martedì 3 agosto 2010

La strana coppia...




Sul Palazzo il terremoto Grillo (ma Vendola potrebbe riuscire a farlo entrare in coalizione...) | L'ESPRESSO




Sul Palazzo il terremoto Grillo

La decisione del comico genovese («Ci presenteremo alle prossime elezioni») sconquassa un quadro politico già caotico. Davvero farà il suo partito? E se sì, chi ha da guadagnarci e chi da perderci?

«Hai passato 2 anni e più a raccontare balle (noi non ci candideremo mai, men che meno con questa legge elettorale che non riconosciamo, noi non siamo un partito, noi ci occupiamo di democrazia dal basso, il Parlamento non ci interessa ecc...ecc...) e ora scopri l'acqua calda riciclandoti addirittura come novello salvatore della patria in pericolo? Non sei affidabile, non sei diverso da chi pretendi di combattere...».

Così Cristina M., elettrice dell'Idv e già seguace di Grillo, comunica la sua delusione in uno dei mille e passa commenti che hanno accolto la "discesa in campo" del comico genovese: non più solo attivismo locale e politica dal basso, ha deciso Grillo, ma una vera lista nazionale che si presenterà alle prossime elezioni legislative, «che siano ora o nel 2013».

Ma naturalmente la voce di qualche deluso non deve trarre in inganno: i commenti al "comunicato numero 34" sono perlopiù entuasiati e la popolarità di Grillo è data in aumento a mano a mano che si sfaldano i due poli, «il Pdl e il Pdmenoelle» come li chiama lui stesso da anni, mettendoli da sempre sullo stesso piano.

Tuttavia il post in Rete cui è stata annunciata la candidatura alle politiche fa discutere anche per altri motivi: innanzitutto perché la decisione è stata presa dall'alto, senza nessuna consultazione con la base del Movimento a Cinque Stelle. Ma anche perché nel post - per la prima volta - Grillo sembra ragionare da politico consumato, quasi da interno al Palazzo. Ad esempio, si schiera contro le elezioni subito («Sarebbe pura follia, chi le vuole non ha chiaro che il Paese è in pre default e non può permettersi un periodo di stallo elettorale di sei mesi senza saltare per aria (...) le elezioni anticipate sono un cupio dissolvi che porterebbe fieno a qualche partito minore e precipiterebbe l'Italia nel caos», quindi propone «un governo tecnico di durata sufficiente per mettere (per quanto si può) sotto controllo il debito pubblico, per ridare la scelta del candidato agli elettori, per eliminare i rimborsi elettorali ai partiti e per fare una legge sul conflitto di interessi» (non è chiaro tuttavia chi dovrebbe guidaere questo governo tecnico, Grillo evita prudentemente di fare nomi). Segue, nel post, un breve attacco a Fini «che ha sostenuto per quindici anni lo psiconano e ora si atteggia a extravergine» e ai giornalisti («gli unici a non sapere che questi partiti, queste facce, appartengono all'album dei ricordi»).

E a proposito di giornalisti, avendo usato Grillo il consueto sistema del sito per annunciare la svolta, non è dato sapere nulla di più su una serie di conseguenze non di poco conto della sue decisione: ad esempio, chi potrebbe essere il candidato premier con cui (per legge, se non cambia) il Movimento a Cinque Stelle dovrà dare il suo appoggio. In altre parole, non si sa se Grillo accetterà di allearsi con uno dei due schieramenti o se esprimerà un candidato proprio, sfidando lo sbarramento al quattro per cento (sempre che si vada a votare con la legge attuale).

Quel che è certo è che l'ingresso di Grillo nella competizione politica è un grosso elemento di novità , che terremota ulteriormente un quadro già in grande movimento.

Il primo partito a subire le conseguenze negative della discesa in campo del comico ligure sarà l'Italia dei Valori, la formazione finora più votata dai simpatizzanti di Grillo. Alcune recenti tensioni con due esponenti che gli erano considerati vicini (Luigi De Magistris e Sonia Alfano, eletti all'Europarlamento con l'Idv) avevano fatto intuire che l'asse tra Grillo e l'Idv non fosse più solido come un anno fa, ma nessuno si aspettava che si arrivasse alla competizione elettorale diretta in tempi così stretti.

Anche il Pd, tuttavia, ha tutto da temere da un'eventuale lista a Cinque stelle a livello nazionale: con la legge attuale, avrebbe il probabile effetto di togliere voti al centrosinistra, com'è avvenuto ad esempio alle recenti regionali nel Piemonte (dove la lista di Grillo è stata decisiva per la vittoria del leghista Cota).

Ma naturalmente è troppo presto per fare questi calcoli. Anche perché si tratta di capire quanto vale, in termini di consensi, l'area che si muove attorno a Grillo: gli ultimi sondaggi parlano di un tre per cento a livello nazionale (quindi sotto il quorum) ma con tendenza alla crescita.

Molto poi dipenderà da quale leader sceglierà il centrosinistra: e non è escluso che la mossa di Grillo sia finalizzata proprio a influenzare il dibattito interno al Pd e alla sua area, spingendo verso la scelta di un esponente il meno lontano possibile dalle tematiche care a lui e ai suoi seguaci (conflitto d'interessi, legge elettorale, ambiente, no al nucleare, acqua pubblica, trasparenza bancaria etc).

Ad esempio, dalla decisione di scendere in campo di Grillo esce rafforzata la candidatura di Nichi Vendola, l'unico esponente del centrosinistra a cui il comico genovese aveva formalmente dato il suo appoggio alle ultime regionali e probabilmente l'unico che riuscirebbe a far rientrare il Movimento a Cinque Stelle all'interno di una coalizione più ampia.

Ma se Nichi riuscisse veramente a mettere insieme un'alleanza che va da Rutelli ai grillini, passando per il Vaticano, i radicali, Di Pietro e il Pd, beh questo sì che sarebbe il nuovo miracolo italiano.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sul-palazzo-il-terremoto-grillo/2131802//1

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