domenica 16 dicembre 2012

LETTERA APERTA A NAPOLITANO.

da dagospia.
Signor Presidente, gentile Re Giorgio, Siamo un sito web piccolo ma libero e, visto che non lo fanno altri mezzi di comunicazione più importanti di noi, ci rivolgiamo direttamente a Lei come garante supremo e custode della Costituzione, nel suo spirito e nella sua prassi, per sottoporre alla Sua alta considerazione alcuni aspetti della contraddittoria evoluzione del quadro politico nelle ultime settimane, cosa che alimenta disorientamento e confusione tra gli italiani, italiani peraltro gia' duramente provati da una crisi economica che le attuali generazioni mai avevano dovuto affrontare. Noi siamo certi che Ella soltanto possa riportare tali aspetti nell'alveo dell'ineccepibilita' istituzionale, poiché sa bene che la miscela di una crisi che impoverisce e di una politica che rischia di uscire dai binari istituzionali costituiscono un rischio effettivo per la nostra democrazia che Lei, Signor Presidente, ha a cuore più di ogni altra cosa. Lunedì si apre la settimana decisiva della legislatura e dell'attuale governo. E subito dopo tutto sara' nelle Sue mani per le ultime determinazioni, che sono di competenza propria del Capo dello Stato. Approvata la legge di stabilita', il professor Monti Le ha preannunciato che verra' a rassegnare nelle Sue mani le dimissioni irrevocabili del governo, dimissioni che, secondo i più, avranno come conseguenza l'immediato scioglimento delle Camere e l'indizione delle elezioni politiche generali conseguenti. Qui ci permettiamo di sottoporLe una questione molto delicata: sulla base di cosa Lei potrà accettare le dimissioni del presidente Monti e procedere al decreto di scioglimento? Vi e' stato forse un voto di sfiducia al governo in una delle due Camere o il governo avendo posto la fiducia su di un atto di particolare rilievo del proprio indirizzo politico non l'ha ottenuta? Nessuna di queste precondizioni si e' verificata, infatti il presidente del Consiglio in carica vorrebbe basare le sue dimissioni con il discorso in Aula dell'onorevole Angelino Alfano e con la successiva astensione del Pdl, partito di maggioranza relativa, su due provvedimenti tutto sommato non decisivi per l'azione del governo come la legge di stabilita' su cui pure verra' posta la fiducia e sulla quale il medesimo Alfano ha gia' annunciato il voto favorevole del partito che formalmente egli continua a guidare. Se anche si volesse strumentalizzare il discorso in aula dell'onorevole Alfano, esso manca di un requisito essenziale ai fini della valutazione del Capo dello Stato: Alfano non ebbe a concludere il suo discorso invitando il presidente del Consiglio a recarsi al Quirinale per le conseguenti determinazioni. Ci siamo andati a rileggere il resoconto stenografico dell'intervento di Alfano e abbiamo potuto vedere che tutto ciò non c'è. C'e' invece quanto basta, Signor Presidente, secondo le nostre a tutta evidenza modeste nozioni di diritto costituzionale, per consigliare al presidente Monti una verifica politica della sua maggioranza attraverso un formale dibattito in Parlamento su di un documento politico proposto dal governo per verificare il consenso dei deputati e dei senatori. Se il presidente Monti, come sembra, non intendesse fare ciò prima delle dimissioni Lei avrebbe ampia materia per rinviare il governo in Parlamento in modo da verificare se la fiducia e' venuta davvero meno e dunque il presidente del Consiglio ritorna dal Capo dello Stato a reiterare le proprie dimissioni, che solo a quel punto diventano davvero irrevocabili secondo il dettato costituzionale e non secondo gli umori dello stesso presidente del Consiglio. E' questo, crediamo, il percorso coerente con la prassi costituzionale di cui Ella e' garante. Nel caso del presidente Monti vi e' di più: 1. Egli venne al Quirinale a dirLe che si sarebbe dimesso irrevocabilmente per via del discorso di Alfano ma meno di 48 ore dopo il capo vero del Pdl, Silvio Berlusconi, e lo stesso Alfano (ovviamente) chiedono al professor Monti di fare il candidato premier di una larga coalizione di centrodestra, cosa legittima ma che dimostra ancor più come non sia venuta meno la fiducia del Pdl nell'attuale premier. Che gioco e' questo, Signor Presidente? 2. Dopo le recenti decisioni del Tar sul Lazio, che ha revocato l 'obbligo di votare il 3 e il 4 di febbraio e venute meno le polemiche circa l'accettazione dell'election day da parte delle forze politiche, ci permettiamo di chiederLe: perché votare il 17 febbraio e non tornare invece alla ipotesi della seconda domenica di marzo o al 7 aprile, che sappiamo essere di Suo gradimento, attraverso un percorso, questo si davvero ordinato, di fine legislatura, come da Lei sempre auspicato? 3. Lei sa, Signor Presidente, che i partiti che non sono in Parlamento, nonostante il numero sia stato dimezzato, non riusciranno a raccogliere le firme necessarie entro il 12 di gennaio. E sa anche che Beppe Grillo sta gia' gridando dal suo blog alla democrazia dimezzata. Il suo movimento si sta muovendo per raccoglierle ma se si accorge di non farcela ci mette poco a boicottare le elezioni in segno di protesta e il rischio che, come in Sicilia, l'astensionismo superi il 50 per cento degli aventi diritto diventa reale. – Che ne sarà' in tal caso del futuro Parlamento, quale legittimazione e quale autorevolezza avrà il governo che ne sarebbe espressione? Senza contare, come lo stesso Grillo paventa, l'eventualità del cattivo tempo, molto comune in febbraio come ad esempio proprio il 12 febbraio dell'anno scorso, data della bufera di neve a Roma e nel Centro Italia, quella bufera che il sindaco di Roma, Alemanno, ben ricorda. 4. Sappiamo bene, Signor Presidente, che i nostri destini sono legati all'Europa, ma non Le sembra che l'attuale premier, che in Italia appare molto "choosy" verso tutti, a Bruxelles o Strasburgo non tema di prendere partito, aiutato magari in tale operazione da membri italiani del Parlamento europeo come gli onorevoli Mauro Mario e Mastella Clemente? Non sarebbe il caso di spiegargli che non e' poi così opportuno e apprezzato dagli italiani farsi definire, mentre presenta in tv il suo libro sulla democrazia in Europa, "Governatore della regione Italia" dalla sua coautrice e moltissimo amica Sylvie Gaulard, mentre egli stesso la guarda adorante? Affidiamo a Lei con rispetto, Signor Presidente, queste domande che Aldo Moro avrebbe definito "angosciose", consapevoli come siamo che solo Lei ha l'autorità, l'autorevolezza e le prerogative assegnateLe dalla Costituzione per mettere al bando tutte le miserie, oggettive (a partire dai "mercati" che non rispettano i paesi che non si fanno rispettare) e soggettive (dispetti, ombrosità, ambizioni giuste o sbagliate e quant'altro), rammentando a tutti che la forma e il rispetto delle regole in democrazia sono sostanza e non orpelli. Con deferente stima, a nome dei nostri lettori. I collaboratori e il Fondatore Signor Presidente, gentile Re Giorgio, anche noi abbiamo cercato di incanalare nella più corretta forma istituzionale il nostro pensiero. E' nostro dovere aggiungere, agganciati come siamo al pensiero vero di un paese tanto stremato quanto arrabbiato, che se non si rispettano le regole tanto vale che Lei, nell'ordine: 1. Faccia un decreto per prolungare il Suo mandato al Colle per altri tre anni e si occupi direttamente un paio di ore al giorno di crescita e sviluppo, facendo squadra con Mario Draghi. 2. Ne faccia un altro per spostare le elezioni ad anno e secolo da destinarsi, almeno risparmiamo 3. Riconfermi direttamente Monti a palazzo Chigi e ne informi Lei la signora Merkel e anche il signor Barroso e Goldman Sachs ovviamente. Se crede, gli metta Bersani come vice ma senza Alfano, basta Letta Gianni per ogni evenienza. Per Casini, se necessario, veda Lei qualcosa così il suocero e' contento. 4. Nomini, sempre con lo stesso decreto, Luca di Montezemolo ministro degli Esteri. Fara' certamente meglio di Terzi di Santaqualcosa, così non perde tempo a fare il partito e può liberare i maro' detenuti in India usando la sua amicizia con Ratan Tata, sbloccando contemporaneamente anche gli affari Finmeccanica in quel Paese, tanto le cose appaiono ormai ben legate. A patto che resti presidente della Ferrari, ciò e' evidentemente necessario al miglior espletamento delle funzioni di ministro. 5. Revochi la nomina di senatore a vita al professor Monti e nomini al suo posto per sei mesi l'anno Beppe Grillo (così anche gli italiani che non vanno sul web possono godere di un suo show in Senato) e per gli altri sei mesi Silvio Berlusconi (resta inteso che nei sei mesi di Grillo Berlusconi se ne starà a Malindi o in altra località esotica con la sua o con le sue fidanzate, così e' al riparo dai giudici cattivi tutto l'anno). Anche in questo caso, ne siamo certi, il Paese gliene renderà merito. Se si muovesse con tempestivita' salverebbe anche l'esimio professor Monti dall'abbraccio di tutti i riciclati, voltagabbana, ex banchieri e banchieri in servizio, incandidabili e ciellini che stanno salendo sulla sua zattera.

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