venerdì 31 maggio 2013

DARIO, JACOPO E MILANO SALUTANO FRANCA. BELLA, CIAO.

"Franca ed io abbiamo scritto quasi sempre i testi del nostro teatro insieme. Io mi prendevo l'onere di mettere giù la trama quindi gliela illustravo e lei proponeva le varianti, spesso li recitavamo a soggetto, all'improvvisa, come si dice". Lo racconta Dario Fo, durante il suo "commiato" ai funerali laici della moglie, Franca Rame, a Milano. "Questo - prosegue il premio Nobel - era il metodo preferito ma non sempre funzionava. Si discuteva anche ferocemente, si buttava tutto all'aria e si ricominciava da capo. In verita mi trovavo a dover riscrivere di nuovo il testo da solo. Poi lo si discuteva con più calma e si giungeva ad una versione che funzionasse e che andasse bene a tutti e due". "Anche Franca - ha spiegato il premio Nobel - è stata l'autrice unica di alcuni testi. Ci sono opere, come per esempio 'Parliamo di donne', che furono stese da lei completamente a mia insaputa. Quando mi ha dato da leggere questa commedia già ultimata sono rimasto un po' perplesso e seccato. Ma come ti permetti? No, scherzavo. Io ho proposto qualche variante ma di fatto si trattava di un'opera del tutto personale". "Pochi lo sanno ma la gran parte degli spettacoli che trattavano di questioni prettamente femminili è stata Franca ad averli scritti, elaborati e poi li ha recitati al completo spesso anche da sola. E io mi sono trovato a collaborare solo per la messa in scena". Milano, 31-05-2013

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