mercoledì 24 marzo 2010

LA SFACCIATAGGINE DELL'IMPUNITA'


Intervista shock al "Fatto Quotidiano"

Dell'Utri: "Sono in politica per sfuggire all'arresto"

di: Antonio Rispoli


Intervista estremamente particolare, quella presente oggi sul "Fatto Quotidiano", a firma Beatrice Borromeo. L'intervistato non è una persona qualunque, ma Marcello Dell'Utri, incontrato sul treno. All'interno dell'intervista - abbastanza surreale da sembrare ai limiti della realtà, in un altro Paese - ci sono alcune risposte del senatore siciliano abbastanza sconvolgenti. Per esempio quando la Borromeo gli chiede se non senta una responsabilità politica, per il processo di appello di Palermo. E la risposta di Dell'Utri è netta: "Io sono politico per legittima difesa. A me delle politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Mi candidai nel 1996 per proteggermi. Infatti subito dopo mi arrivò il mandato di arresto". E alla successiva domanda: "Perchè non si difende solo fuori dal Parlamento?", la risposta è stata: "Mi difendo anche fuori, ma non sono mica cretino. Quelli mi arrestano".
Queste poche dichiarazioni - l'intervista è molto più lunga, e riguarda anche Massimo CIancimino, definito "il figlio scemo della famiglia Ciancimino" - rende chiaramente l'idea di come certe persone intendono il posto in Parlamento. Non un compito da svolgere per i cittadini, come è previsto nella Costituzione ma semplicemente un mezzo per non dover scontare la giusta punizione per i reati commessi.
Ricordiamo che Marcello Dell'Utri ha già una condanna passata in giudicato a 2 anni e 3 mesi per false fatturazioni con Pubblitalia, del 1999; una sentenza del 2009 di assoluzione per insufficienza di prove (tecnicamente per il secondo comma dell'articolo 530 del Codice di Procedura Penale) per l'accusa di calunnia pluriaggravata insieme ad alcuni falsi pentiti; ed una sentenza di secondo grado di prescrizione per l'accusa di estorsione, poi derubricata in "minaccia grave", insieme al boss mafioso Vincenzo Virga. Infine è in corso il processo di appello per associazione a delinquere di stampo mafioso, dove in primo anno Dell'Utri è stato condannato a 9 anni di reclusione.

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