domenica 21 marzo 2010

PRESIDENTE, LEI MENTE SEMPRE. E LA SUA GENTE OFFENDE ANCHE LA MEMORIA DI BORSELLINO









...3 foto bastano a dimostrare che, al massimo, ha ragione la questura a parlare di 150.000 persone...saranno tutti questurini comunisti?


MA PER L'INFAMIA CONTRO LA MEMORIA DI BORSELLINO NON CI SONO PAROLE




Pagheranno, pagheranno, pagheranno anche questa offesa.
(Salvatore Borsellino)

Della manifestazione di questo pomeriggio del popolo dell’amore rimarrà ben poco nelle nostre menti, discorsi già sentiti e comunque sempre privi di contenuto. Le solite offese dal popolo che dell’amore ne ha solo per se stesso e che invece distribuisce odio verso tutti coloro che non la pensano alla stessa maniera del suo condottiero. Ma cè una cosa che non potremmo MAI dimenticare, e per la quale troveremo un giorno, ben presto il modo per vendicarci. Ebbene si, per certe cose ci vuole solo vendetta. Un uomo che si vanta di essere un aggregatore, di avere il controllo di tutto e di tutti non puo’ permettere che si passeggi su uno striscione raffigurante il tarocco di Paolo Borsellino. Non puo’ permettere ai suoi adepti di creare un tarocco raffigurante un eroe indimenticabile del nostro paese. Non ci potranno essere nemmeno scuse da poter minimamente accettare. Ebbene sappia questo individuo che non avrà di che lamentarsi quando arriverà il giorno che calpesteremo il suo finto sorriso. Se a loro è permesso passeggiare sul viso di Paolo Borsellino che ha dato la vita per il nostro paese , ci sentiamo in diritto di passeggiare un giorno, molto piu’ vicino di quello che si possa pensare, sul viso di un uomo che a questo paese sta togliendo tutto , compreso la dignità. Ci uniamo a tanti altri che come noi stanno legittimamente espimendo solidarietà al fratello Salvatore Borsellino e alla sua famiglia e facciamo nostre le risposte di Salvatore. Pagheranno, pagheranno, pagheranno anche per questa offesa.


...ed ecco un commento conclusivo di Eugenio Scalfari:

"I sondaggi d'opinione non possono esser resi pubblici in queste ultime settimane prima del voto, ma chi ascolta e analizza i sentimenti della pubblica opinione si è fatto un'idea del "trend" pre-elettorale e il trend è questo: la quota dei non votanti sembra essersi attestata intorno al 30 per cento. Circa metà di questa astensione ha carattere permanente, l'altra metà ha carattere punitivo nei confronti dello schieramento di origine. Di questo 15 per cento gli esperti ritengono che almeno due terzi provenga da elettori di centrodestra. Astinenza significa sottrarre mezzo voto al proprio schieramento di provenienza.

Queste considerazioni non sono appoggiate da alcun sondaggio recente ma si deducono logicamente. Servirà la manifestazione di ieri in San Giovanni a modificare il trend? Credo di no. Il discorso di Berlusconi, l'abbiamo già detto, è stato di modestissima qualità. L'intento era di spingere il suo elettorato al voto compatto senza smottamenti pericolosi, ma da questo punto di vista l'occasione sembra mancata. Ma può un Paese come il nostro esser guidato da un piazzista che vende prodotti vecchi e spesso avariati? Questo è il mistero che, speriamolo, le elezioni del 28 marzo dovrebbero cominciare a sciogliere. "


Lo sfavoloso Silvio
21 marzo 2010 di ilsimplicissimus2

La Questura dice 150 mila, le immagini non sono così generose e dicono molti di meno. Molti di meno e per di più raccolti a suon di soldi e di ignobili ricatti, secondo un metodo e una mentalità che fanno parte integrante del berlusconismo. Un governo al completo che protesta contro se stesso e contro la propria incapacità. Surrealismo allo stato puro.

Così piazza San Giovanni riempita per un terzo, diventa l’allegoria di un declino, non solo per i numeri, ma anche per gli slogan tristi e ridicoli, per l’esibizione di un penoso fascismo borgataro, per l’incapacità del Cavaliere di dire qualcosa di nuovo oltre alle solite solfe delle toghe rosse e dell’elezione diretta di se stesso. Roba che va avanti dagli anni ‘90, dal secolo scorso. Le ossessioni alla lunga stancano anche i fedeli e possono tenere assieme solo i clienti di un sistema e le comparse pagate per 100 euro o per una gita.

Il flop di ieri è uno snodo importante di cui bisogna cogliere opportunità e pericoli. Di cui occorre penetrare la psicologia e i retroscena. Non lo si può tradurre da subito in termini elettorali, sarebbe un errore, ma nemmeno lo si può sottovalutare come un infortunio: è un giro di boa.

Le opportunità sono complicate, ma ovvie, anche se non sono sicuro che le opposizioni saranno sempre in grado di coglierle e di sfruttarle. Ma i pericoli non sono da poco: derivano dalla solitudine stessa del Cavaliere che lo lascia in balia del peggio di sé, ma anche in balia degli altri azionisti dell’Italia targata Silvio, quelli dietro le quinte, che controllano affari e voti, quelle ombre insolute e inquietanti che da sempre seguono e inseguono Berlusconi. prima ancora della discesa in campo.

Ora possono aumentare la posta, chiedere di più e spingere l’uomo ad avventure disperate, a metterlo di fronte al un bivio: o rimanere al potere in qualunque modo o rischiare tutto.

Spero solo che accada come con gli incubi: quando diventano insopportabili di solito ci si sveglia.

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