giovedì 1 marzo 2012

NO TAV


Buoni e cattivi

DI PIERLUIGI SULLO, da Il Manifesto
01.03.2012

La senatrice Finocchiaro vorrebbe «stringere la mano» al carabiniere «insultato» da un No Tav. Quello stesso milite viene insignito di un encomio solenne dal comandante dell'Arma. Una troupe di Corriere Tv viene aggredita da persone con il volto coperto, e il sito di Repubblica accosta le due cose: a riprendere lo «pseudomanifestante» (come dice Finocchiaro, rimasta ai tempi in cui il Pci decideva chi era un manifestante e chi un provocatore) che «insulta» il carabiniere era stata la troupe di Corriere Tv. Insinuazione: è stata un vendetta. L'altro grosso titolo di Repubblica.it riguarda gli «insulti» di Alberto Perino, volto noto dei No Tav, ai conduttori di una trasmissione di Radio 24, che facevano dell'ironia su Luca Abbà. Tutti scrivono di «violenze in Val di Susa». La ministra Cancellieri, dopo aver invocato il «dialogo», ora annuncia «fermezza inflessibile». Altri intitolano con un ossimoro: «Notte tranquilla in Val Susa, incendiate le auto di tre No Tav». E il Sole 24 Ore, che bada al sodo, invoca un unanime voto del parlamento a favore del Tav. Così che il leader del Pd, Bersani, mette in scena un'udienza a quel tale deputato di Torino che tempo fa si appellava all'esercito (è stato esaudito), annunciando poi che il suo partito presenterà una mozione in parlamento.
Una tale unanimità si è forse vista, nella storia italiana, alla vigilia del 24 maggio 1915, quando il Piave mormorò. E un tale accanimento quando si trattò di dipingere le faccette nere da conquistare come selvaggi abissini bisognosi di civiltà. Come dice Bersani, si tratta di imporre ai valligiani retrogradi il «piano di sviluppo per la Val Susa», per il quale, va da sé, le risorse devono «essere immediatamente disponibili», magari togliendole ulteriormente a funzioni sociali dispendiose come la sanità o l'istruzione.
Come non capire che l'interesse del paese, di tutti i cittadini, dell'ambiente e della crescita è ancorato allo scavo di un tunnel di quasi sessanta chilometri dentro cui far correre treni a 300 all'ora? Come diceva Lucio Dalla, Nuvolari è più basso del normale, ma ha muscoli d'acciaio, mani come artigli e quando passa spaventa gli uccelli. Sembra il ritratto dell'Italia come lo vorrebbero tutti i media e tutti i politici. Eppure, Sky Tg fa il suo solito sondaggio - non scientifico, rispondono gli abbonati a casaccio - e il 35 per cento dice di non essere d'accordo con il Tav.
Maurizio Crozza, il comico che apre Ballarò, martedì sera, sbeffeggia chi dice di voler trasportare a quella velocità le scatolette di tonno: Tonno Insuperabile. In valle, la resistenza (non violenta) blocca da giorni le strade e l'autostrada, ieri anche la ferrovia, senza che nessuno cerchi lo scontro con l'esercito di poliziotti e carabinieri rigorosamente anonimi, perché portare sulla divisa un nome o un numero - ed era quel che intendeva il ragazzo che parlava con il carabiniere quando lo ha chiamato «pecorella» - si fa solo nei paesi civili. E in giro per l'Italia si accendono sit in, manifestazioni, incontri di informazione, per sostenere i valsusini. Cioè tutti noi.
L'eterna frattura tra paese legale (dei media, della politica) e paese reale (i cittadini, le comunità) è ormai, come scrive Marco Revelli, un abisso. Fu per questa stessa ragione che nel 1991, anniversario della nascita di questo giornale sempre sul punto di andare in pezzi e sempre vivo, che facemmo una campagna pubblicitaria che sollevò polemiche: «Vent'anni dalla parte del torto». Nel caso dei valsusini sono già 23 anni, per la precisione.
Il braccio di ferro in Val di Susa allude a una condizione generale del paese, della democrazia, dell'economia, dello stato dell'ambiente. In molti si chiedono ansiosamente come evadere dalla gabbia della democrazia dello spettacolo, su cui nel frattempo è sceso il sipario della sovranità limitata (dai «mercati»). Una risposta a questa domanda cruciale si trova certamente tra i No Tav. Il che spiega perché tanto furore contro di loro.

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