mercoledì 16 marzo 2011

SPEGNI IL NUCLEARE

DI Beppe Grillo


Il giorno 11 marzo 2011 il mondo è cambiato. Nulla sarà più come prima. Siamo entrati nel post nucleare. Una nuova era in cui non ci sarà più spazio per i deliri dell'energia dell'atomo. Il Giappone si è immolato per noi, certo non volontariamente, ma è ciò che è successo. Se l'incubo nucleare che ci accompagna dal dopoguerra, da Chernobyl a Three Mile Island, cesserà (e cesserà) lo dovremo al sacrificio di milioni di persone in fuga dalla nube di Fukushima. Un esodo biblico. Neppure immaginabile. Il Giappone rischia di diventare l'isola che non c'è, un luogo dove non si entra e non si esce. Una trappola nucleare. Se persino la portaerei Reagan ha abbandonato la sua missione umanitaria, quali flotte accorreranno in soccorso delle popolazioni del l'Est del Giappone? Le merci giapponesi contaminate non potranno più uscire dal Paese.
Le nubi non si fermano. Forse arriveranno fino in Europa se il vento soffierà verso Ovest. Il senso di quello che è successo è troppo grande, troppo profondo per poterlo afferrare, ma qualcosa si può intuire. Le persone hanno capito immediatamente che il nucleare è finito per sempre. Alcuni capi di Stato hanno già preso posizione contro le centrali, sanno che continuare sarebbe la loro fine politica. Succede in Germania, in Svizzera, perfino in Australia che possiede il 28% dell'uranio mondiale. L'Italia, in questo scenario, recita la parte del giapponese sperduto in un'isola del Pacifico che continua a combattere dopo dieci anni dalla fine della guerra. Personaggi che finiranno presto nel dimenticatoio del ridicolo con le loro affermazioni nucleariste. La Prestigiacomo è l'unico ministro dell'Ambiente nel mondo che vuole nuove centrali nucleari. Lei, Testa, Veronesi, Berlusconi, Cicchitto, Scaroni, Maroni, Casini, Fini, Frattini e i pennivendoli fusi del nocciolino nucleare sono come i fascisti che giravano in divisa da federale dopo il 25 aprile. Le loro dichiarazioni sono da conservare per il futuro, i loro volti, i video, le argomentazioni sono la testimonianza di un preciso momento, l'ultimo. Domani, tra qualche giorno o qualche mese, non potranno più permettersi di sparare stronzate. L'unico motivo per cui si vuole il nucleare è il debito pubblico di 500 miliardi di euro in mano alla Francia. L'EDF è il mandante, Berlusconi e la Confindustria gli esecutori interessati.
Questa classe politica sarà spazzata via dal referendum del 12 e 13 giugno. Da questa settimana partirà un'iniziativa che durerà fino al referendum: "Spegni il nucleare". Voglio coinvolgere milioni di italiani, non ci sono alibi. Con il quorum Maroni ci potrà fare il bunga bunga solitario. Il 29 aprile ci sarà l'assemblea dell'ENEL delle centrali nucleari, io ci sarò, il blog ci sarà con la diretta streaming. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.






Siamo in guerra. Da una parte ci sono i morti, dall'altra i vivi. Quando scoppia un conflitto le regole ordinarie non valgono più. Per battere Hitler non era sufficiente discutere. Una centrale nucleare in Italia equivale a una pistola puntata contro la Nazione. Questo non è terrorismo, è la verità. Nessuno può prevedere una catastrofe come quella giapponese, ma chiunque sa che può accadere. Tra un giorno o tra mille anni. I reattori della centrale di Fukushima stanno esplodendo uno dopo l'altro, 180.000 persone sono state evacuate in un'area di 30 chilometri. Non è detto che ritorneranno nelle loro case. Le zone contaminate, come quella intorno a Chernobyl, rimangono radioattive per migliaia di anni.
A L'Aquila non c'erano centrali nucleari, era una zona sismica, come quasi ovunque in Italia. Molti edifici crollati erano costruiti con la sabbia, gran parte della popolazione sarebbe sopravvissuta se evacuata in tempo. I segnali premonitori c'erano da mesi. Questa è l'Italia che specula sui terremoti e ride come una iena al telefono.
Il nucleare lo vuole l'Italia dei morti come Veronesi, Berlusconi, Testa, Prestigiacomo, Marcegaglia, Casini, Fini, cooperative bianche e rosse, l'Enel, i deputati e senatori dei due maggiori partiti Pdl e Pdmenoelle (che ora fa ammuina), uniti nella scelta del nucleare sicuro, così come per gli inceneritori e l'acqua privatizzata. Se Chernobyl fosse avvenuto in Francia, ad esempio a Chooz, la regione di Champagne-Ardenne situata al centro dell'Europa sarebbe interdetta agli esseri umani per migliaia di anni. Perché correre un rischio così alto? Per difenderci dagli alieni? O da una catastrofe planetaria? O per lucro, il solito miserabile, schifoso, merdoso lucro? Io non voglio che i miei figli corrano questo rischio e farò qualunque cosa in mio potere contro il nucleare. Le madri dei nuclearisti, così come quelle degli imbecilli, sono sempre incinte.
L'ambasciata francese a Tokyo ha inviato i connazionali a lasciare la città per il rischio di contaminazione. Siamo degli apprendisti stregoni. Se l'area di Tokyo venisse contaminata, 10 milioni di giapponesi dovrebbero essere sfollati. Come? Dove? Neppure il peggior film antinuclearista ha previsto una simile catastrofe. L'EDF e Sarkozy possono andare a fanculo. Il nucleare lo facciano sotto la Tour Eiffel. La Francia possiede 500 miliardi di euro di titoli pubblici italiani e ha acquisito, in questo modo, parte della nostra sovranità. Ma io preferisco il default alle centrali.
L'Italia dei vivi ha detto NO con un referendum contro il nucleare nel 1987. L'Italia dei morti, del radioattivo Maroni, non ha accorpato amministrative e referendum per far saltare il quorum. Il referendum è stato spostato nei giorni 12 e 13 giugno, ma noi, che siamo vivi, non andremo al mare. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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