune telefonate che sulla richiesta di nuovi arresti da parte della procura di Napoli.

Intanto il Consiglio dei ministri approvava le ultime norme: abolizione delle provincie e obbligo di pareggio di bilancio. Trichet approvava e confermava di avere insistito lui stesso attraverso Draghi (nemico giurato di Tremonti) per queste ultime decisioni. Allo stesso tempo Trichet rendeva noto che la crescita europea nel suo complesso ha le ali imbottite di piombo: l’anatra oltre ad essere zoppa non vola. Queste franche dichiarazioni avevano l’immediato effetto di frenare la ripresa delle borse che hanno così perso l’erezione al quattro per cento e si sono afflosciate come amanti delusi.

L’andamento dei mercati però, prima su per cause americane e poi giù per contraccolpi europei, dimostrerebbe che il fattore “B” come Berlusconi non avrebbe poi una grande relazione né con l’impennata né con il crollo dei mercati i quali fanno come se lui non esistesse. Ma dal punto di vista politico si sostiene il contrario: Berlusconi viene descritto, malgrado l’evidenza dei fatti, parte del problema e non della soluzione, proprio allo scopo di consentirgli anche una via d’uscita.

Il partito che si sta muovendo per il governo d’emergenza è lo stesso di cui facevo parte anch’io quando votai la sfiducia al governo il 14 dicembre scorso, cioè quando mi resi conto, numeri alla mano, che non soltanto non esisteva una maggioranza alternativa al governo Berlusconi dal punto di vista aritmetico, ma che non ne esisteva alcuna dal punto di vista politico: non una maggioranza con un significato politico, non un leader, non una line economica definita. Quel progetto nacque morto e unque fu cassato. Io personalmente decisi di sostenere il governo eletto per scongiurare le elezioni anticipate, come fecero molti parlamentari. Ora la domanda da porsi in queste ore è: ci sono novità? E’ cambiato qualcosa? Il presidente della Repubblica ha preso nuove decisioni? Il Presidente guida o non guida questa ipotesi di cambio di governo? Ma, più che altro, è vero che Berlusconi è intenzionato a farsi da parte come del resto alcuni sfoghi nelle intercettazioni confermerebbero?

Non sappiamo rispondere con prove certe ma notiamo una circostanza ovvia, che proprio per essere ovvia rischia di passare inosservata: un eventuale futuro governo tecnico, o d’emergenza, o comunque lo si voglia chiamare, non può passare senza i voti di o parte della maggioranza di centro-destra. Occorre cioè che in un modo o nell’altro, magari felpato e non dichiarato, Berlusconi stesso sia protagonista dell’operazione che lo estrarrebbe dai cunicoli della miniera crollata concedendogli una via d’uscita salva e sicura, e la accompagni. Il tono dell’intervista di Buttiglione, come quello dell’intervista di Pisanu, sembra alludere proprio a una situazione ormai matura in questo senso: caro Silvio, non ti vogliamo morto né sofferente, e noi siamo disposti a concedere una soluzione politica per rendere inefficace l’attacco delle Procure: salvacondotto in cambio del famoso passo indietro.

Dunque, l’operazione di cui hanno parlato prima Pisanu e poi Buttiglione, sembrerebbe arrivata allo stadio finale. Intanto, fatto curioso, il governo sta uscendo bene con l’ultima versione della manovra che ha ricevuto il viatico delle supreme autorità internazionali. Ma politicamente il governo è fragilissimo.
Resta da chiedersi che cosa farebbe, se mai si farà, un nuovo governo. Le voci che ho raccolto dicono che prenderebbe nuovi e impopolari provvedimenti economici, concedendo però ossigeno alla legislatura con una tela di Penelope: una nuova legge elettorale che abroghi l’odiato “porcellum”, ora minacciato da un possibile referendum che se vincesse ci riporterebbero al “Mattarellum”, per tre quarti maggioritario e per un quarto proporzionale. Ma l’obiettivo della strategia sarebbe quello di dar fiato ai partiti facendo uscire di scena Berlusconi, a patto che lui stesso conceda il consenso tacito all’intera operazione. Il che, francamente, non ci sembra affatto scontato, conoscendo l’uomo.




....segue dal blog di Paolo Guzzanti



Dunque, grandi manovre per il parto pilotato di un governo emergenziale che dovrebbe nascere dopo il consenso di Berlusconi ad andarsene. Ma SB lo farà? A prescindere dagli argomenti che spiego nel blog e nel link qui sopra citato, ricordo che SB va dicendo da tempo a tutti che è stufo, che non ne può più, che questo è un paese di merda e che spera presto di esserne lontano.
Il piano è quello che ho spiegato: una parte del Pdl (Cassola, Pisanu ed altri) spinge perché SB si convinca a farsi da parte, Napolitano guida di fatto l’esecutivo stabilendo i tempi e i modi della manovra economica, Tremonti è costretto a seguire le ricette di Trichet che gli sono servite dall’odiato Draghi e la Lega, già in campagna elettorale, è costretta a inghiottire la cancellazione delle provincie, cosa che per lei significa una ulteriore perdita netta di potere.
Che cosa farà, farebbe, un governo così nato? La patrimoniale, che SB neanche morto accetterebbe. La patrimoniale è spinta da Luca di Montezemolo e metterà le mani sulle case degli italiani e forse anche sui conti correnti.
Le incertezze ondivaghe delle manovre elastiche a tira-e-molla che abbiamo visto finora dipenderebbero dunque dalla battaglia feroce e sibilante che viene condotta in queste ore. Domani, 9 settembre, i magistrati di Napoli interrogheranno SB come parte lesa, ma metteranno probabilmente sul tavolo un migliaio di pagine di nuove registrazioni che come al solito sono definite devastanti.
Rocco Buttiglione, dopo Pisanu, assicura a SB il salvacondotto: un provvedimento che finora in Italia non si è mai visto con cui lo stesso SB potrebbe seguitare a vivere da privato cittadino senza altre grane giudiziarie penali.
Non so come si possa fare una promessa e una premessa del genere, ma sono sicuro che Rocco Buttiglione sa di che cosa parla.
E se parla di una garanzia, un salvacondotto, vuol dire che sa di poter contare su una parte della magistratura disposta a sottoscrivere un tale “agreement”, del tutto inusitato. Ricordo che quando Bettino Craxi, malato ad Hammamet, chiese di poter rientrare per farsi operare in Italia ma con la garanzia di non essere arrestato, si mise in moto un meccanismo che però non fu in grado di raggiungere l’obiettivo: nessuna garanzia, Bettino sarebbe stato curato, ma anche arrestato. Craxi si fece allora operare a Tunisi da una équipe inadeguata e morì poco dopo.
Da notare che “la Repubblica” da tempo guida il ballo del “passo indietro”, chiesto e richiesto ogni giorno. Quel martellante ritornello ha ormai fatto breccia anche in campo berlusconiano e si suppone che un governo post-Berlusconi si piotrà fare soltanto se SB stesso sarà d’accordo e questo per due ovvi motivi. Il primo è che sarà lui a decidere di dimettersi, visto che questo Parlamento non ha i numeri per sfiduciarlo, come si è visto il 14 dicembre scorso quando, anche con il mio voto, non fu possibile metterlo in minoranza.
Il secondo motivo è che con questo Parlamento un governo tecnico, o di emergenza nazionale o comunque lo si voglia chiamare, ha bisogno dei voti del PDL, tutti o una parte, per poter vivere.
E’ dunque possibile che la trattativa con SB, se trattativa c’è, comprenda anche l’assenso dell’interessato a condizionare la sua successione.
E’ presto per fare pronostici sulla riuscita dell’intera operazione e presto per fare il toto-premier: il nome di Mario Monti è quello più quotato, ma è in lista anche Montezemolo, oltre a Casini e persino Fini come ipotesi di governo istituzionale, anche se sarebbe una finzione di pessimo gusto.
Lo scopo di un tale governo sarebbe lo stesso che ha spinto me e altri parlamentari ad entrare nei responsabili: salvare la legislatura ed impedire ad ogni costo le elezioni anticipate, perché un tale sciagurato evento ci lascerebbe per mesi nudi e indifesi contro l’attacco della speculazione sui mercati e l’Italia ne uscirebbe più sbranata di quanto non lo sia oggi.
Dunque un governo di legislatura che prometterà anche di fare una legge elettorale nuova, mentre va avanti la raccolta delle firme per un referendum abrogativo del Porcellum che riporterebbe al sistema precedente, il Mattarellum. per tre quarti maggioritario e un quarto proporzionale.
Su una nuova legge elettorale non esiste alcuna possibilità di accordo ed è improbabile che se ne faccia una. mentre è probabile che si possa andare a referendum: in quel caso, caduto il porcello e restaurato il mattarello, la legislatura terminerebbe all’istante perché il parlamento in carica sarebbe delegittimato essendo stato eletto con una legge abrogata dal popolo.
Come si scriveva nei feuillettons otto ogni puntata, continua….

Nessun commento:

Posta un commento